Roberto Roversi: Due poesie per Bologna due agosto e tre graffiti di Blu

| 2 Agosto 2014 | Comments (1)

 

 

 

1. Roberto Roversi: Notizia (6 agosto 1980)

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.20

il cielo è un forno di pane pronto per la cottura

scappare sul mare di questa pianura e poi

approdare a isole azzurre felici ma tu

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.21

dicevi dicevi tu dicevi che hai bisogno di riflettere

se in questi giorni le parole hanno un senso

anche fra noi

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.22

d’accordo, non si può buttare via niente

d’altra parte non è possibile conservare tutto negli angoli della

memoria

salvare l’indispensabile

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.23

lo so che non sono migliore o peggiore di tanti

cerco con gli anni di diventare diverso

ho fatto errori tremendi

ma non mi sono mai consolato

la vita non è una prova di formula uno

per guadagnare la prima griglia in partenza

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.24

dammi la tua mano

vivere una volta per tutte definitivamente

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.25

senza un fiato di vento il cielo ha buttato

un grido tremendo

un sole nero corre per le strade

io voglio provare i miei sentimenti come su una lastra di fuoco

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.26

ahi il cuore

piange piange adesso piange come un sasso che ha vita

chiamano contiamo i morti

la libertà è lì a terra ferita

non possiamo più dare

soltanto pietà

questa estate è finita

 

BOLOGNA 2 AGOSTO ORE 10.27

ma dammi la tua mano

io non mi rassegno non mi voglio rassegnare

 

[Paese Sera, anno XXXI, n. 206, mercoledì 6 agosto 1980]

 


 

 

2. Roberto Roversi: Mai più! Mai più! Mai più! (2 agosto 2011)

 

I treni partivano

i treni arrivavano

al mare” dicevano i treni

alla montagna” dicevano i treni.

I treni ridevano

cantavano

erano felici i treni.

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

Il cielo era con nuvole azzurre

all’improvviso

il cielo è diventato nero

il cielo è diventato fuoco

il treno non è più partito

il treno non è più arrivato

il treno si è fermato (è in ginocchio per terra).

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

A un tratto il cielo

il cielo è diventato di fuoco

i bambini piangevano

le mamme gridavano

stesi per terra in silenzio

uomini donne bambine

mentre il sangue cadeva dal cielo.

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

Le nubi non erano più bianche

erano rosse di sangue

erano nere di fumo.

Poi il tempo è passato

i morti sono ancora con noi

con noi in partenza col treno

al mare in montagna.

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

Ascolto

ascolto

ascolto

Quello che vola lassù:

ci porta in vacanza

al mare o in montagna

fra le nuvole bianche

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

Ascoltate guardate

guardate la grande nave

passare

le onde

le onde calde del mare

nuotare

andiamo al mare.

(Mai più! Mai più! Mai più!)

 

Ascoltate

ascoltate

guardate

il treno

che arriva a Bologna

noi nella stazione aspettare

allegri per correre al mare.

 

(Mai più! Mai più! Mai più!)

[Poesia scritta per il 31.mo anniversario della strage]


 

Diffondiamo da Il Manifesto Bologna del 2 agosto 2014 questo intervento di Riccardo Lenzi presidente della Associazione Piantiamo la memoria

 

Riccardo Lenzi : 2 agosto 1980: la strage alla stazione di Bologna è una storia da conoscere, in attesa dei mandanti

Giornali e tv amano indugiare frequentemente sull’ignoranza dei giovani. Meno sulle responsabilità degli adulti, che non hanno fatto granché per trasmettere loro la memoria di eventi che hanno influenzato profondamente il presente in cui viviamo. Trentaquattro anni fa Bologna fu teatro della più devastante tra le stragi neofasciste avvenute in Europa nel dopoguerra. Il 4 agosto saranno invece trascorsi 40 anni dalla strage sul treno Italicus, forse la più dimenticata in assoluto insieme a quella del Rapido 904 (23 dicembre 1984). Tre stragi avvenute, nello spazio di dieci anni, lungo i binari di quella ferrovia “Direttissima” Bologna-Firenze che lo scorso aprile ha compiuto 80 anni.

Questo 2 agosto potrebbe essere meno triste di altri: forse, entro sabato, la Camera approverà la proposta di legge di Paolo Bolognesi, che introdurrebbe il reato di depistaggio nel codice penale. Meglio tardi che mai; anche se molti sono i buoi (e le iene) ormai scappati dalla stalla. L’altra buona notizia ce l’ha portata don Luigi Ciotti: il 21 marzo 2015 la Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera si svolgerà a Bologna e, per la prima volta, saranno letti anche i nomi delle vittime del terrorismo, oltre a quelle delle mafie. Ci sono tanti modi per ricordare.

Il network associativo PrendiParte-Piantiamolamemoria-Diecieventicinque (di cui fanno parte anch alcuni studenti dell’Università di Bologna) ha lanciato l’iniziativa “Reti di Memorie” – 2 agosto 1980-2014: sabato 2 agosto, davanti alla stazione di Bologna, le persone potranno appendere oggetti e pensieri a una grande rete mettallica, simile a quella che 34 anni fa delimitava il luogo dell’esplosione da quello che ancora oggi è il piazzale dei taxi.


Category: Arte e Poesia, Osservatorio sulle città, Politica, Roberto Roversi e la rivista "Inchiesta"

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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