Riccardo Petrella: Abolire l’indipendenza politica della BCE
Riccardo Petrella precisa le fasi di una delle azioni che fanno parte della campagna “Dichiariamo illegale la povertà” ampiamente documentata su www.inchiestaonline.it
1. Cos’é la Banca Centrale Europea ?
La Banca Centrale Europea (BCE ) è una delle istituzioni costitutive dell’Unione Europea insieme al Consiglio Europeo ( da non confondere con il Consiglio d’Europa a Strasburgo), al Consiglio dei Ministri Europeo, alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo, alla Corte Costituzionale Europea. Ad esse occorre aggiungere il Consiglio Economico e Sociale Europeo e il Comitato Europeo delle Regioni , due istituzioni con funzioni puramente consultive.
La BCE è dotata di propria personalità giuridica. E’ stata creata nell’ambito delle Trattato dell’Unione Europea (TUE) , detto « Trattato di Maastricht », adottato dai Capi di Stato e di governo nel Consiglio europeo di Maastricht del dicembre 1991 e firmato il 7 febbraio 1992 (vedasi in particolare gli articoli 3 e 13, ma anche gli articoli 119, 123, da 127 a 134, da 138 a 144, 219 e da 282 a 284 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE).
Il Trattato di Maastricht aveva programmato la costruzione dell’Unione Economica e Monetaria (UEM) in tre fasi, la terza ed ultima essendo quella del coordinamento delle politiche monetarie e, quindi, dell’introduzione della moneta unica (l’euro) – messa in circolazione il 1° gennaio 2000 – e della creazione della Banca Centrale Europea – entrata in funzione il 10 giugno 1998 – con propria sede a Francoforte sul Meno (Germania). A questa localizzazione è stata data un valore politico nel senso che essa simboleggerebbe la conferma del potere della Germania federale sulla politica monetaria dell’UE.
La BCE è il soggetto principale del Sistema europeo di banche centrali (SEBC) di cui fanno parte la BCE e le Banche centrali nazionali (BCN) degli Stati che hanno aderito all’euro e che compongono l’Eurosistema (o Euroland)
Questo significa che le disposizioni dell’UE riguardanti il SEBC non sono, in pratica, applicabili agli Stati membri che non hanno adottato l’euro (per deroga o per opt-out), quali Il Regno Unito, la Danimarca,…Le banche centrali dei paesi restati « fuori » dall’Eurosistema non partecipano né sono sottomesse alle decisioni prese dalla BCE
La proprietà del capitale della BCE appartiene alle banche centrali degli Stati membri dell’Eurosistema. Siccome il capitale di molte BCN é posseduto da soggetti privati (banche, imprese, altri attori economici…) , esempio tipico la BankItalia S.p.A, anche il capitale della BCE è, de facto, largamente in mano a soggetti privati. Pertanto, la BCE è formalmente un’istituzione bancaria “pubblica”, ma a capitale misto pubblico-privato, come è ormai la regola per la stragrande maggioranza dei soggetti economici e finanziari “pubblici” (esempio, la Cassa Depositi e Prestiti, in Italia).
2. Obiettivi e compiti della BCE nell’ambito del Sistema Europeo delle Banche Centrali) (SEBC)
Conformemente all’art. 127, par.1 del TFUE, l’obiettivo della BCE, soggetto guida in seno al SEBC, è il mantenimento della stabilità dei prezzi, strumento chiave della concezione della politica monetaria dominante negli Stati Uniti e imposta al mondo a partire dagli anni ’70. Per stabilità dei prezzi il Trattato ha fissato un incremento annuo dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2%.
Fatto salvo tale obiettivo, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione di cui all’articolo 3 del TUE.
L’obiettivo della piena occupazione non fa parte dei compiti della BCE, contrariamente alla Federal Reserve Bank ( la banca centrale degli Stati Uniti).
La BCE agisce in conformità del principio di un’economia di mercato capitalista di “libera” concorrenza.
I compiti fondamentali svolti dal SEBC, sotto la guida della BCE, in conformità dell’art.3 dello statuto della BCE, sono i seguenti:
• definire e attuare la politica monetaria dell’Unione
• svolgere le operazioni sui cambi in linea con le disposizioni dell’articolo 219 del TFUE in materia di accordi e trattati internazionali ;
• detenere e gestire le riserve ufficiali in valuta estera degli Stati membri; e
• promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento.
Dallo scorso novembre 2014 la BCE ha visto i suoi compiti estendersi anche al campo della vigilanza sugli enti creditizi nel quadro del meccanismo di vigilanza unico (SSM), un compito estremamente cruciale per la politica monetaria ( e finanziaria) affidato in precedenza alle banche centrali nazionali . Un chiaro segno di tendenza in favore del rafforzamento e consolidamento della BCE in quanto potere sovranazionale europeo in materia monetaria.
3. I poteri della BCE
La BCE ha poteri considerevoli.
(a)Secondo il Trattato di Maastricht, le sue funzioni sono di materia costituzionale.
Il che significa che per modificare lo statuto, gli obiettivi e le funzioni della BCE occorre modificare il Trattato di Maastricht e quelli che lo hanno seguito. Cio’ è possibile ma estremamente lungo ed oneroso.
(b)Essa ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro. Le altre BCN dell’Eurosistema possono farlo ma devono ottenere l’autorizzazione della BCE sulla quantità delle emissioni. Gli Stati membri possono coniare monete metalliche con l’approvazione della BCE per quanto riguarda il volume del conio (articolo 128 del TFUE)
La capacità di creare moneta appartiene, de facto, e sempre di più, alle banche e altri soggetti operanti sui mercati finanziari, come chiaramente affermato, pur nel gergo economico tecnico, dal Consiglio direttivo della BCE nel documento: “Decisione della Banca Centrale Europea del 6 dicembre 2001 relativa all’emissione delle banconote in euro”, al comma 3: “L’emissione delle banconote in euro non necessita di essere soggetta a limiti quantitativi o di altro tipo, visto che la immissione in circolazione di banconote è un processo indotto dalla domanda.”
(http://www.ecb.europa.eu/home/html/index.en.html)
(c)La BCE ha il potere d’intervenire sul costo del capitale in circolazione modificando il tasso d’interesse.
Si tratta del potere più importante, anche se oramai le BCN hanno cessato di fissare il tasso di sconto delle monete questa funzione essendo stata trasferita e catturata dalle principali banche mondiali (cfr. lo scandalo del LIBOR – London Intertbank Offered Rate) . La BCE reagisce al tasso fissato dal mercati finanziari per aumentarlo, allo scopo di raffreddare un’economia eventualmente surriscaldata, o per abbassarlo, per stimolare così la disponibilità di crediti e la voglia d’investire e di consumare.
(d) La BCE stabilisce i regolamenti e prende le decisioni necessarie
per assolvere i compiti attribuiti al SEBC in virtù dei trattati e
dello statuto della BCE.
(e) Essa esercita la funzione di prestatore di ultima istanza,
cioè garantisce di intervenire in sostegno delle banche in caso di loro insolvibilità. Una funzione molto controversa, i sostenitori più rigidi dei dogmi monetaristi sono contrari.
(f)La BCE ha assunto dal 2014, come sopra menzionato, il potere di vigilanza prudenziale degli enti creditizi negli Stati membri dell’Euroland.
L’articolo 130 del TFUE stabilisce il principio della piena indipendenza politica della BCE. Esso non poteva essere più chiaro:
«nell’esercizio dei poteri e nell’assolvimento dei compiti e dei doveri loro attribuiti dai trattati e dallo statuto del SEBC e della BCE, né la Banca centrale europea né una banca centrale nazionale né un membro dei rispettivi organi decisionali possono sollecitare o accettare istruzioni dalle istituzioni, dagli organi o dagli organismi dell’Unione, dai governi degli Stati membri né da qualsiasi altro organismo»
Coerentemente, dispone l’obbligo per i governi degli Stati membri di astenersi da qualsiasi forma di ingerenza selle attività della BCE.
L’attribuzione dell’indipendenza politica alla BCE costituisce un fatto giuridico, istituzionale e politico maggiore, anomalo, non solo rispetto alle altre banche centrali nel mondo ma anche nel contesto dello stato attuale della costruzione dell’Unione europea.
4. Cosa significa l’indipendenza politica della BCE e quali le conseguenze ?
Primo. La politica monetaria europea è fuori dalla democrazia. Dissociazione tra economia/moneta e politica.
La BCE è l’unica banca centrale al mondo cui è stata attribuita l’indipendenza politica. Le altre banche centrali, compresa la Federal Reserve Bank, sono autonome, non indipendenti.
Alla base di questa anomalia radicale sta l’idea, accettata negli ultimi trent’anni anche dai poteri politici nazionali sovrani, che occorre staccare l’economia dalla politica ed affidare i compiti di gestione dell’economia, ed in particolare della politica monetaria, ad organi tecnici, « ossia indipendenti » (!?), capaci di dare fiducia ai mercati finanziari sulla « stabilità » del sistema bancario ed economico del paese.
Ciò spiega la ragione per la quale l’UE, sotto pressione dei mercati finanziari internazionali e degli agenti economici, ha accelerato la creazione della BCE e l’adozione dell’euro anche in assenza di uno Stato federale europeo, dando poteri sovrani ad un organo tecnico , la BCE. Così, a differenza dagli altri organi dotati di poteri pubblici, a cominciare dai governi e dai parlamenti, i membri della BCE non sono scelti attraverso un procedimento democratico ma cooptati dai loro pari. Inoltre, sempre in virtù ed in nome della fiducia da ottenere da parte dei mercati, si stabilisce che essi devono essere sottratti al sistema politico dei checks and balances democratici.
Di regola, in una democrazia rappresentativa è applicato il principio della separazione dei poteri, fondato su un sistema di checks and balances reciproci tra i tre poteri chiave: il legislativo (il parlamento); l‘esecutivo (il governo); il giudiziario (magistratura, inclusa la Corte costituzionale). In una democrazia il potere appartiene al popolo. Abraham Lincoln affermava che la democrazia è « il governo del popolo; attraverso il popolo, per il popolo ». Lo stesso dicasi della sovranità: il popolo è sovrano non altri. Certo, il potere sovrano non potendo essere esercitato da tutti i membri del popolo in ogni campo, a tutti i livelli ed in ogni momento, è stata concepita e messa in atto la democrazia rappresentativa costruita attraverso un sistema variegato e complesso di mutuo controllo e condizionamento tra le istituzioni rappresentative del popolo.
La presunta apoliticità e “neutralità degli organi tecnici , specie di organi cui sono affidate funzioni di grande rilevanza politica, è una pura impostura. Come si può’ credere che la manovra dei tassi d’interessi sia un atto non politico? La moneta è politica.
In realtà la tesi sulla a-politicità della BCE é stata imposta ed è difesa dai gruppi sociali dominanti che sono contrari all’intervento dello Stato e dei poteri pubblici (Parlamenti compresi) nell’economia e considerano che la politica deve essere sottomessa alla “leggi dell’economia di mercato”, libera capitalista. La neutralità degli organi tecnici è una finzione inventata per eliminare il ruolo dello Stato, specie democratico, e dello Stato del welfare. E’ tempo che i parlamentari europei realmente democratici e progressisti mettano fine all’impostura.
Secondo. L’unico potere sovrano nell’ambito dell’Unione europea è la BCE .
La BCE è politicamente indipendente in maniera sovrana, senza alcun controllo e contrappeso da parte delle altre istituzioni dell’Unione europea (quindi Parlamento europeo compreso). La Commissione europea ha il potere esclusivo di proporre un atto legislativo dell’Unione, ma non decide. Il potere legislativo appartiene al Consiglio dei Ministri che, a partire dal Trattato di Lisbona (2007) lo esercita in co-decisione con il Parlamento europeo. In caso di non accordo tra Il Consiglio dei Ministri, il Parlamento europeo e la Commissione europea, tocca ad un negoziato tripartito di risolvere il problema. Né il Consiglio dei Ministri, né il Parlamento europeo possono prendere l’iniziativa di proporre un atto legislativo europeo. Questo potere spetta alla Commissione che diventa un organo esecutivo una volta approvata una direttiva od una decisione dell’Unione. Nessuna delle tre istituzioni politiche dell’UE è sovrana. I poteri legislativi ed esecutivi sono condivisi. Tale ingegneria politica è sui generis, concepita per far funzionare un sistema istituzionale in continua evoluzione ed evitare squilibri di potere decisionale formale.
Ciascuna delle tre istituzioni menzionate dipende, per decidere ed agire, dalle altre ed é responsabile difronte alle altre. Questo spiega i frequenti conflitti e disaccordi in seno al Consiglio dei ministri europeo e del Consiglio europeo e del Parlamento europeo (i conflitti interni alla Commissione sono raramente portati in pubblico. Bella trasparenza !). Per decidere ed agire la Banca Centrale Europea non dipende dalle altre istituzioni, da nessuno. E’ sovrana, non deve domandare alcuna autorizzazione né aprire un negoziato con le altre istituzioni. Il suo potere è autoreferenziale.
Adottando gli articoli del Trattato di Maastricht relativi alla BCE, gli Stati europei hanno operato un vero e proprio abbandono di democrazia e di sovranità. Certo, da pochi anni, la BCE ha accettato di presentare una relazione annuale sulle sue attività al Parlamento europeo ma unicamente per informazione. Il Parlamento non é autorizzato a votare sulla relazione, né a proporre orientamenti e consigli vincolanti per l’anno in corso o per il futuro. La BCE ha anche accettato che i suoi dirigenti incontrino ogni tre mesi la Commissione del Parlamento europeo competente in materia economica, monetaria e finanziaria, ma esclusivamente per informazioni. E’ evidente che non si può’ dire che attraverso queste procedure vi sia un aumento di democrazia….nemmeno rappresentativa.
Il Parlamento europeo continua ad accettare la situazione. In realtà, i due gruppi politici che compongono la grande maggioranza che da anni « governa » il PE , (il PPE ed l’Alleanza dei Progressisti e dei Socialisti) hanno approvato l’indipendenza politica della BCE e ne sostengono in generale la politica monetaria anche se con qualche crescente dolore di pancia. Parte dei loro gruppi chiede alla BCE un allentamento della politica deflazionista ed interventi più massicci in favore degli investimenti.Inoltre, ad ogni incontro annuale con la BCE, il Parlamento domanda una maggiore trasparenza della BCE riguardo le sue decisioni ed azioni, per esempio via la pubblicazione dei verbali delle sedute del suo Consiglio direttivo.
Non é fare un facile populismo dichiarare che è uno scandalo inaccettabile che il Parlamento europeo, composto da persone elette dai popoli dell’Unione e rappresentanti sovrani legittimi di 509 milioni di cittadini europei, debba pregare un organo tecnico dell’Unione europea, composto di 18 persone, cooptate, senza alcuna responsabilità verso le altre istituzioni dell’UE, di accettare di pubblicare i verbali delle sue decisioni.
Gli argomenti addotti da coloro che, giuristi, economisti, politici, giornalisti, sostengono la democraticità del sistema in vigore non sono altro che un arrampicarsi penoso sugli specchi.
Consideriamo gli argomenti sulla responsabilità della BCE sulla base della « legittimità democratica in funzione delle procedure » e la « legittimità in funzione dei risultati ». Secondo la tesi della « legittimità democratica in funzione delle procedure » , il principio della democrazia sarebbe rispettato perché il presidente della BCE è nominato dal Consiglio dei ministri europeo e la sua nomina è confermata dal Parlamento europeo, due istituzioni emananti dal suffragio universale elettivo. Bella democrazia quella che si traduce in una procedura secondo la quale il Consiglio ed il Parlamento dell’UE si soddisfano di nominare più o meno consensualmente il capo di una terza istituzione, di natura tecnica, per dirgli « ed ora vai, fai quello che vuoi, non devi nemmeno renderci conto delle tue scelte, delle tue azioni ». Inoltre non ha senso pretendere che gli incontri con il Parlamento europeo, sopra ricordati, costituirebbero un ulteriore conferma della legittimità democratica crescente della BCE.
Per quanto riguarda la « legittimità democratica in funzione dei risultati », gli argomenti sono ancora più fasulli: essi dicono che se la BCE raggiunge l’obiettivo della stabilità dei prezzi al di sotto di un loro aumento del 2%, l’indipendenza della BCE va nell’interesse del popolo europeo perché la stabilità dei prezzi (sarebbe) alla base della crescita e del benessere socio-economico di tutti i cittadini dell’UE e quindi la BCE agirebbe in maniera responsabile nei confronti dei popoli dell’UE. Pura insulsaggine: non solo la crescita non si è fatta viva, ma l’impoverimento e le ineguaglianze economiche e sociali tra gli Europei a causa delle scelte deflazioniste non hanno fatto altro che aumentare ed intensificarsi. L’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, ha calcolato che nel 2013 i poveri dell’UE hénno raggiunto la cifra record di 123,4 milioni di persone sui 509 milioni di abitanti. Tra il 2010 ed il 2013 essi sono aumentati di più di 3 milioni nel mentre la ‘Strategia 2020” dell’UE si era impegnata a diminuire di 20 milioni il numero dei poveri tra il 2010 ed il 2020.
Terzo. La BCE è un potere indipendente, sovrano, sopranazionale in assenza di uno Stato europeo sovrano, di un governo federale europeo.
Contrariamente alla teoria ed alla pratica politica, la costituzionalizzazione dell’indipendenza politica della Banca Centrale Europea è avvenuta prima e in assenza di uno Stato europeo sovrano.
Tutti riconoscono che l’euro è una moneta cui non corrisponde alcuno Stato, caso unico al mondo. Le altre banche centrali esistono perché esiste uno Stato che le ha create. Non si può dire che l’Unione europea risponda alle caratteristiche di uno Stato federale né confederale a livello europeo, essa stessa rappresentando un caso del tutto speciale, anche se interessante ed innovatore, di un’entità politica statuale ancora in fase di formazione, per di più a geometria territoriale variabile. Il fatto che su 28 Stati membri dell’UE solo 19 facciano parte dell’Euroland, dimostra l’eccezionalità della sovranità sopranazionale « senza Stato » della BCE.
Normalmente, la moneta, come l’esercito, è l’espressione della sovranità dello Stato. Nelle nostre società affinché ci sia sovranità, specie quella del popolo, occorre che ci sia uno Stato. Un popolo che si considera tale, ma che è senza Stato perché gli altri popoli-Stato non non lo riconoscono come tale non è un popolo considerato sovrano ( é il caso ancora oggi del popolo basco, curdo, ed anche palestinese, per esempio ).
Nel contesto dell’Unione europea attuale, la BCE è la sola istituzione – pur essendo un organo tecnico – dotata di poteri effettivi sopranazionali. Un vero paradosso. Fino a poco tempo fa, gli Stati impegnati nella Comunità europea dichiaravano apertamente che il loro obiettivo ultimo era quello di creare l’unità dell’Europa sotto forma di Stati Uniti d’Europa, di un’ Europa confederale/federale, o di una Comunità europa con poteri sopranazionali, secondo le varie formule preferite da tale o tale Stato e da tale o tale corrente di opinione pubblica. Oggi, l’Unione europea ( il termine ha preso il posto di quello di « Comunità europea” in voga fino al 1992, e non a caso) è essenzialmente un’entità politica il cui principio di funzionamento è quello delle entità internazionali intergovernative. Le tendenze non mancano verso forme di sopranazionalità europea, ma non si parla più, nel contesto dell’UE, di politiche europee comuni. La regola è di parlare di « coordinamento delle politiche degli Stati membri ». Una regressione rispetto all’obiettivo dell’integrazione politica dell’Europa.
E’ in questo contesto di indebolimento dei processi d’integrazione federale/confederale/comunitaria, rafforzato dallo sgretolamento dei poteri degli Stati in materia di commercio, finanza, mercati, beni comuni , servizi pubblici, che il primato dell’economia e dei tecnici si afferma in maniera lampante, senza sotterfugi. La BCE è l’esempio macroscopico del primato della moneta, fondato sulle logiche capitaliste e sugli interessi finanziari, sul popolo e sui cittadini in generale, e sull’integrazione politica europea democratica in particolare.
Grande è il paradosso giuridico, istituzionale e politico anche perché, come dimostrano gli ultimi venti anni, l’esistenza di una moneta comune, l’euro, non si è tradotta in una spinta a favore della creazione di un potere politico sovrano europeo, come professato fin dagli anni ’60 dalla concezione funzionalista dell’integrazione europea. E’accaduto il contrario. Oggi, la sovranità sopranazionale della BCE è diventato un forte ostacolo alla formazione di uno Stato europeo sopranazionale democratico, socialmente giusto.
Il sistema BCE dimostra che questa Unione europea deve essere profondamente rivista e modificata.
E’ illusorio credere che da un sistema che, per volontà delle stesse classi politiche dirigenti, ha privatizzato il potere politico, ha dato ai privati tutto il potere economico e ha favorito la crescita dell’ingiustizia e della disuguaglianza sociali, possa (ri)nascere un’Europa democratica, giusta socialmente, economicamente cooperativa e solidale, ecologicamente sana.
Occorre favorire i processi di concezione e di promozione di un’Altra Europa, partendo fra le altre priorità dallo smantellamento dei principi dell’Unione Economica e Monetaria e dei suoi elementi costitutivi, primo fra tutti l’abolizione dell’indipendenza politica della Banca Centrale Europea.
5. L’abolizione dell’indipendenza politica della BCE. Cosa e come fare concretamente ?
Propongo di sviluppare questa azione in tre fasi:
Fase 1. Priorità: attività di informazione e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla BCE, le sue criticità, anomalie, imposture, paradossi e conseguenze negative per i cittadini europei e l’integrazione politica democratica sopranazionale. I cittadini italiani (ed europei) sanno poco e quel che sanno è incerto, confuso,sovente mistificatore. Hanno soprattutto l’impressione che non possono far niente.
In questa fase si dovrà soprattutto far capire che la BCE è al centro dello smantellamento della politica e della democrazia tout court, insistendo, in particolare, sui legami tra il sistema monetario e finanziairo attuale e gli scandali LIBOR e quello della manipolazione dei tassi di cambio delle monete, cosi come con l’aumento del debito pubblico. Essa dovrà essere condotta in accordo con il sostegno dei parlamentari europei sensibili e favorevoli all’obiettivo a lungo termine dell’abolizione dell’indipendenza politica della BCE.
Si tratterà di produrre uno o più opuscoli, brevi, ben presentati, per grande diffusione, di organizzare incontri, conferenze, di scrivere articoli, dare interviste.
Periodo : febbraio – ottobre 2015
Fase 2. Priorità : attività d’informazione e di analisi approfondite sui legami tra sistema monetario europeo attuale (BCE) e l’inasprimento degli effetti delle cause strutturali all’origine dei processi d’impoverimento in Europa. Lo sradicamento dei processi d’impoverimento passa necessariamente dalla modifica radicale del sistema monetario e finanziario attuale. Mobilitare i comuni DIP.
In questa fase si dovrebbe giungere alla presentazione pubblica (specie in direzione del parlamento italiano e dei parlamentari europei) di un dossier su “BCE, politica monetaria e impoverimento in Italia ed in Europa” Il dossier dovrebbe essere in circolazione per i primi di ottobre per costituire la base di un’iniziativa (deposito di una proposta di legge, o presentazione di un piano d’azione europeo, o lancio della creazione di organi cittadini permanenti preposti al monitoraggio della politica monaria europea, o campagna nazionale per la creazione di monete “locali” e ri-invenzione delle banche cooperative e mutualiste). In questa fase si tratta di agire sui vari elementi del sistema per sgretolarne l’unità e la compattezza.
Periodo : da aprile 2015 a giugno 2016
Fase 3. Priorità : attività propositive di adozione di nuove disposizioni legislative, di creazione di nuove istituzioni politiche democratiche in materia di politica monetaria e finanziaria,e sviluppo di nuove pratiche collettive. Una particolare attenzione dovrebbe essere data alla proposta di ripubblicizzazione delle casse di risparmio e di banche d’investimento locali, nel quadro di nuove regole di differenziaziooe tra banche di deposito e di credito. In questo campo, il terreno è molto fertile di iniziative nazionali ed europee
Mobilitare i Comuni DIP ed il coinvolgimento delle altre associazioni/movimenti /gruppi impegnati in materia.
Category: Dichiariamo illegale la povertà, Osservatorio Europa