Maurizio Matteuzzi: Le scelte del Rettore dell’Università di Bologna per inaugurare l’anno accademico
L’altra sera a otto e mezzo era ospite Fabiola Gianotti la futura direttrice del Cern di Ginevra. In modo molto sintetico, e con grande chiarezza, ha spiegato perché un paese che non investe in istruzione, e nella ricerca di base, e non solo in quella applicata, è destinato a un irrimediabile declino. E ha aggiunto che l’Italia investe in ricerca e istruzione molto meno dei paesi civili, c’è una differenza di almeno un fattore 2. L’ha detto da fisico. Traducendo in volgare, investe meno della metà. Il buon Beppe Severnigni ha capito un fattore un mezzo, e ha colto l’occasione per giocare la carta ormai sdrucita della mancanza di “meritocrazia”. Ma questo è un leit Motiv cui il giornalismo che conta ci ha abituati, niente di nuovo.
Questa entità della metà non può che richiamare alla mente qualcosa che fu detto non appena approvata la ormai celebre, se non epocale, legge Gelmini 240/10:
“Il Ministro avrebbe dovuto avere il coraggio di chiudere la metà delle università italiane: servono più a mantenere i baroni che a soddisfare le esigenze degli studenti”. E’ un passaggio dell’intervista del sindaco di Firenze Matteo Renzi a Max, […] di cui è stata diffusa una sintesi.
Chi sta dalla parte delle università, della ricerca, dell’istruzione, Fabiola Gianotti o Matteo Renzi? Non dovrebbe essere una domanda difficile. Riflettendo su quanto sopra, anzi, si potrebbe pensare che un qualsiasi accademico non possa che detestare l’uno, e simpatizzare con l’altra. La quale, notiamo en passant, ha anche detto che i nostri ricercatori sono eccellenti, che le nostre università, malgrado tutto, danno una formazione di prim’ordine. E qui il Severnigni deve aver sofferto, forse, non inquadrato, con l’abbondante e candida chioma ondeggiante, in se medesmo si volgea co’ denti, come dice il Poeta.
Bene, adesso una domanda altrettanto facile, strettamente connessa alla prima: per inaugurare sabato 10 gennaio 2014 l’anno accademico novecentoventisettesimo della più antica università del mondo, tu, lettore onesto ed ingenuo, chi avresti invitato, Matteo Renzi o Fabiola Gianotti? Chi sta dalla parte della cultura, chi meglio rappresenta la ricerca italiana?
Be’, non è andata così.
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