Pietro Spongano e Alessandro Borghi: A Castenaso (Bologna) insegniamo a lottare a chi ha subito un’amputazione
Diffondiamo a Il Resto del Carlino del 9 ottobre 2014
CASTENASO (Bologna) . Un corso di lotta a terra dedicato esclusivamente a persone amputate è la nuova sfida lanciata da due istruttori di Villanova di Castenaso: un’iniziativa unica nel territorio, la prima in tutta la provincia di Bologna e forse anche in Italia.
Rivolto a persone di qualsiasi età, il corso è stato pensato e costruito per chi non ha più un arto, ma non per questo deve rinunciare allo sport. Uno strumento studiato per integrare e aiutare chi quotidianamente convive con delle protesi: «Sedici anni fa ho perso parte di una gamba in seguito a un incidente e oggi sono istruttore di Tacfit, lotta a terra e Krav maga spiega Pietro Spongano, titolare della PalaEstra castenasese -.
Comprendo le esigenze e i bisogni di chi ha perso una parte del proprio corpo, per questo nasce il corso. La lotta a terra è uno sport che comporta numerosi benefici perché consente di praticare attività fisica senza il supporto delle protesi. Non c’è bisogno di equipaggiamenti, si è liberi e i movimenti aiutano il corpo a sciogliersi – sottolinea -.
E’ uno sport che aiuta a sfogare una serie di pressioni e aggressività che possono accumularsi durante il percorso che induce poi, a perdere l’arto. Chi non ha più una gamba, una mano o un braccio è spesso abituato a convivere con uno strumento esterno di supporto, ma l’attività fisica, che da sempre aiuta a sentire a percepire se stessi, consente di sentirsi tutt’uno con il corpo.
A Bologna siamo i primi a lanciarlo, e molto probabilmente non ne esistono altri in Italia». Il corso è rivolto a uomini e donne che hanno voglia di rimettersi in gioco e praticare come chiunque altro attività sportiva: «Ho subito accettato l’idea di questo corso – commenta Alessandro Borghi, altro titolare della PalaEstra e istruttore Thai-boxe e Seal-training. Credo che la lotta a terra possa essere un buono sport per riprendere il controllo del proprio corpo e delle proprie sensazioni. Il nostro obiettivo è trasmettere i concetti fondamentali della disciplina sportiva come strumento per il benessere psico-fisico. E’ importante scoprire i propri limiti e imparare a usarli a proprio vantaggio».
Spongano e Borghi non vedono differenze tra chi utilizza due mani e due gambe e chi, invece, non ha più una parte di se stesso: «A terra e su quel tappeto sono tutti alla pari spiegano – ed è per rafforzare questo concetto che nella nostra palestra, nonostante tutti gli altri corsi e iscritti, abbiamo voluto dedicare un corso a chi ha voglia di fare sport lasciando da parte per qualche ora protesi o equipaggiamenti di sostegno».
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