Nexus Cgil Emilia Romagna: Unisol, un nuovo modello cooperativo per il Brasile (terza parte)
Questo Dossier, pubblicato in “Inchiesta” gennaio-marzo 2013, è stato curato da Nexus Cgil Emilia Romagna (Sandra Pareschi presidente; Sabina Breveglieri responsabile progetti in America latina). Il Dossier analizza in quali termini si può parlare di economia solidale e come storicamente si sia arrivati alla realizzazione di Unisol, un nuovo modello cooperativo per lo sviluppo.
4. Evoluzione, sfide e prospettive del movimento coooperativo Brasiliano
«Poiché l’economia solidale non massimizza i profitti, non compete nei mercati con lo scopo di dominarli e distruggere i competitori e non specula sui mercati finanziari, credo che se l’economia solidale diventasse una quota importante dell’economia mondiale, allora una crisi come quella che stiamo conoscendo non potrebbe ripetersi.» (Paul Israel Singer)
4.1 Sfide: economia solidaria, cooperazione e crisi globale. Verso il 3° Congresso di Unisol
Dilma Rousseff, l’attuale Presidente del Brasile, sta continuando le politiche sull’economia solidale proposte e avviate da Lula. Ha fatto, però, una scelta in controtendenza rispetto a quella che ci si aspettava come evoluzione naturale, evitando di creare un ministero del cooperativismo e dell’economia solidale.
Continua a non esserci un unico punto di vista su come sviluppare la legge generale sul cooperativismo e l’economia solidale. Le divergenze politiche hanno creato un vuoto legislativo circa la rappresentanza, che veda il superamento formale della rappresentanza unica del sistema OCB, o l’assetto fiscale e societario. Finalmente, a luglio 2012, è stata approvata la nuova legge generale sulle cooperative di produzione e lavoro.
Un commento alla legge dell’avvocato Marcelo Mauad, responsabile della consulta giuridica del sindacato dell’ABC:
“La legge 12.690, approvata a luglio di quest’anno dalla Presidenza della Repubblica, rappresenta un importante passo avanti per il settore. La nuova legge dispone sull’organizzazione ed il funzionamento delle cooperative di produzione e lavoro e istituisce il Programma Nazionale di Sostegno alle Cooperative di Produzione (PRONACOOP).
Attraverso PRONACOOP, gli imprenditori dell’Economia Solidaria avranno un accesso facilitato alle linee di credito e condizioni speciali di pagamento delle tasse. Oltre a ciò, la nuova legge stabilisce le direttive che faciliteranno la vita a questi gruppi, come la semplificazione dei procedimenti per l’apertura e funzionamento delle cooperative di produzione e lavoro, così come la garanzia di alcuni diritti sul lavoro”
Paul Singer sostiene che la crisi economica sia troppo grande per le attuali dimensioni dell’economia solidale nel mondo. Non si può quindi immaginare che quest’ultima possa costituire una soluzione per la crisi. Ma poiché l’economia solidale non massimizza i profitti, non compete nei mercati con lo scopo di dominarli e distruggere i competitori e non specula sui mercati finanziari, ritiene che se l’economia solidale diventasse una quota importante dell’economia mondiale, allora una crisi come quella attuale non potrebbe ripetersi1.
Il Brasile, e l’America Latina in generale, sono diventati possibili laboratori per costruire alternative economiche e sociali verso i quali l’Italia e l’Europa, nelle sue componenti sindacali e cooperative, dovrebbero prestare grande attenzione, per uscire dalla crisi non attraverso semplici aggiustamenti ma per un reale cambiamento verso un modello di sviluppo qualitativo più equo e sostenibile.
4.2 Uno sguardo più all’interno
L’impatto sul versante sociale delle imprese dell’Economia Solidaria è indubbio. Di sicuro sono stati elaborati e messi in campo una serie di percorsi teorici, stratagemmi, ipotesi in cui c’è un modello di partecipazione totale del lavoratore alla vita dell’impresa e si propongono di coniugare l’economia solidale con il decent work in cui, oltre al modello partecipativo e di autogestione nell’impresa, si vuole che il salario, gli orari, i modelli contrattuali, la salute e sicurezza all’interno dell’impresa, siano consoni a garantire una vita degna al lavoratore e alla sua famiglia. E in questa ottica si pensa che l’impresa debba partecipare attivamente anche al benessere della comunità in cui opera. Ciò in termini propositivi e teorici, come afferma Sandra Pareschi:
“Indubbiamente, queste pratiche cooperative e solidali (che includono comunque anche imprese non formalizzate) hanno rappresentato un formidabile veicolo per l’inclusione sociale di fasce prime emarginate della popolazione. Hanno creato senso civico attraverso la partecipazione attiva. Hanno offerto un’alternativa non solo alla disoccupazione, ma anche un modello di produzione alternativo e inclusivo.
Per contro, anche per mancanza di un sistema giuridico adeguato, le imprese non sono sempre modelli sostenibili economicamente se non supportati sia dal governo sia dalla cooperazione internazionale.”
Lo stesso Paul Singer afferma che le “cooperative autentiche, nell’ansia di ottenere contratti, finiscono per abbassare i loro prezzi fino al punto di rinunciare a molti dei diritti sociali dei suoi membri”2.
“La strada è in salita, a fronte della crisi globale, perché le imprese dell’ES non operano all’interno di un mercato protetto, ma all’interno di un mercato globale, capitalista, che richiede competitività e qualità dei prodotti e del processo produttivo. E non perdona né garantisce sostenibilità all’impresa sociale.
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Tenere insieme questi aspetti non è facile né scontato. Molte imprese dell’ES finiscono per non avere non adeguati livelli di protezione sociale, salute e sicurezza sul lavoro, una remunerazione adeguata. Si tende a ragionare sulla politica dei due tempi : un prima di tutto il lavoro, anche se questo può significare forme di autosfruttamento poi i diritti sul lavoro, visti dagli stessi soci lavoratori – ma paradossalmente anche dal sindacato, che del cooperativismo autentico è stato promotore – come un costo del lavoro non sempre indispensabile […]
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Questo paradosso è da rimarcare per una seconda ragione. Secondo molti economisti e analisti, una delle ragioni della diffusione e forza del sistema cooperativo emiliano romagnolo, stava anche nella forza del sindacato in questa Regione, che attraverso un sistema contrattuale di tutto rispetto aveva costretto le imprese cooperative a raggiungere ottimi livelli di qualità dei prodotti e dei processi di lavoro, garantendo nel contempo la tutela dei diritti sul lavoro e retribuzioni, come fattore di competitività sul mercato…. Democrazia e partecipazione, diritti, retribuzioni come fattore di competitività!
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L’approvazione recente della nuova legge sul cooperativismo dovrebbe aiutare i processi di formalizzazione delle imprese cooperative”
4.3 Prospettive future
Nel novembre 2011, a Cancún (Messico), nell’ambito del Congresso mondiale dell’Alleanza Cooperativa Internazionale, si è tenuta l’Assemblea Cicopa America, organizzazione che riunisce le associazioni cooperative di lavoro (industriali, servizi, sociali, artigianali, ecc.) delle due Americhe e sono stati rinnovati gli organi di governo. Il presidente di UNISOL Brasile, Arildo Mota Lopez è stato chiamato unitariamente a guidare l’organizzazione, con un grosso supporto da parte italiana, segno evidente del ruolo crescente e riconosciuto di UNISOL Brasile nel movimento cooperativo internazionale.
La Presidenza di Arildo, figura dalla grande tenacia, passione, intelligenza e competenza, si spera possa permettere a Cicopa di evolvere e di mettere dei mattoni fondamentali nello sviluppo del cooperativismo in tutta l’America Latina, affinché diventi una pratica economica trainante verso un nuova economia.
Se oggi il concetto di economia solidale è diventato rilevante in tanti documenti di singoli governi e di istituzioni sovranazionali, è proprio grazie ai brasiliani.
L’America Latina è un luogo dove si sperimentano pratiche alternative di economia, in cui si vivono modelli diversi di crescita, mossi non dal profitto, ma dalla centralità della persona. E dal quale partono spinte ad una collaborazione Sud-Sud, anche a livello cooperativo.
“L’Economia Solidaria non è l’economia dei poveri, e ancora meno quella dei miserabili. E’ una economia dei paesi affinché non ci siano i poveri” (Bonaventura Santos, Fórum Social Temático 2012)
Le interviste per questo testo sono state realizzate da Chiara Parisi nella primavera 2012 . I testi sono stati rielaborati da Chiara Parisi, Sandra Pareschi, Sabina Breveglieri, Roberta Trovarelli. Si ringraziano: Alessandro Alberani, Andrea Cortesi, Arildo Mota Lopes, Cinthia Isabel Alves, Duccio Campagnoli, Emiliano Galanti, Franco Di Giangirolamo, Giordano Giovannini, Roberta Trovarelli, Sandra Pareschi, Stefania Marcone, Tarcisio Sécoli ,Luis Marinho, Marcelo Mauad, Nilson Tadashi Oda
1Intervista di C. Pulcinelli a Paul Singer” L’economia solidale contro la povertà e le disuguaglianze”, pubblicata sulla rivista Micron Anno VII – numero 13 – Maggio 2010.
2 P. Singer, A ECONOMIA SOLIDÁRIA NO GOVERNO FEDERAL, in Mercado de trabalho | 24 | ago 2004; ipea
Category: Economia solidale, cooperativa, terzo settore, Osservatorio America Latina