Teatro La Valle di Roma: la Petizione internazionale per scongiurarne la chiusura
L’ultimatum del Comune di Roma al Teatro Valle è stato chiaro: oggi 31 luglio 2014 dovrebbe avvenir lo sgombero. Abbiamo pochissimo tempo per salvare questa esperienza. Decine di intellettuali da tutto il mondo, da Stefano Rodotà a David Harvey, da Slavoj Zizek a Salvatore Settis, da Ugo Mattei a Étienne Balibar a rappresentanti europei di prestigiosi Musei, Centri di arti performative e contemporanee, Fondazioni e Istituzioni culturali si stanno mobilitando per difendere quest’esperienza. Ma adesso solo una grande mobilitazione di cittadini e istituzioni può salvare questo simbolo culturale e politico! Tre anni fa il Teatro Valle stava per essere ceduto a privati. Cittadini e attori decisero di occuparlo. Ma non si fermarono, decisero di tentare una strada nuova: una grande e innovativa istituzione di partecipazione collettiva, la Fondazione Teatro Valle Bene Comune, che è stata costituita da oltre 5600 soci fondatori. Decine di giuristi e centinaia di cittadini ne hanno scritto insieme lo Statuto partecipato. Un’esperienza unica premiata a livello internazionale, ma il comune di Roma è sordo. Le soluzioni per trasformare l’innovativa Fondazione in una realtà pienamente legale, riconosciuta e attiva ci sono. Basta che le istituzioni si siedano assieme ai cittadini, agli artisti, ai lavoratori dello spettacolo per sperimentare un nuovo modo partecipato di gestire i beni pubblici, garantendo spazi di libertà e autodeterminazione.
Invitiamo a seguire i video su you tube sul teatro La Valle occupato
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E’ necessario firmare la petizione per consegnare le firme direttamente al Sindaco di Roma Marino e all’Assessore alla cultura Marinelli migliaia di firme di cittadine e cittadini italiani ed europei, artisti e intellettuali. Firma nel sito internationalcall.valle@gmail.com)
Appello per il Teatro Valle: La petizione internazionale per scongiurarne la chiusura
L’esperienza italiana, nata nel 2011, è l’esempio di come si trasforma un prestigioso teatro in un bene comune» Dal 14 giugno 2011, una comunità di artisti e cittadini ha trasformato il Teatro Valle, il più antico e prestigioso teatro di Roma che rischiava di essere privatizzato, in uno dei più avanzati esperimenti di fusione tra la lotta politica e le arti teatrali e performative nel mondo attuale. Nell’interesse delle generazioni future è stata creata una nuova entità giuridica denominata “Fondazione Teatro Valle Bene Comune” che ha raccolto l’adesione di quasi 5600 persone.
È stato il frutto di un nuovo e genuino processo di cooperazione tra alcuni giuristi molto noti e l’assemblea dei cittadini e artisti. Un notaio ha riconosciuto l’esistenza della Fondazione, mentre il Prefetto di Roma ne ha negato la personalità giuridica sostenendo che il possesso della struttura non è un titolo sufficiente per avviare la Fondazione.
Tuttavia, nei tre anni di occupazione, mai formalmente autorizzati, il Teatro Valle è riuscito a diventare una nuova istituzione del comune, studiata in tutto il mondo e oggetto di numerose pubblicazioni. Mentre la municipalità ha pagato le bollette della corrente elettrica – 90 mila euro all’anno – oggi è difficile negare che l’occupazione è stata largamente tollerata persino dal precedente sindaco post-fascista. Certamente gli occupanti hanno prestato grande cura per l’antico teatro, hanno raccolto fondi per la manutenzione e hanno generato in tre anni spettacoli di eccezionale interesse performance, assemblee, formazione tecnica e programmi educativi ai quali la cittadinanza ha avuto accesso attraverso un sistema di donazione basata sulle possibilità di ciascuno. L’esperienza del Teatro Valle ha anche ispirato azioni simili mirate alla protezione dei teatri e degli spazi pubblici in tutta Italia e sta promuovendo le istanze di codificazione dei beni comuni con il supporto di una ventina tra i maggiori giuristi italiani.
Il Teatro Valle ha prodotto spettacoli in scena in tutta Europa e ha attratto molti artisti e intellettuali europei. La European Cultural Foundation, tra gli altri, ha assegnato al Teatro Valle il prestigioso premio Princess Margriet Award 2014, mentre il Zentrum fur Kunst und Medientechnologie (ZKM) di Karlsruhe ha dedicato a questa esperienza uno spazio in una recente mostra internazionale dedicata ai movimenti sociali nel mondo.
Dopo le elezioni europee dello scorso maggio, forse come conseguenza di una malintesa istanza legalistica dettata dal nuovo governo, i primi passi per risolvere il conflitto sulla titolarità del teatro sono stati improvvisamente interrotti quando l’assessore alla cultura della città di Roma si è dimessa. Come risposta alla richiesta della Fondazione di riprendere il dialogo il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha rilasciato una dichiarazione in cui chiedeva agli occupanti di lasciare il teatro, minacciando l’intervento della polizia e proponendo un bando pubblico per privatizzare la gestione dello spazio.
E’ seguito un incontro tra la Fondazione, il neo assessore alla cultura Giovanna Marinelli, la presidente della Commissione Cultura del Comune e i rappresentanti del Teatro di Roma. Alle richieste di un percorso di interlocuzione pubblico e trasparente, che sia garanzia per i 5600 soci, con l’obiettivo di gestire la delicata fase di transizione verso un modello di teatro partecipato, si è contrapposto la conditio sine qua non dell’immediata uscita dal teatro.
Questo non può accadere! La città di Roma, come centro culturale mondiale merita una risposta migliore alle istanze poste dal Teatro Valle. Rivolgiamo un forte appello alle autorità politiche italiane per cercare un metodo che faciliti, e non reprima, gli esperimenti istituzionali e culturali nella gestione dei beni comuni.
Primi firmatari: Salvatore Settis, Accademia Nazionale dei Lincei; Ugo Mattei, Professor, The University of California, Hastings and Università di Torino; David Harvey, Author and Distinguished Professor at the Graduate Center of the City University of New York; Slavoj Zizek, international director of the Birkbeck Institute for the Humanities; Étienne Balibar, Distinguished Professor of French & Italian and Comparative Literature at the University of California Irvine; Stefano Rodotà, Jurist, Emeritus professor of Civil Law, University La Sapienza, Rome; Tomaso Montanari, Università degli studi di Napoli Federico II; Michael Hardt, Professor of Political Literature at the European Graduate School in Saas-Fee, Switzerland; Fabrizio Tamburini, Astrophysicist; Costas Douzinas, Professor of Law, Pro-Vice Master for International Links and Director of the Birkbeck Institute for the Humanities; Katherine Watson, Director of the ECF European Cultural Foundation, Amsterdam; Peter Weibel, CEO ZKM | Center for Arts and media Paul Dujardin, CEO and artistic director of the Centre for Fine Arts in Brussels; Freddy Grunert, Curator, Secretary general SEJF Foundation; Sasa Dobricic, Professor University Nova Gorica (UNG and ETCAEH Program); Lynn Hershman, Artist and filmmaker, Distinguished Director at The New School , New York; Clemens V. Wedermeyer, Artist David Bollier, Author of “Think Like a commoner”, University of Southern California; Tom Kerns, PhD, Executive Director, Environment and Human Rights Advisory; Sandro Mezzadra, Università di Bologna; Penelope Simons, University of Ottawa; Anna Grear, University of Waikato, New Zealand; Burns H Weston, Bessie Dutton Murray Distinguished Professor of Law Emeritus Senior Scholar & Founder, UI Center for Human Rights (UICHR); Aled Dilwyn, Norwegian Centre for Human Rights University of Oslo; Upendra Baxi, Emeritus Professor of Law University of Warwick; Donald K. Anton, Professor of Law Chair, The ANU Press Editorial Board (Law); Christian Laval Professeur de Sociologie Université Paris Ouest Nanterre La Défense; Pierre Dardot Professeur de Philosophie Paris
Category: Movimenti, Musica, cinema, teatro, Osservatorio sulle città, Video