Chi siamo

Il primo numero della rivista Inchiesta, trimestrale diretto da Vittorio Capecchi, uscì nel gennaio 1971 edita da Dedalo (Bari): è quindi una rivista che ha da poco compiuto quaranta anni. Per conoscere più in dettaglio come avvenne la sua nascita si rinvia al testo scritto da Vittorio Capecchi. La rivista ha attraversato tre fasi. La prima fase è stata quella iniziata negli anni ’70 fino alla metà degli anni ’80. In quegli anni la rivista appoggiò le iniziative della FLM (il sindacato unitario dei metalmeccanici) dalle 150 ore alle inchieste sulla salute, dalle indagini in fabbrica per fare le conferenze di produzione alle ai corsi di formazione dei quadri sindacali. Capecchi in quel periodo era responsabile dell’Ufficio studi della FLM oltre ad avere la cattedra di sociologia e occuparsi di modelli matematici (il primo numero dell’altra sua rivista Quality and Quantity era uscito nel 1966). In quella prima fase la rivista propose un diverso modo di fare inchiesta e diventa un punto di riferimento per discipline diverse (sociologia, economia, pedagogia, psichiatria, psicologia sociale). Il suo successo di vendite fu (visto dai giorni d’oggi) quasi incredibile: un numero speciale “Economia 150 ore” in cui veniva diffuso un corso di economia di sinistra arrivò alle centomila copie. Si arrivò però alla seconda fase. La chiusura della FLM portò la rivista ad un lento declino tanto da consigliare l’organizzazione della rivista in numeri monografici. Adele Pesce, uscita dal sindacato dopo aver votato contro l’accordo FIAT del 1980, si occupò sempre di più di Inchiesta inserendovi sempre di più tematiche femministe (Luce Irigaray curò tre numeri della rivista) e proponendo numeri sulla politica (come quello curato insieme a Vittorio Foa). Questo lungo periodo di numeri monografici ebbe delle punte di successo. Erano presenti nomi prestigiosi (venne fatto, ad esempio, un numero tutto con testi di Fernand Braudel che venne a presentarlo personalmente a Bologna) e i numeri avevano sempre di più un’ottica internazionale (dai numeri monografici sul Global Social Forum ai numeri su minoranze etniche come il popolo Mapuche). Ma il declino anche in termine di vendite era evidente. Era necessaria una terza fase e nel 2009 la rivista per iniziativa di Adele Pesce cambia e torna ad essere la rivista degli anni ’70 con articoli brevi politici, nuove rubriche, dossier, inchieste. Adele Pesce morirà alla fine di quell’anno ma ormai la nuova Inchiesta è decollata. Punto di riferimento politico, in continuità con gli anni ’70, è la Fiom e le aree oggetto di attenzione della rivista cartacea sono quelle di inchiestaonline: il mondo del lavoro e dell’economia, lo scenario internazionale (Cina, India, Mondo arabo ecc..), l’ innovazione tecnologica e la scienza, le problematiche femministe e dei movimenti, il welfare state e la salute, la scuola e il mondo della ricerca. Le librerie nel frattempo hanno preso la decisione di non tenere più riviste. Diventa quindi essenziale abbonarsi alla rivista per riceverla. D’altra parte inchiestaonline non è una copia o una sintesi della rivista cartacea. La rete ampia di collaboratori e amici che Inchiesta ha costruito nei suoi quaranta anni di vita permette di creare una rivista on line aggiornata e con contributi originali in tutte le parti del mondo che chi legge può ulteriormente ampliare. Vi invitiamo quindi a seguire questo sito così come ad abbonarvi alla rivista cartacea. Le ultime vicende politiche (vittoria della sinistra nelle grandi città e vittoria dei si nei referendum) fanno ben sperare.

La rivista Inchiesta ha sospeso le pubblicazioni. Per richiedere arretrati a Edizioni Dedalo, potete utilizzare il seguente link;

https://www.edizionidedalo.it/riviste/riviste-sospese/inchiesta/