Zerocalcare: Facebook censura una sua vignetta a favore dei curdi mentre Erdogan li massacra

| 26 Novembre 2015 | Comments (0)

 

Diffondiamo da www.popoffquotidiano.it del 26 novembre  2015 questo intervento di Giampaolo Martinotti che fa questa denuncia: Chi governa il potentissimo social network oscura le campagne di supporto al popolo curdo che combatte l’Isis ed è aggredito dal governo turco. I guardiani di Zuckerberg contro una vignetta di ZeroCalcare.

 

Facebook contro i curdi. Già nell’agosto 2013 l’associazione ReteKurdistan aveva annunciato che una raccolta di firme era stata recapitata proprio al presidente e amministratore delegato di Facebook Inc. Mark Zuckerberg, per chiedere di interrompere la rimozione dei contenuti curdi dal social network statunitense. In aggiunta una petizione era stata lanciata sul sito www.change.org per difendere il diritto alla libertà di espressione del popolo curdo preso di mira, secondo quanto riportato, per conto del governo turco. Intanto gli attivisti curdi della regione del Rojava, nel Kurdistan occidentale, riferivano della cancellazione di diverse pagine e profili. Ma a distanza di due anni la situazione non sembra proprio essere cambiata di molto.

Nelle settimane scorse la censura aveva attaccato il popolare fumettista Zerocalcare, attivo nella piattaforma solidale Rojava Calling a sostegno della Staffetta romana per Kobane, presente sul territorio curdo con iniziative che vanno dal trasporto di aiuti, economici e sanitari, alla preziosa campagna di controinformazione. Il motivo? La vignetta che aveva disegnato e pubblicato denunciava i cruenti fatti di Cizre, cittadina all’estremo sud-est della Turchia, e per questo veniva oscurata dai guardiani di Facebook senza tante spiegazioni. Forse, il brutale massacro subito a settembre dalla popolazione civile nella cittadina del Kurdistan turco da parte dell’esercito del presidente turco Recep Tayyip Erdoğan avrebbe potuto essere un dettaglio molto scomodo per il governo e per gli alleati occidentali; gli stessi infatti che si servono del regime turco in qualità di strategico avamposto militare e campo di prigionia destinato ai profughi curdo-siriani.

Si apprende invece in questi giorni, dalla redazione di StreetPress, che la scure della censura digitale si è nuovamente abbattura sui sostenitori della causa del popolo curdo. Alcuni giorni dopo la strage di Parigi del 13 novembre, vari collettivi antifascisti francesi, belgi e canadesi avevano dato vita ad una campagna di sostegno per i combattenti rivoluzionari curdi, “Fuck Daesh, support PKK”, firmando l’appello proposto sempre su change.org. In poche parole nella petizione si chiede all’Unione europea di rimuovere il PKK (Partito dei lavoratori del Kurdistan) dalle liste del terrorismo internazionale, riconoscere le zone autonome curde e i diritti del popolo curdo, rompere i rapporti diplomatici con la Turchia, l’Arabia Saudita e con tutti i paesi che “presumibilmente” finanziano Daesh, e di sostenere economicamente, logisticamente e militarmente le forze curde (PKK/Ypg/Ypj) che combattono realmente sul campo le formazioni islamiste.

Negli ultimi mesi Erdoğan ha voluto intensificare i bombardamenti ai danni della resistenza curda e contro le postazioni del PKK, interrompendo con violenza il processo di pace. Questi attacchi hanno come bersaglio dei combattenti, in gran parte musulmani e comunisti, impegnati nell’arginare l’avanzata dello Stato islamico. Questo dovrebbe essere già sufficiente per intuire l’ambiguità di certe dinamiche regionali. Ma dopo l’ultimo “incidente” che ha coinvolto un jet militare russo è assurdo il fatto che l’Europa non voglia rendersi conto dello scellerato e ambiguo atteggiamento del governo turco, che alla lunga potrebbe avere conseguenza davvero disastrose.

Detto questo, lo zelo della censura di Facebook nei confronti delle tematiche a sostegno della lotta del popolo curdo lascia ben poco spazio all’immaginazione: l’imparzialità dei vertici dell’azienda di Palo Alto risulta spesso molto controversa, al pari del giudizio e delle strategie dei governanti europei.

 

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Category: Fumetti, racconti ecc.., Guerre, torture, attentati, Osservatorio internazionale

About Michele Rech: Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, è nato ad arezzo nel 1983. Il nome d'arte "Zerocalcare" nasce quando, dovendo scegliersi un nickname per partecipare ad una discussione su internet, si ispirò al refrain dello spot televisivo di un prodotto anti-calcare che stava andando in onda in quel momento. Aderisce allo stile di vita dello straight edge (derivante dall'hardcore punk), che prevede l'astinenza dall'uso di tabacco, alcool e droghe.Nato ad Arezzo cresce prima in Francia, paese d'origine della madre e poi a Roma. Inizia la sua attività di fumettista alla fine delle scuole superiori, realizzando un racconto a fumetti delle giornate del G8 di Genova del luglio del 2001. Partecipa alle edizioni di Crack Fumetti Dirompenti al Forte Prenestino e numerose manifestazioni organizzate in centri sociali italiani, per i quali ha illustrato innumerevoli locandine per concerti e manifestazioni, oltre che copertine di dischi e di fanzine di artisti di genere punk rock, hardcore e Oi!. A partire dal 2003 lavora come illustratore presso il quotidiano Liberazione, e collabora con il settimanale Carta e con il mensile la Repubblica XL (spazio italian underground), con la rivista Canemucco e con la divisione online della DC comics, Zuda.com. Nel 2006 pubblica due storie sul volume a fumetti GeVsG8. Nel 2007 realizza in collaborazione con Push/R, il fumetto La politica non c’entra niente, che trae spunto dall'omicidio di Renato Biagetti. Nel 2011 pubblica in occasione del decennale del G8 di Genova una storia autobiografica dal titolo A.F.A.B. Nell'ottobre 2011 pubblica il suo primo albo a fumetti, dal titolo La profezia dell'armadillo, prodotto dal disegnatore Makkox, che in breve tempo riscuote grande successo e viene ristampato per cinque volte. Successivamente ne viene realizzata una edizione a colori dalla Bao Publishing. Il titolo dell'albo è dovuto al personaggio dell'Armadillo, quasi sempre presente nelle storie di Zerocalcare, che rappresenta una proiezione della personalità dello stesso autore. A partire dal 2011 avvia un blog a fumetti, zerocalcare.it in cui pubblica brevi racconti a sfondo autobiografico. Il blog è visitato ogni giorno da migliaia di lettori. Il suo blog rappresenta uno dei pochi esempi in italia di "blog dei fumetti", genere fiorente in Francia, ma quasi sconosciuto in Italia. Nel 2012 pubblica il suo secondo albo a fumetti, dal titolo Un polpo alla gola. Le prime due tirature – dodicimila copie – sono andate esaurite in prevendita e in totale i lavori di Zerocalcare hanno superato le 40.000 copie vendute. . Nel 2013 BAO Publishing ha pubblicato Ogni maledetto lunedì su due, libro dove sono raccolte le strip del blog di Zerocalcare. Nel 2013 Zerocalcare scrive insieme a Valerio Mastandrea la sceneggiatura per un film live action tratto da La profezia dell'armadillo. Nel 2014 Zerocalcare realizza un murale di 40 metri quadrati nei pressi dell’uscita della metropolitana di Rebibbia, quartiere di Roma dove risiede. Nel 2015 la rivista Internazionale pubblica un reportage a fumetti "Kobane Calling" scritto e disegnato da Zerocalcare che è incentrato sul conflitto tra curdi e Stato Islamico. Sempre nel 2015 è secondo nel Premio Strega Giovani con Dimentica il mio nome e nello stesso anno pubblica L'elenco telefonico degli accolli, che raccoglie vignette del blog e inediti. Pubblica poi nel 2015 su Internazionale un reportage sull'incontro con Nasrin Abdallah, leader della YPJ, l'organizzazione militare curda femminile che combatte contro lo Stato Islamico lungo il confine turco-siriano.

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