Federico Bertoni: Mi dissocio da un’iniziativa che chiama a raccolta i docenti contro i propri studenti

| 7 Marzo 2013 | Comments (0)

 

 


17. Il 5 marzo Nicola Grandi, professore associato di glottologia e linguistica  e coordinatore  del Corso di Laurea in Lettere ha inviato un messaggio a tutti i membri del corso scrivendo che la presenza di Bartleby nei locali di Via Zamboni 38 ha portato la situazione “al limite della sostenibilità”. Il messaggio si chiudeva con un invito a sottoscrivere la lettera di solidarietà a Costantino Marmo firmata da vari coordinatori di corso e da membri della scuola di lettere e beni culturali inviando a lui la propria adesione. A questa lettera ha risposto Federico Bertoni, ordinario di Teoria della letteratura.

 

Mi dissocio da un’iniziativa che chiama a raccolta i docenti (magari informati solo per sentito dire, visto che non sempre i giornali sono una buona fonte) contro i propri studenti. Non entro nel merito della questione; non sto dicendo che la soluzione è facile; non sto dicendo che gli occupanti abbiano ragione, e ho sempre avuto ben chiara la distinzione dei ruoli tra docenti e studenti. Ma certo questo non è il modo giusto per risolvere il problema. Questo significa solo aumentare la tensione ed esasperare le contrapposizioni, fino al giorno in cui la soluzione verrà demandata alla polizia. E sarà una sconfitta per tutti.

Mi obietterai che qui si tratta di una minoranza, che i “veri studenti” stanno buoni buoni con la testa china sui libri e frequentano le lezioni (“anzi frequenterebbero”, come si dice con evidente esagerazione nella lettera). Sono stato per sei anni presidente di corso di laurea, e in veste ufficiale o informale ho spesso raccolto il disagio di tanti colleghi che si lamentavano degli studenti di oggi, ormai del tutto abulici, passivi, privi di quel senso critico che dovrebbe essere il primo insegnamento di un’università degna di questo nome. Ecco, credo che la vera posta in gioco sia questa. E credo che il problema, al di là dell’episodio specifico, che sta mobilitando un carico di energie francamente sproporzionato, sia l’atteggiamento complessivo, il clima che si sta creando, una reazione di chiusura che sembra non tollerare più manifestazioni di dissenso o di conflitto (che è cosa ben diversa dalla violenza, visto che qui si sta perdendo il senso dei concetti fondamentali). Noi che siamo “dentro” non possiamo avere una percezione concreta del malessere o dei desideri di persone che appartengono alla generazione meno garantita dal dopoguerra, ma dovremmo almeno provarci. Certo, noi applicheremo bene le leggi, faremo quadrare i bilanci, rispetteremo tutti i requisiti e i decreti più astrusi che da almeno un quinquennio stanno distruggendo l’università, ma non sapremo più parlare con i nostri studenti. Se non facciamo uno sforzo, se alziamo muri e barriere, sbagliamo veramente tutto. Come docente che continua a credere in questa istituzione, spero vivamente che si possa riaprire un vero dialogo. Federico Bertoni

 

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Category: Bartleby a Bologna

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