Capecchi, Caserta, Tavanti: L’Emilia Romagna tra storia e futuro. Un libro de il Mulino sulle politiche regionali

| 9 Ottobre 2015 | Comments (0)

E’ uscito il libro di Vittorio Capecchi, Sergio Caserta, Angiolo Tavanti, Tra storia e futuro. Politiche per una regione smart  Una ricerca sulle trasformazioni dell’economia in Emilia Romagna, Il Mulino, Bologna 2015

 

1. Obiettivi e metodologia della ricerca

Si tratta di una ricerca sulle trasformazioni dell’economia in Emilia Romagna realizzata dalla Associazione Valore Lavoro di Bologna (il cui presidente è Angiolo Tavanti)con il finanziamento dell’Assessorato alle attività produttive della Regione Emilia Romagna basata un campione di interviste qualitative per realizzare una ricerca azione avente due obiettivi: (a) Capire quale può essere una adeguata politica regionale per realizzare in Emilia Romagna una regione “intelligente, ecocompatibile e inclusiva”; (b) Individuare i nuovi cluster di imprese che si aggiungono a quelli che da più anni hanno successo in questa regione e capire come questi cluster stanno affrontando la più grave crisi economica dal dopoguerra.

Per raggiungere i due obiettivi della ricerca sono state fatte: (a) Interviste a protagonisti di politiche regionali considerando tre gruppi di attori: attori che hanno risposto alla crisi dal basso (come i Fab Lab, aggregazioni di imprese per territorio o per specializzazione…); attori intermedi (associazioni imprenditoriali e sindacali, enti locali, centri di ricerca e formazione… ); attori regionali (Assessorati regionali, Ervet, Aster, responsabili regionali di associazioni imprenditoriali e sindacali..); (b) Interviste a imprese che rappresentano l’intreccio tra storia e futuro nelle diverse direzioni della innovazione tecnologica.

La trascrizione delle interviste e la cura dei brani di video che sono presentati in questo sito sono stati fatti da Noemi Pulvirenti e alla scelta e realizzazione delle interviste ha collaborato attivamente Roberta Bellaviaresponsabile del progetto Innovanet della Cna di Bologna. Nominativi di imprese sono stati segnalati anche da Incredibol, la struttura coordinata da Mauro Felicori del Comune di Bologna e da Rodolfo Ravagnan di Unindustria Bologna.

Una sintesi dei video delle interviste realizzate è pubblicata nel sito www. valorelavoro. com I tre autori del libro hanno competenze diverse convergenti: Vittorio Capecchi ha una lunga esperienza di ricerche sulle politiche regionali e sindacali, Sergio Caserta ha svolto molte attività nel mondo della cooperazione ed è  ricercatore giornalista, Angiolo Tavanti è presidente  dell’Associazione Valore Lavoro e ha svolto molte attività nel settore del credito e delle istituzioni finanziarie.

 

2. I principali risultati della  ricerca

(a) Politiche regionali. La Regione Emilia Romagna si trova a dover affrontare delle sfide esterne con le altre regioni più forti di Europa (come il Baden-Württemberg) e delle sfide interne (disoccupazione nuove generazioni, imprese in difficoltà, sfida alla criminalità e sicurezza, sfida del welfare e dell’inclusione sociale .. ). La crisi ha inciso sia sulle persone che sulle imprese e le regioni più forti di Europa, come quelle tedesche, hanno lanciato il progetto Industry 4.0 per coordinare le relazioni tra ricerca, formazione e impresa e rispondere in modo sempre più veloce, con costi inferiori e con prodotti personalizzati alle esigenze di un mercato sempre più mondiale.

La Regione Emilia Romagna è in grado di rispondere alla sfida esterna di Industry 4.0? La risposta che viene data in questa ricerca è affermativa pur essendovi due rischi principali. E’ affermativa per una ragione profonda che ha fatto scegliere come titolo della ricerca Tra storia e futuro. Il progetto tedesco Industry 4.0 è un progetto che si basa sull’uso intensivo della ICT per coordinare le risposte industriali (prodotti e servizi) in modo flessibile per le esigenze sempre più personalizzate che provengono dai mercati mondiali. Ma il modello a specializzazione flessibile è il tipo di industrializzazione che è profondamente radicato in questa regione che dalla motor valley all’industria del packaging ha sempre realizzato prodotti “su misura”, prodotti flessibili alle esigenze dei clienti. Industry 4.0 è quindi un progetto tedesco che si presneta “nuovo” ma che di fatto riscopre come valida una intuizione profonda che ha caratterizzato tutta la storia imprenditoriale di questa regione.

L’Emilia Romagna è quindi in grado di rispondere alla sfida delle Regioni più forti di Europa pur essendovi due rischi.

La strategia della flessibilità presente in tutta la storia di questa regione ha portato alla giusta scelta della Rete dell’Alta Tecnologia per la ricerca industriale, l’innovazione e il trasferimento tecnologico e la prontezza con cui imprese emiliane romagnole stanno rispondendo ai programmi comunitari di Horizon 2020 fanno ben sperare. E’ però vero che la macchina produttiva molto ben finanziata delle regioni tedesche corre il rischio di soffocare la creatività e le inventive individuali ma una regione come l’Emilia Romagna corre il rischio della frammentazione e delle difficoltà finanziarie nella fase di decollo imprenditoriale.

Il secondo rischio è che vi sono delle sfide interne che devono essere affrontate per realizzare una regione smart. Le tradizioni emiliano romagnole di una regione attenta alla qualità della vita e dell’ambiente si trovano di fronte a una disoccupazione giovani e alle difficoltà di vita di una parte delle imprese che incontrano la “crisi” del welfare e del modello cooperativo. Il problema che si presenta non è quello di “tagliare le spese” o “abbandonare i valori” ma come rilanciare il welfare, la cooperazione, il lavoro di cura vedendoli come non fattori di “costo” ma di “investimento” essenziali per favorire nuova occupazione e nuove imprese. La regione Emilia Romagna può realmente diventare una regione “smart, ecocompatibile, inclusiva” con nuova occupazione e nuove imprese se non si appiattisce su politiche di “tagli” ma trova nuove vie di sviluppo “tra storia e futuro”.

Sono significativi per una direzione innovativa della Regione ER  i nuovi bandi del Programma 2014-2015 nelle tipologie A e B

  • Tipologia A: progetti di ricerca e sviluppo rivolti a introdurre sul mercato nuovi prodotti o servizi o a migliorare significativamente prodotti, servizi e sistemi produttivi esistenti nelle imprese;
  • Tipologia B: progetti di ricerca e sviluppo rivolti a introdurre sul mercato nuovi prodotti o servizi, o adottare nuove tecnologie produttive, che prevedano nuovi investimenti e ampliamenti produttivi sul territorio regionale e impatto su nuova occupazione nell’ambito della filiera di riferimento.

Il libro sottolinea l’importanza di una politica regionale in  una  fase di politica economica nazionale in cui si è discusso pochissimo di politiche regionali favorendo di fatto una spaccatura sempre più profonda tra regioni del centro nord e regioni del sud. Il libro propone una metodologia della ricerca basata su una concreta ricerca niella Regione Emilia Romagna che potrebbe essere utilmente applicata anche nelle regioni italiane  come quelle del Sud Italia e Isole che presentano dati  di disoccupazione più elevati.

 

(b) I nuovi scenari del sindacato,  imprese, ricerca universitaria, territori

La ricerca si è mossa verso le nuove prospettive che si aprono del sindacato,  imprese,  ricerca universitaria,  territori  che emergono chiaramente da iniziative che questi attori stanno realizzando in Emilia Romagna

1. Le prospettive del sindacato. Il protocollo di intesa tra Fiom e IG Metal e gli accordi firmati dai tre sindacati confederali alla Ducati Lamborghini e all’Ima mostrano uno scenario sindacale innovativo che intreccia tematiche diverse che vanno dalla innovazione tecnologica alle relazioni industriali, dal welfare aziendale ad una politica del sindacato europea.

2. Le prospettive delle imprese. Il documento dell’E.R. AMIAT (Emilia Romagna Advanced Mechanichs and Industrial Automation Technology) di cui fanno parte imprese l’ IMA, la SACMI, la MARPOSS,  l’SCM Group,  riflette sull’allargamento della visione proposta da Industry 4.0 proponendo un nuovo modello di business aziendale e un cambiamento culturale. per la valorizzazione dell’industria europea. Cambiamento  che richiede una maggiore interazione tra innovazione tecnologica e processi di cambiamento sociale.

3. Le prospettive della ricerca universitaria. La rete dell’Alta Tecnologia promossa dalle strutture delle Università dell’Emilia Romagna può presentare forti novità per i cambiamenti recenti avvenuti con l’elezione dei nuovi rettori a Parma, Modena/Reggio, Ferrara, Bologna. Dai loro documenti programmatici emerge una comune volontà di proporre le loro strutture per  strategie a medio termine insieme agli altri attori delle politiche regionali.

4. Le prospettive dei territori. La ricerca ha documentato le strategie di politica economica della Regione Emilia Romagna  che vanno integrate con iniziative che si muovono nei diversi territori delle regione, da quelle presenti in territori più periferici come i comuni dell’Appennino bolognese a quelle che provengono da insieme di comuni che accentrano più potenzialità innovative dal punto di vista della innovazione tecnologica.

 

(c) I cluster che seguono le vie della innovazione tecnologica. Obiettivo  della ricerca era, oltre a documentare le politiche regionali, q tracciare una prima mappa delle vie della innovazione tecnologica che hanno preso e stanno prendendo le imprese in questa regione.

Il cluster individuati seguono i sistemi industriali più consolidati in questa regione (meccatronica e motoristica, costruzioni, agroalimentare) e le due aree più innovative (le imprese della salute e del benessere e le imprese culturali e creative)

Dalle interviste emerge un quadro complessivamente molto positivo della consistenza del tessuto economico regionale, pur nelle non poche difficoltà determinate dalla lunga crisi. La propensione al cambiamento è uno dei tratti distintivi comune a tutte le imprese, sia quelle consolidate dei gruppi maggiori, esposte alla competizione internazionale in cui difendere e affermare i propri marchi, sia di quelle di media dimensioni per le quali i fattori locali del credito, della ricerca, dei servizi hanno un peso certamente maggiore, così come per le tante imprese artigiane, che da sole o associate reti di cooperazione, si battono con caparbietà contro le avversità della congiuntura, riuscendo a far leva sulla propria competenza e creatività.

Un altro degli elementi distintivi e comuni dell’universo produttivo analizzato è la propensione a mantenere intatti i valori di riferimento sociale, propri dell’imprenditorialità emiliano romagnola, in cui la professionalità e la dignità dei propri dipendenti e collaboratori rimane un valore da difendere e possibilmente da accrescere. Le interviste alle imprese di questa regione smentiscono i profeti del neoliberismo che preconizzano un sistema in cui il lavoro sia ridimensionato al rango di merce. La ricerca mostra come questa cultura non abbia “sfondato” e come vi siano i presupposti per un Patto per il lavoro tra gli attori regionali che rappresentano le strutture pubbliche delle ricerca e delle politiche regionali, le imprese e il lavoro. Il patrimonio di competenze, ricchezza professionale e valori oggi presente nelle imprese e nelle persone non è immutabile ne acquisito per sempre. E’ quanto mai necessario che sia sostenuto da adeguate politiche regionali che devono trovare nuovi ambiti di programmazione e di sostegno, in particolare nei settori della formazione professionale, della ricerca, del credito, di un più efficace supporto all’internazionalizzazione.

Questa ricerca ha documentato un insieme di positive esperienze “dal basso”, e da parte di “attori intermedi” ma in tutta la ricerca c’è consapevolezza che molte e molte realtà sono dovute soccombere, che la base produttiva e occupazionale si è ridotta, che “la notte non è passata” e quindi c’è ancora tanto da fare..

Questa ricerca segue quella realizzata nel 2013   a cura di Vittorio Capecchi e Angiolo Tavanti sempre a cura della Associazione Valore lavoro di Bologna dal titolo Fondi di investimento, marketing territoriale e creazione di imprese in Emilia Romagna (Guaraldi editore, Rimini 2013

 

Category: Economia, Osservatorio Emilia Romagna

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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