Giovanni Benzoni: Nella speranza che la mia ossessione sia occasione di memoria civile a Venezia di Venezia

| 27 Agosto 2022 | Comments (0)

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Senza girarci troppo in tondo, faccio quello che mi è più semplice e forse anche più utile a chi abbia la voglia di leggere questo scritto, che parla delle operette che ho promosso e che entro quest’anno completeranno il piano che mi si è precisato in corso d’opera, grazie al generoso contributo di scritti che ho potuto raccogliere da oltre centotrenta persone che hanno dato credito a questo impegno, che preferisco chiamare ossessione, data la mia età e la tardiva mia scoperta di quanto mi stia a cuore Venezia, la città dove vivo da quasi settant’anni dopo una felice infanzia a Belluno. E i primi anni a Venezia per me sono stati segnati da un prolungato adattamento alla vita in un luogo senza verde, bicicletta, i giardinetti di piazza dei Martiri e il sagrato del Duomo. In un ambiente dove i miei coetanei giocavano a cimbali e a tacco e non facevano il giro d’Italia con le balute. Come ho scritto altrove per presentare il primo libretto dedicato all’incredibile vicenda del Mose questo mia ossessione degli ultimi tre anni è nata dalla domanda che mi si è imposta in termini che dico weiliani che hai fatto tu per la città in cui vivi e bene? A questa domanda ho avuto modo di indicare sia la profondità della domanda sia la mia risposta (del tutto parziale) presentando la prima operetta, Sotto il segno del Mose. Venezia 1966-2020 ne «il tetto» (nn.336-337 aprile-giugno 2020)

Per raccontare che cosa mi ha spinto a questo lavoro con Salvatore Scaglione cui va il merito della scrittura (::: ). Il Mose l’ho sentito come l’idolo corrotto e corruttore, in un preciso momento dell’ottobre scorso /2019/. (…..). Negli anni sono stato critico, se non contrario al Mose; speranzoso che, visti il continuo rinvio del fine opera (che tuttora permane), non si sarebbe fatto. Ho partecipato alle manifestazioni della minoranza attiva che oltre al Mose era cosciente delle distorsioni causate dall’onda turistica dilagante, dal fenomeno immediatamente percepibile come fuori luogo, delle Grandi Navi nel bacino di san Marco. Mi sono sentito rappresentato in un manifesto del 2004 dove sopra il disegno di una testa di pescecane sta scritto: “Il MOSE fa bene solo a chi lo fa”. Malgrado fossi avvertito sono stato tra coloro che hanno partecipato alle regalie che per anni, , sono state elargite dal Consorzio Venezia Nuova che è stato per Venezia, quello che negli stessi anni  dal 1990 al 2014-  è stato il Monte dei Paschi per Siena. (…) Ne ho beneficiato anche per riuscire a produrre la versione cinematografica di Venezia salva, la tragedia di Simone Weil. per la quale ho lavorato come raramente mi era capitato ( cfr. Simone Weil Venezia salva con DVD del film di Serena Nono, Castelvecchi editore Roma 2013); la liberalità del Consorzio compare nei titoli di coda del film. A metà dell’ottobre scorso /2019/ ho partecipato ad una delle tante riunioni della società civile, come si diceva un tempo, per cercare di favorire la nascita di un ampio fronte capace di competere nelle elezioni per il rinnovo della Amministrazione comunale, bloccare la rielezione dell’attuale sindaco Brugnaro e soprattutto per prospettare una visione della città, supportata da scelte amministrative praticabili.: «che hai fatto, tu che hai fatto, per impedire lo scempio del Mose ?» L’interrogativo mi è nato con una tale  forza  che ho capito che cosa è l’obbligo  secondo la Weil  e ho rivissuto il dramma di Jaffier, il capo della congiura di cui tratta la tragedia Venezia salva. E’ un dover agire costi quel che costi, non ci sono leggi, ragioni e tanto meno convenienze e prudenze che possano giustificare la tua disattesa E mi sono ‘placato’ nel tentare almeno qualcosa di tangibile per un dovere di memoria per me stesso e grazie al coinvolgimento di altri, a partire dal lavoro di Salvatore Scaglione, se possibile per una vasta cerchia di lettori, sia tra i residenti in città sia tra quanti e sono davvero moltitudini che amano questa città. A lavoro completato, che per me è l’atto primo di questo tentativo di “salvarmi l’anima”, mi è diventata sempre più chiara la prospettiva di proporre il secondo atto, all’interno della tragedia che incombe su ciò che resta della città di Venezia, di quella almeno che mi è stato dato di conoscere in gioventù.” Ecco con questa lunga autocitazione si spiega il senso della mia ossessione che è pure diventata una occasione per me di promozione e accompagnamento di un progetto editoriale che spero non faccia male a nessuno mentre a me fa altro che bene, visto che è stato un impegno che sta dando risultati a quello che è stato ed è un progetto in progress. Dove le continue scoperte e conferme che quasi ogni giorno faccio hanno trovato una loro collocazione sia nelle operette sinora uscite,sia nelle ultime due che entro l’anno completano il progetto ( una dedicata alla casa e l’altra al lavoro che con l’ospitalità sono, a mio parere, le tre parole guida che, intrecciate tra loro, possono essere la base di un sapiente ed efficace lavoro politico. Urgente ma rispetto al quale sinora con gradi e forme di responsabilità diverse, l’insieme della città sta continuando a dare prova di totale inadeguatezza, sino a forme di cinismo e affarismo che non hanno pari, se non nell’attribuire a chi ne è affetto l’essere posseduto dai frutti perversi della cecità, della sordità e della cupidigia. Posseduti dal diavolo, direi se non temessi di apparire ancorato a una visione difficilmente accettata oggi, ma davvero non vedo giudizio più calzante. Ed il dominio è tale che ogni necessaria lungimiranza è pari a zero.

Sono queste le considerazioni cui sono giunto con la produzione delle Oselle e dei Tolettini con la piena disponibilità e gentilezza dell’editore Giovanni Pelizzato de La Toletta edizioni di Venezia che mi hanno spinto a proporre da settembre di questo 2022 una mobilitazione generale di tutte e tutti, di ogni ceto, condizione sociale, appartenenza e via dicendo. Non nascondo il mio interesse a poter condividere il senso e la fattibilità di questa impresa che mi prende, a opera cartacea quasi conclusa con tutte le persone che ritengono di essere curiose di capire di che si tratta.

I FRUTTI DELL’OSSESSIONE SINORA PRODOTTI

«Oselle» •

Giovanni Benzoni, Salvatore Scaglione, Sotto il segno del Mose. Venezia 1966-2020, 2020, pp. 192•

Dal caranto della Laguna. Voci per Venezia, a cura di Giovanni Benzoni, 2020, pp. 560

Ascolta Venezia, a cura di Giovanni Benzoni, 2020, pp. 256, con allegata una chiavetta, a cura di Daniele Goldoni, con musiche di Luigi Nono, Claudio Ambrosini, Paolo Furlani, Luca Mosca, Giovanni Mancuso, Mauro Sambo e Luisa Ronchini

«I Tolettini»

Gino Benzoni, Scritti inattesi, 2021, pp. 196 • Oltre, adesso, a cura di Giovanni Benzoni, 2022, pp. 288

Cesare De Piccoli, Con Berlinguer a Venezia, 2022, pp. 52

Venezia. Tra accoglienza e sopravvivenza, a cura di Giovanni Benzoni, 2022, pp. 184

 

Category: Dibattiti

About Giovanni Benzoni: Dal 1945 al 55  a Belluno; a Venezia dalla quinta elementare. Insegnante; dal 1980 all’85 assessore al decentramento nella giunta di sinistra, successivamente consigliere di quartiere. Per 19 anni presidente della Casa dell’Ospitalità (sino al 2016)  e per tre (2007-2010) presidente della Accademia alla Belle Arti di Venezia. Dal 1967 al 1970 conosce Roma come presidente della FUCI.

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