Amos Luzzatto: Rita Levi Montalcini e l’arte di porre domande
Amos Luzzatto, nato a Roma nel 1928, è stato presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane e oltre ai suoi contributi politici e religiosi sono importanti anche quelli di medico chirurgo appassionato di matematica, scrittore e saggista. Ricordiamo il suo più recente libro: Vita scritto per Rosemberg & Sellier, Torino 2012. Il suo scritto su Rita Levi Montalcini è stato pubblicato, in forma di lettera aperta al Direttore, sul “Corriere della sera” il 31 Dicembre 2012. Per ricordare Rita Levi Montalcini abbiamo riprodotto anche il testo di Luzzatto scritto in occasione dei suoi cento anni su Il Manifesto del 17 aprile 2009
Amos Luzzatto: Rita Levi Montalcini e l’arte di porre domande
Caro Direttore, ho avuto alcune piacevoli occasioni di incontrare Rita Levi Montalcini, in parche cene nel corso delle quali abbiamo scambiato gradite notizie, su comuni conoscenti Luzzatto, ben più importanti di me.
Sono stato colpito dalla straordinaria dolcezza che emanava dai suoi occhi e dall’interesse sincero che mostrava, lei, scienziata famosa, per le esperienze di vita degli altri, per i loro pensieri, i loro problemi, le loro speranze. Conversando non faceva affermazioni, ma prevalentemente domande. Mi sono però reso conto che l’arte di porre domande non è molto comune: mentre la guardavo e cercavo di rispondere non potevo fare a meno di chiedermi se non fosse stato questo il suo metodo scientifico, in altre parole sapere formulare le domande corrette; pochi lo sanno fare. Mentre le rispondevo mi accorgevo che stavo imparando io da me stesso, dalle mie esperienze, dalla mia vita passata. Era questo il prezioso insegnamento di una originale ricercatrice, direi quasi il suggerimento di un metodo.
Ho imparato da lei una grande lezione: saper essere fedeli alla propria spinta intellettuale e riuscire a restare nel solco della ricerca scientifica, anche quando un regime demagogico e repressivo ha voluto nel 1938 escluderla facendo violenza alla sua stessa natura. Questa è stata la sua forma di resistenza, che mi costringeva a chiedermi se al suo posto avrei saputo – e se avevo saputo in momenti difficili – fare altrettanto.
Quei nostri brevissimi dialoghi sono stati per me una vera spinta a una sorta di autoanalisi. Ma ho anche capito che un vero scienziato è quello che apre strade nuove senza mai pretendere di percorrerle da solo, anzi godendo se l’albero delle sue scoperte fruttifica e allarga a nuovi temi e a nuovi scienziati la spinta che deriva dai suoi sforzi, dai suoi sacrifici, dai suoi stessi insegnamenti. Tutto questo da alcuni incontri conviviali? Può apparire strano, ma è stato così; ed è stato così che io, chirurgo, ho potuto allargare il mio orizzonte dal rapporto medico-paziente e dalla Sala operatoria a un modestissimo e limitato angolo del più vasto sapere biologico. Grazie, Rita, sorella maggiore e Maestra indimenticabile”.
Amos Luzzatto: Tanti auguri a una giovane centenaria
Il prossimo 22 aprile 2009 Rita Levi Montalcini compie cento anni: Uno dei limiti della ricerca biologica che mi hanno sempre imbarazzato fino dai primi anni dei miei studi di Medicina non è stato il riduttivismo che può entusiasmare o deludere ma che in ultima analisi è comune a tanti campi della Scienza, quanto piuttosto la trasposizione alquanto automatica agli studi dei fenomeni vitali di categorie di pensiero presi a prestito da altri campi della conoscenza umana, come ad esempio quelle di difese o di errori, spesso insufficientemente definite anche nei loro domini originari. Esistono, di contro, categorie proprie della materia vivente, come quelle dell’accrescimento, della comunicazione, della trasmissione ereditaria, che vengono applicate ai campi più diversificati ma che, per la loro natura, possono trovare la loro sede primaria nella ricerca biologica. Ed ecco qui il contributo personale di Rita Levi Montalcini.
Proveniente dagli studi di Medicina, allieva di un ebreo italiano che era stato a Torino un grande ricercatore di Istologia e un prezioso Maestro di Morfologia, ha dedicato la propria attività di scienziata al fattore di crescita nervoso, partendo da quelle categorie che abbiamo detto specifiche della materia vivente, fornendo così delle acquisizioni che possiamo ben dire lascino una traccia significativa non solo sulla Medicina e sulla Biologia del Sistema nervoso ma su tutto il pensiero contemporaneo. Ho avuto alcune (poche) occasioni di trovarmi nella sua compagnia che non esito a definire deliziosa. Donna garbata e modesta, quasi imbarazzata per la fama meritatamente acquisita, pareva paga di aver fatto la sua parte, nonostante che il regime fascista le avesse sottratto gli strumenti e le sedi di lavoro, sulla base di una pseudo-dottrina razzistica che farebbe ridere con disprezzo se non fosse stata all’origine di tragici lutti e crudeltà.
Ho letto recentemente una sua bellissima intervista, nella quale confessa una propria pochezza matematica. Per quanto personalmente io ritenga che siano ormai maturi i tempi per avviarci a una matematizzazione della Biologia e della Medicina, ne sono stato colpito e ammirato per l’onestà e allo stesso tempo per la consapevolezza delle nuove esigenze che stanno emergendo, forse anche nella direzione di una unitarietà della scienza e del pensiero umano. Ma sono stato soprattutto colpito dal fatto che, con quella franca affermazione sui propri limiti, Rita Levi Montalcini abbia dimostrato di avere una mente moderna come pochi, di poter essere chiamata una giovane centenaria. Accompagnaci ancora, nostra amica e maestra, per tanti anni, con il tuo sorriso, con il tuo esempio, con la tua serietà.
Category: Culture e Religioni, Storia della scienza e filosofia