Marina Montella, amica e collaboratrice di Inchiesta, palermitana di nascita – che alla sua Palermo era rimasta profondamente legata anche quando era vissuta in altri luoghi, da Venezia all’Asmara, da Bogotà a Madrid – è morta ieri , 11 agosto, nella sua casa di Zelarino (Venezia), dopo una lunga e tremenda malattia da lei affrontata con indicibile coraggio, continuando a irradiare fino alla fine – fino a quando le è rimasto un briciolo di forza – su quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla il suo tenace amore per la vita, la sua profonda e inesausta passione intellettuale, la vastità delle sue letture, l’acutezza della sua riflessione, la sua laica e intensa spiritualità, la sua straordinaria generosità.
Oggi, 12 agosto, avrebbe compiuto sessantaquattro anni. Per tutta la sua esistenza, è stata sempre una presenza luminosa per tutti quelli che l’hanno incontrata: per gli amici più recenti e per quelli di una vita intera, conosciuti negli anni del liceo e dell’università, per gli studenti a cui si è dedicata come insegnante in Italia, in Colombia ,in Spagna, per gli orfani e i bambini di strada che ha curato in Eritrea. Lo è stata anche nei giorni estremi, in cui avvertiva con lucida consapevolezza – e con stupefacente, eroica serenità – l’avvicinarsi della fine.
Il funerale di Marina avrà luogo lunedì 14 agosto alle 15 nella chiesa di S.Lucia Tarù, in Via Gatta, a Zelarino (Venezia).
Vittorio, Amina e tutta la redazione di Inchiesta mandano un abbraccio affettuoso a suo figlio Marcello, a sua sorella Teresa, a sua nipote Margherita, agli amici Wilma e Bruno, e si uniscono a tutti coloro che vogliono custodirne la memoria. La nostra rivista le dedicherà una rubrica in cui saranno raccolti i suoi contributi.
Ci piace ricordarla con due foto che la ritraggono a Stromboli, uno dei luoghi a lei più cari che amava condividere con gli amici, e dove ha trascorso giorni felici
Ma ora non ci vengono parole adatte per salutarla. E così per farlo ricorriamo ad alcune di un epitaffio che aveva scritto per sé Marina Cvetaeva. Forse non le dispiacerebbero, perché la leggerezza era davvero, fra le tante qualità che caratterizzavano questa donna così intensa, così difficile da descrivere o da raccontare, una sua speciale, impareggiabile virtù.
“Leggi
– di ranuncoli e papaveri colto un mazzetto –
che io mi chiamavo Marina
e quanti anni avevo.
Solo, non stare così tetro,
la testa china sul petto.
Pensami con leggerezza.”
Rimpiangeremo per sempre l’assenza della sua voce, il suo venir meno all’usata, amante compagnia; ma quella sua leggerezza, vorremmo esser capaci di trattenerla con noi per sempre.
Category: Editoriali
About Amina Crisma: Amina Crisma ha studiato all’Università di Venezia conseguendovi le lauree in Filosofia, in Lingua e Letteratura Cinese, e il PhD in Studi sull’Asia Orientale. Insegna Filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Bologna; ha insegnato Sinologia e Storia delle religioni della Cina alle Università di Padova e di Urbino. Fa parte dell’Associazione Italiana Studi Cinesi (AISC) e, come socia aggregata, del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore di seconda fascia per l’insegnamento di Culture dell’Asia.
Tra le sue pubblicazioni: Il Cielo, gli uomini (Venezia 2000); Conflitto e armonia nel pensiero cinese (Padova 2004); Neiye, Il Tao dell'armonia interiore (Garzanti, Milano 2015), Confucianesimo e taoismo (EMI, Bologna 2016), Meditazione taoista (RCS Milano 2020).
Ha contribuito a varie opere collettanee quali La Cina (Torino 2009), Per una filosofia interculturale (Milano 2008), Réformes (Berlin 2007), In the Image of God (Berlin 2010), Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Bologna 2010), Confucio re senza corona (Milano 2011), Le graphie della cicogna: la scrittura delle donne come ri-velazione (Padova 2012), Pensare il Sé a Oriente e a Occidente (Milano 2012), La diversità feconda, dialogo etico fra religioni (Bologna 2021). Fra le riviste a cui collabora, oltre a Inchiesta, vi sono Asiatica Venetiana, Cosmopolis, Giornale Critico di Storia delle Idee, Ėtudes interculturelles, Mediterranean Journal of Human Rights, Prometeo, Paradoxa, Parolechiave, Sinosfere. Fra le sue traduzioni e curatele, la Storia del pensiero cinese di A. Cheng (Torino 2000), La via della bellezza di Li Zehou (Torino 2004), Grecia e Cina di G.E.R. Lloyd (Milano 2008).
Tra i suoi saggi: Il confucianesimo: essenza della sinità o costruzione interculturale?(Prometeo 119, 2012), Attualità di Mencio (Inchiesta online 2013), Passato e presente nella Cina d’oggi (Inchiesta 181, 2013), Taoismo, confucianesimo e questione di genere nelle ricerche e nei dibattiti contemporanei (2014), La Cina su Inchiesta (Inchiesta 210/2020), Quale ruolo per la Cina nello spazio pubblico? fragore di silenzi e clamore di grandi narrazioni (Sinosfere 14 marzo 2021).
I suoi ambiti di ricerca sono: il confucianesimo classico e contemporaneo, le fonti taoiste, le relazioni interculturali Cina/Occidente, il rapporto passato/presente, tradizione/modernità nella Cina d’oggi, i diritti umani e le minoranze in Cina, le culture della diaspora cinese, le questioni di genere nelle tradizioni del pensiero cinese.
Ha partecipato a vari convegni internazionali sul dialogo interculturale e interreligioso promossi dalle Chaires UNESCO for Religious Pluralism and Peace di Bologna, di Tunisi, di Lione, dalla Konrad Adenauer Stiftung di Amman, da Religions for Peace, dalla Fondazione Scienze Religiose di Bologna. Coordina l’Osservatorio Cina di Inchiesta e di valorelavoro ( www.valorelavoro.com ).
Cv dettagliato con elenco completo delle pubblicazioni: al sito web docente www.unibo.it
nei pochi incontri avevo intuito la sua nobiltà, lascia nella mia anima la gioia di averla conosciuta.