Vittorio Capecchi: Le risposte dell’ Yijing (I Ching)

| 25 Aprile 2017 | Comments (0)

 

Diffondiamo l’editoriale del numero a stampa di “Inchiesta” gennaio-marzo 2017

 

Tre esagrammi per orientare ciò che sta accadendo

L’Yijing (I King) è il più antico libro della Cina scritto, secondo la tradizione, dal re Wen nelle prigioni dell’ultimo re della dinastia Shang  circa mille anni a. C.  L’Yijing può essere utilizzato sia come libro divinatorio che come libro di saggezza. Come libro di saggezza alcuni degli esagrammi dell’Yijing possono essere utilizzati per rispondere ad alcune domande: (a) Cosa deve fare la sinistra? La risposta è nell’esagramma 7 Shi che viene tradotto con Le legioni. La situazione è quella di un esercito disordinato e l’unica soluzione è quella di “trovare un centro di comando per farne una unità operativa”. (b) Come si può affrontare il pericolo? L’esagramma è il 29 kan, Il precipizio e la risposta è “superare il pericolo non lasciandosi andare ma reagendo con coraggio e spirito di avventura”; (c) Quali relazioni tra femminile e maschile? Nell’Yijing viene definita la superiorità del femminile sul maschile (lo yin viene prima dello yang, l’acqua è più forte del fuoco) e l’esagramma che vede l’intreccio yin e yang è l’11 che nell’intreccio tra femminile e maschile vede “il fiorire della primavera” [vedi immagini in alto]. Ciò che sta accadendo è la crisi della sinistra, l’aumento di situazioni pericolose per un numero sempre più elevato di persone, un complessivo strapotere del maschile. Le risposte sagge dell’Yijing sono sempre più lontane? Questa lontananza può essere analizzata in tre direzioni.

 

Orizzonti della politica

Gli interventi di Gianni Rinaldini, Lia Cigarini, Valentina Orazzini, Emilio Rebecchi, Alessandro Somma individuano  uno spazio nazionale ed europeo in cui i temi individuati dagli antichi esagrammi dell’Yijing individuano un diffuso desiderio di politica nel sociale  (interventi di Rinaldini e di Somma), tra le donne (Cigarini e Orazzini) e nella scuola (Rebecchi). Questi desideri di politica si scontrano con il possibile partito di una nuova sinistra che si presenta, come indica l’Yijing, come un esercito disordinato. Quali soluzioni sono proposte? Nei testi sono individuabili due percorsi. Il primo è quello indicato da Gianni Rinaldini ed è un percorso attraverso un sindacato che dal basso sia capace di “riattivare un percorso per una rappresentanza sociale ed autonoma e democratica la cui legittimazione venga dalle lavoratrici e dai lavoratori”, un sindacato capace di aggregare le diverse forme di lavoro dipendente con “l’obiettivo di una piena occupazione che deve essere perseguito non in contrapposizione al necessario obiettivo di un reddito minimo garantito”. Il secondo percorso è sempre dal basso ma parte da una rete di rapporti più ampia che non ha come attore principale il sindacato. Lia Cigarini parla di “librerie, biblioteche, riviste, case delle donne, bar, circoli, centri antiviolenza , università, scuole, sindacati, associazioni religiose e sindacali, incontri nazionali e internazionali” mentre “la sinistra, anche quella che si vuole alternativa insiste a riproporre lo schema del partito o della coalizione unitaria che non mordono la realtà perché sono calate dall’alto”. I due percorsi potrebbero unirsi e Valentina Orazzini, che descrive i risultati della assemblea unitaria delle donne metalmeccaniche tenuta il 1 marzo a Roma, mostra che è possibile.

 

Scenari dell’economia

Il secondo insieme di articoli comprende quelli di Angelo Salento, Antonio Lettieri, Vincenzo Comito e questi interventi permettono di capire meglio il significato delle sfida economica e politica che vede da una parte  gli Stati Uniti di Trump e dall’altra un’Europa sicuramente più debole e divisa. Lettieri sottolinea come il modello protezionista di Trump sia in aperto contrasto con il culto della globalizzazione e proponga anche una nuova idea di Stato adottando politiche, come quelle contro l’immigrazione e le politiche ambientali e sanitarie, chiaramente a favore della estrema destra. A questa valutazione  risponde Comito con una  dettagliata analisi della economia tedesca che pur manifestando una salute di ferro deve affrontare sfide nuove individuate nel bassissimo tasso di natalità  della popolazione , crescita troppo elevata dei risparmi  di una popolazione sempre più anziana, carenza di investimenti e concentrazione del sistema economico in pochissimi settori (auto, meccanica strumentale, chimica). Comito vede la Germania essersi come addormentata di fronte alla sfida tecnologica che è in corso tra Stati Uniti e Cina. La Germania è ancora l’economia più trainante dell’Europa e una sua frenata avrebbe conseguenze molto gravi anche per le altre nazioni dell’Europa.

 

Lavoro e innovazione

Questa rivista riprende un tema più volte affrontato che è quello della caduta dei diritti nel mondo del lavoro collegato con le sfide tecnologiche che cambiano in profondità l’organizzazione del lavoro. Due  interventi sono stati scritti da giuslavoristi (Umberto Romagnoli e Piergiovanni Alleva) che hanno affrontato il tema dei rapporti tra sindacato e costituzione e di come può essere valutata oggi la riduzione dell’orario. Altri interventi sono stati scritti da economisti e sindacalisti (Francesco Garibaldo, Matteo Gaddi, Nadia Garbellini, Mario Sai, Michele de Palma intervistato da Tommaso Cerusici) che hanno considerato le conseguenze di Industria 4.0 e del toyotismo permettendo di capire la complessità delle sfide che si trova di fronte il sindacato e le diverse categorie di lavoratrici e lavoratori. A queste analisi si aggiunge quella di Mario Agostinelli che affronta queste tematiche considerando i cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo della scienza (in particolare la fisica quantistica).  I rischi sono sempre quelli del disastro ambientale e dell’aumento delle disuguaglianze e le risposte a questi rischi e pericoli sono state indicate dall’Yijing (una sinistra meno disorganizzata, un osare di più di fronte ai pericoli, un maggiore equilibrio tra femminile e maschile). Le vie percorribili, anche in Italia, richiedono però un ripartire dal basso che non è certamente facile come mostrano gli interventi pubblicati nella sezione Orizzonti della politica.


Guardare indietro per guardare avanti

In una fase di disorganizzazione e di incertezza della sinistra è stato ritenuto importante riflettere sulla storia delle lotte operaie alla Fiat negli anni ’70 per riflettere su Claudio Sabbatini e il ’77 in Fiat. E’ una riflessione aperta e non scontata. Le immagini dell’esagramma 11 che vede dall’incontro tra maschile e femminile il “fiorire della primavera” ci siano di buon auspicio.

 

Category: Editoriali

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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