Bruno Giorgini: Milanesi brava gente ripuliscono i muri. Il graffito di Pao scancellato

| 18 Maggio 2015 | Comments (0)


Scrive Wittgenstein: Immaginare un linguaggio significa immaginare una forma di vita. I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo. Se ne deduce che cancellare un linguaggio significa uccidere una forma di vita. I tag, i graffiti, gli sgorbi sui muri sono linguaggi, diversi come si deve in città perché, dicendola con Aristotele, la città è un sistema di differenze.

I muri delle città sono diventati luoghi dove molte persone tracciano segni, più o meno simbolici e significanti, dagli sgorbi alle opere d’arte. Senza gli sgorbi non ci sarebbero le opere d’arte, la street art cosidetta. Sgorbi, tags, graffiti, neri, bianchi, gialli, colorati, più o meno belli, così come anche i linguaggi possono essere più o meno belli e ricchi.

Ma urtano questi segni, urtano i borghesi piccoli piccoli, e i loro mentori come il sindaco di Milano che ne ha preso la testa. Urtano perchè significano un mondo che non capiscono, e quel che non capiscono i borghesi piccoli odiano. Tutto per loro va ridotto all’uniformità del muro bianco o pastello magari persino colorato ma sempre intangibile, il muro è mio e me lo gestisco io, sbraita il condomino furioso.

Essi vogliono ridurre la città a loro misura, un mondo ottuso dove si macerano invidie circondate da muri alti e impenetrabili, ma puri, ariani diciamo. Già, è mai possibile che nessuno si renda conto cosa significhi sul piano simbolico girare con la pennellessa e il raschietto a scancellare gli sgorbi neri, per ripristinare i muri bianchi. Quando molte persone di colori diversi traversano il mare, spesso affogando, per venire nelle nostre città e viverci o almeno sopravviverci.

E’ mai possibile che non si capisca quale immaginario nutra quest’opera di pulizia, è mai possibile che nessuno si renda conto come la parola pulizia si coniughi con etnica, già la pulizia etnica contro i vandali, per ora con la pennellessa domani chissà. Il borghese piccolo piccolo forse non lo sa, ancora, ma può alla svelta arrivarci, è successo non lontano da qua quando i tabaccai sono diventati assassini dei loro vicini d’etnia diversa, nella ex Jugoslavia. Il borghese piccolo piccolo non lo sa oggi come non lo sapeva ieri, o fingeva, quando gli italiani brava gente in divisa gasavano i “negri” africani d’Etiopia, ma lui poverino stava lì a coltivare le arance. Quando poi accade l’incidente e la reazionaria demenza dei milanesi brava gente pulitori dei muri, e  del mondo va da sè, li porta a scancellare l’opera di un artista famoso, ecco un qualche traballamento, assessori impacciati, sindaco poverino borghese dell’alta società educato – almeno per sentito dire – che l’arte non si scancella, eppure era prevedibile.

D’altra parte l’arte non imbratta forse le menti, già che ci siamo diamoci dentro, noi condomini. In questa città così pulita,  decine sono le inchieste per corruzione concussione e quant’altro. Reati commessi lungo decine d’anni dall’establishment, lo stesso che propone la figura del buon cittadino che accorre a ripulire i muri, e se c’è un danno collaterale come il graffito di Poa raschiato via poco male, la prossima volta faremo più attenzione. Forse o forse no.

Quando il sindaco, e altri vari cittadini di grido e per bene, comperano dai privati il terreno dell’expo a prezzi esorbitanti un’area dove il prezzo era a 8.10 euro, comprata a 161 .– Stefano Boeri dixit, ma lui è architetto  rompicoglioni, quasi un graffitaro e mica per caso il sindaco Pisapia lo ha cacciato, vuoi mai che in giunta ci fosse uno che di città s’intende – non sporcano la città, fanno scempio del bene comune in nome dell’accumulazione di profitto privato. Ma la città è o no un bene pubblico e comune?

Perchè il sindaco della pennellessa e dell’expo coi suoi atti ci dice che no, la città è un bene privato, dai muri degli stabili ai terreni alle case. Un bene privato che ha da essere bonificato e ripulito dai linguaggi devianti e/o dissidenti rispetto al conformismo dei borghesi piccoli piccoli, di molte persone delle classi popolari, nonchè propagandato come virtù civica da molti opinion makers e opinions leaders. Eppure i meno disonesti tra loro dovrebbero saperlo: una città della pennellessa è agonica. Rimane da sperare che  insorgano forze capaci di scrivere e pitturare sui muri non in ordine sparso, ma coscienti del fatto che questo può essere un modo di prendersi la città, rendendola più viva, più varia, più bella, più colorata, più abitabile, in una convivenza civile dove nessuno cancella nessuno. Come sa chi studia i sistemi biosociali, la riduzione della varietà dei corpi e fenomeni biosociali è causa e premessa per il loro inaridimento, nonchè comportando oltre un certo limite di soglia la loro annichilazione.

 

 

Pao, Paolo Bordino, è un artista italiano attivo dal 2000 nel panorama dell’arte di strada. Dal 2007 lavora anche su tela. tra le sue mostre più importanti: “Street art sweet art” del 2007 al PAC di Milano;“Ceccarini underground” a Riccione nel 2008, dove decora il sottopasso di Viale Ceccarini con un murales su pannelli con i suoi personaggi giocosi e colorati; la collettiva “Triennale design museum” alla Triennale di Milano nel 2010; la collettiva “Intralci” nel 2011 a Milano. Nel 2010 si svolge la prima personale “Mondotondo”: Pao presenta in quest’occasione 40 opere di cui dipinti su tela, sculture, installazioni e opere su vetroresina, che trasformano lo spazio in un “Mondo Tondo” immaginario, abitato da diversi personaggi tra cui pinguini, coccodrilli, mostri, animali e vegetali resi con forme morbide, semplificate e tonde, che trasmettono allegria e che si muovono in una realtà nuova e fantastica, interpretata e rielaborata con ironia, vivacità, creatività.

 

 

Diffondiamo questo testo scritto  il 17 maggio 2015 da Maria Egizia Fiaschetti su Il Corriere della sera con il titolo: L’errore dei volontari di bella Milano”

 

In piazza Santissima Trinità, non lontano dal Parco Sempione, sabato mattina le squadre di «Bella Milano», impegnate nella pulizia della città, hanno cancellato parte del murale di Pao, alias Paolo Bordino, nell’area giochi.

I primi a protestare sono stati gli abitanti del quartiere: «Ai nostri figli quelle immagini piacciono, per loro sono un segno distintivo, familiare, chi vi ha dato il permesso?».

L’artista ha risposto al Corriere e si è detto «dispiaciuto, ma pronto a rifare il disegno per i bambini». Poi, ha commentato l’accaduto anche domenica mattina con un post su Facebook: «Nel 2001 dipinsi assieme a Linda il muro di via Cesariano. Uno dei miei primi muri, realizzato con il consenso dei frequentatori della piazza, genitori, abitanti, negozianti. Ottenere il permesso da parte del Comune era operazione impossibile, quindi decidemmo di fare quello che ritenevamo giusto, andando oltre agli ostacoli burocratici. A volte, seguire la propria coscienza è la cosa giusta da fare, a volte il bello dell’arte è proprio questo. Raccogliemmo i soldi per i colori, coinvolgemmo i bambini, facendoci aiutare da loro per colorare, chiudemmo l’esperienza con una bella festa di inaugurazione. Un vigile passò di lì e in quanto dotato di buon senso, ci disse di continuare, che lui non aveva visto niente… Da allora, il muro ha caratterizzato un parchetto altrimenti anonimo regalandogli un’anima. Seppure non si tratta del muro più bello che io abbia realizzato rimane uno dei più sentiti, proprio per la sua funzione sociale».

 

La prima foto in alto è quella del murale di Pao in Piazza  Sempione scancellato dagli operatori di “Milano bella”. Le altre foto sono di altri murales,  sempre di Pao, presenti su muri di  Milano.

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Category: Arte e Poesia, Osservatorio Milano, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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