La Digos sequestra l’aula Roveri e Bartleby risponde
Il comunicato di Bartleby: L’arte dell’obbedienza
Apprendiamo dai giornali che l’Aula Roveri è stata sigillata e posta sotto sequestro dalla Digos.
Un atto senza precedenti e di gravità assoluta. Magistratura e polizia chiamate a risolvere una questione interna all’università. La mossa finale di una strategia studiata a tavolino, che ha visto come fondamentale passaggio di legittimazione la pubblicazione della lettera di alcuni docenti della Scuola. Sono tutti d’accordo i firmatari di quella lettera, alcuni dei quali negli anni hanno preso parte a mobilitazioni contro le riforme, o ad altre iniziative da noi promosse, con l’utilizzo della polizia in università? La legalità che invocano può tradursi nella chiusura e nella criminalizzazione di qualsiasi spazio di dissenso tra gli studenti e l’Università?
E cosa pensano questi docenti di Costantino Marmo, che fino a pochi giorni fa dichiarava “rifiuto anche l’idea, che potrebbe farsi largo nella mente di qualcuno, che le aule di via Zamboni debbano essere presidiate dalle forze dell’ordine per garantire il corretto svolgimento delle attività istituzionali della Scuola. L’Università non ne deve aver bisogno”? Domande che riceverebbero una risposta. Proprio ieri rispondevamo a quella lettera invitando i firmatari a spendere tanto tempo ed energie per affrontare i veri problemi di un’università ormai al collasso, distrutta da tagli e riforme che mirano al suo smantellamento.
Con coerenza, dopo il muro in via San Petronio Vecchio, le manganellate in via Guerrazzi, ecco arrivare i sigilli per l’aula Roveri. E un nuovo sequestro per il fondo di Roberto Roversi.
Cade ogni minimo dubbio sulla presunta ricerca di un dialogo da parte dell’università. Si preferisce sottrarre uno spazio alla collettività e renderlo inutilizzabile da chiunque per via dei sigilli amministrativi, anzichè lasciarlo alla libera gestione degli studenti. Sta qui la violenza vera e propria, il salto di qualità di una gestione fallimentare dell’università di Bologna, del direttore della Scuola Costantino Marmo e dell’ineguagliabile rettore Dionigi, molto più preoccupato di distruibuire lauree ad honorem che delle riforme universitarie. Ci penseremo noi a ricordargli quali sono i veri problemi dell’università. See you soon. Bartleby
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