Roberto Roversi: L’Italia sepolta sotto la neve
Nevica e riprendo in mano un poema di Roberto Roversi “L’Italia sepolta sotto la neve” (AER Pieve di Cento, 2010), splendido. Da cui traggo alcuni versi sparsi. Spigolature. [Bruno Giorgini]
(..)/nell’inverno lo stile è tutto/ lo stile barocco fondato sulla/ razionalità della scuola emiliana (..)
/E’ nel blu del blu la guerra dei mondi/ che annega/ o sopravvive in barche che remigano/ da riva a riva (..)
/Ciò che lui ha detto ha fatto. Così è scritto./ Lascia cadere parole/ un uomo vecchio alle spalle le raccoglie piangendo./ Sul nome di antichi poeti le rovine edifi/cano pietre edifica il tempo. (..)
/L’incendio si è spento la radioattività cala/ nel regno delle rondini e della tramontana (..)
/L’acqua ha una architettura di calce galleggiano/ i tre corpi che vengono da lontano (..)
/anche da noi in famiglia/ oggi il natale si con un pezzo di pane soltanto (..)
/Dove succedono le cose cominciò a nevicare il giorno ventotto (..)
/mentre attendiamo piccoli prodigi al principio dell’estate/ le mani sopravvivono all’inverno sul fiume Po/ lentamente (..)
/Qualcuno si ricompone sulle onde del desiderio/ con occhi che ascoltano voci (..)
/E’ più facile che una voce si conservi sotto la neve. (..)
/La cadenza è quella delle pietre/ il respiro della peste la peste può sopraggiungere.(..)
/Licenziato dalla FIAT, abbandonato dalla moglie dai figli/ Damiano Allegretti operaio/ i sassi (..)
/Neve neve soltanto sognata prima dell’addio o/ del ritorno/ soldati/ Soldati e mendicanti fra i ruderi.(..)
/Quando ebbi finito di leggere tutte le poesie/ cominciai a vendere libri coperti di polvere.
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