Crisi, S&P declassa Francia e Italia

| 14 Gennaio 2012 | Comments (0)

L’agenzia di rating americana cannoneggia Francia e Italia per abbattere l’euro e il modello europeo di stato sociale, diritti e libertà per cittadini e lavoratori.

 

Si sparge nel pomeriggio del 13 la notizia che Standard&Poor’s ha declassato la Francia, facendole perdere la tripla A, la notizia è ufficiale, e l’Italia a tripla B, giusto un pelo sopra la spazzatura secondo questi signori.

Detta come va detta: i gangster delle agenzie di rating USA attaccano l’euro: sono loro i cittadini impazziti per la fame dell’oro a distruggere pietra su pietra la forza della città (Solone, un greco, guarda caso, seppure un po’ antico). È del tutto evidente che è in corso un attacco senza esclusione di colpi contro l’Europa, meglio: contro il modello europeo di stato sociale dove si coniugano diritti e libertà per i cittadini e per i lavoratori. Un modello conquistato dal Movimento Operaio in primis, lungo lotte che hanno pervaso un paio di secoli.

Si tratta di un attacco brutale, che vuole accentuare il ciclo perverso di degrado per i titoli di stato, aumento del debito soltanto per gli interessi sempre più alti da pagare ai mercanti, quindi politica di rigore, che induce depressione, ma la depressione comporta aumento del debito e via che si ricomincia. Così la povertà aumenta, fino a diventare miseria, e il mercato del lavoro viene interamente modellato dal dominio capitalistico, dall’intensificazione dello sfruttamento, dalla annichilazione di qualunque diritto, dalla precarietà dilagante, mentre le pensioni pubbliche vanno anch’esse a livello della spazzatura, la scuola pubblica si degrada così come la sanità pubblica e tutto quanto d’altro c’è di pubblico, che deve venire privatizzato, diventando ulteriore fonte di profitto e ulteriore luogo di sfruttamento.

Intanto ascolto i moti di stupore e sconforto per queste cattiverie delle agenzie di rating, così come il grido: che fare? Si può solo stringere la cinghia, diventare sempre più austeri, non vedi la Germania come è brava, e lì i poveri mica ci sono, il che in parte è una bugia. Eppure la risposta all’aggressione sarebbe semplice, per l’intanto riconoscendo che l’aggressione è in atto, non sono i mercati che in modo oggettivo eccetera, ma i mercanti che con esplicita volontà politica agiscono.

Poi avere una Banca Centrale Europea (BCE) che batta moneta e acquisti titoli europei sul mercato abbassando il tasso di interesse, esattamente quel che fa la FED, la banca centrale USA, in modo massiccio, e tanto più quando S&P abbassò il rating degli States, mentre Obama s’arrabbiò parecchio, e lo lesse subito come un colpo contro di lui orchestrato dai repubblicani, scoprendo anche che i “geni” di S&P, nell’ansia di compiacere i finanzieri di Wall Street, avevano sbagliato i conti di circa 2000 (duemila) miliardi di dollari, un cifretta in positivo sul bilancio che era sfuggita all’agenzia, oibò. Roba che se la fai in una azienda ti licenziano subito, o no?

Ecco, sarebbe ora di licenziare le agenzie, e di ricominciare con la democrazia, e la trasparenza, volente o nolente la signora Merkel, che balla sul baratro cercando di trarre guadagno dalle difficoltà degli altri. Guadagno per sé politicamente, e in denaro e potere per i padroni nonché finanzieri e banchieri tedeschi, multinazionali e nazionali, abbagliati anche dalla tentazione egemonica, che in Germania galleggia sempre lì, a pelo d’acqua come un coccodrillo pronto a azzannare. E sarebbe pure ora di tornare a una economia ragionevole, (ce la insegna Keynes per esempio, o oggi Krugman non pericoloso estremista di sinistra ma premio Nobel e columnist del New York Times), contrattando anche una riduzione del debito definita tramite un audit sulle sue cause.

Senza dimenticare che la Seconda guerra mondiale cominciò per responsabilità della Germania, e che finì con la sua sconfitta, per fortuna e per il valore dei popoli che la contrastarono. Finì con una idea che si voleva portante per la futura Europa Unita: mai più Auschwitz, mai più guerra. Anche la guerra monetaria.

 

Category: Economia, Osservatorio Europa

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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