Nello Rubattu: Foibe e rimozioni

| 13 Febbraio 2023 | Comments (0)

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Ho letto che il solito sottosegretario di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, visto l’andazzo di Sanremo, vorrebbe che fra le tante celebrazioni da quel palco se ne facesse una per ricordare i morti delle foibe. Erano italiani che fra il 1944 e il ’45 le truppe di Tito, riprendendo i loro territori jugoslavi dai fascisti, passarono per le armi. Furono 7.000 i civili italiani uccisi e buttati nelle foibe del Carso.

Brutta storia, bruttissima.

Una pagina tragica che è giusto ricordare.

Quei morti si meritano almeno il nostro ricordo.

Però, egregio onorevole, possibile che la sua memoria sia così corta e non dica che quei morti italiani sono i malefici frutti di quella “feroce conquista della Jugoslavia da parte delle truppe fasciste?”

Allora, dal momento che lei sembra dimenticarlo le voglio solo ricordare che le truppe italiane, fra il 1942 e’43, comandate dai generali Mario Roatta, Mario Robotti e Alessandro Pirzio Biroli, si sono rese responsabili di una delle peggiori tragedie della seconda guerra mondiale.

Mussolini voleva la Slovenia, la Croazia e il Montenegro e per due anni l’ha tenuta a suon di stragi, villaggi bruciati con gli abitanti dentro, campi di prigionia dove si facevano morire di fame donne, vecchie e bambini, omosessuali e ebrei, sempre slavi.

Tralasciamo le violenze e gli stupri perpetrati dai bersaglieri e dagli alpini (tutto documentato dalle commissioni di inchiesta italiane, caro onorevole), ma i dati che ora mi pregio elencarle sono quelli ufficiali della commissione speciale a suo tempo presieduta dal senatore Luigi Gasparotto.

Questi sono i conti della vergogna, riferiti al biennio 1942-43:

18.708 civili rastrellati, di cui la metà morti per fucilazione e inedia:

5.000 civili fucilati in Slovenia;

200 bruciati vivi;

900 partigiani passati per le armi;

7000 morti di fame nei campi di concentramento della Croazia;

50.000 gli internati dei diversi campi istituiti nei territori dell’ex regno jugoslavo.

Potrei continuare, ma volevo solo ricordarle che tutto questo è accaduto e i criminali erano tutti “italiani”.

Quella congrega di generali di cui le ho detto prima, sono arrivati a forme così brutali di repressione che hanno stupito gli stessi tedeschi, i quali scrissero lettere incazzate al duce dicendogli che se “Pirzio Biroli” non la smetteva con i suoi massacri ci avrebbero pensato loro a calmarlo!

Gli sloveni in quegli anni hanno odiato gli italiani come mai era successo nella storia millenaria di quei territori; e il loro odio verso gli italiani, appena le cose sono cambiate, cioè dal 1944, si è materializzato nella tragedia delle foibe, con 7.000 morti di civili (ma probabilmente 11.000).

Brutta storia, caro onorevole, davvero schifosa.

Io credo che le foibe siano un delitto contro l’umanità e che “nessuno”, ma proprio nessuno dovrebbe essere oggetto d simili barbarie. Però la storia dobbiamo leggerla tutta e non dobbiamo vergognarci di assumerci le nostre responsabilità.

I civili sloveni, croati e montenegrini passati per le armi, sono stati non meno di trentamila, probabilmente di più: venivano uccisi perché, come dicevano quei macellai di generali “si liberava territorio per gli italiani”.

Gli sloveni dovevano essere eliminati, punto e basta.

La cosa tragica è che è tutto documentato caro onorevole, con atti ufficiali burocraticamente ordinati negli archivi dei ministeri fascisti e oggi a disposizione degli studiosi. Ma basta fare un salto alla fondazione Luigi Gasparotto, per capire a quale livello di porcherie erano arrivate in quel tragico biennio ’42/43 le autorità di occupazione italiane della Jugoslavia.

Che fine hanno fatto quei generali che erano al comando delle truppe italiane?

Nulla, non hanno avuto nessuna conseguenza a parte Roatta che ha subìto una specie di processo che lo ha rilasciato libero subito dopo: Robotti è morto con la sua pensione di generale a Rapallo nel 1955; Roatta, che grazie agli inglesi scappò prima del processo e poi, però, ritornò da libero cittadino, morì con le stellette di generale nel 1968; Pirzio Biroli, grande schermidore, addirittura olimpico, è morto anche lui a Roma nel 1962.

Eppure l’Onu su di loro aveva emesso degli ordini di cattura in quanto criminali di guerra!

Ma niente gli italiani da quell’orecchio proprio non ci sentivano e, a quanto pare, non ci sentono neanche.

Gentile onorevole, che lei sia di destra a me poco importa, io non lo sono e va bene così. Ma se avessimo un minimo di coscienza umana i morti dovremmo onorarli tutti: italiani, sloveni, croati e montenegrini. Sono stati anni tragici quelli della seconda guerra. Anni in cui viene ancora oggi difficile capire chi sono i cattivi e chi i perseguitati.

E’ stata una brutta guerra: inumana, violenta e senza un minimo di rispetto per i civili e per il codice morale di guerra.

Sappiamo chi quella guerra l’ha voluta, ma questo sicuramente fa capire i perché, ma non giustifica niente e nessuno. L’Italia dovrebbe comunque chiedere scusa e ricordarsi che i morti di quella guerra bisognerebbe ricordarli tutti non solo una parte.

Commemorare le foibe dovrebbe avere questo significato e nessun altro.

Egregio onorevole, i tedeschi hanno aperto i loro cuori e con onestà si sono assunti le loro responsabilità, gli italiani no e continuano a fare la parte delle vittime innocenti.

Sarebbe ora di smetterla.

 

Category: Dibattiti

About Nello Rubattu: Nello Rubattu è nato a Sassari. Dopo gli studi a Bologna ha lavorato come addetto stampa per importanti organizzazioni e aziende italiane. Ha vissuto buona parte della sua vita all'estero ed è presidente di Su Disterru-Onlus che sta dando vita ad Asuni, un piccolo centro della Sardegna, ad un centro di documentazione sulle culture migranti. Ha scritto alcuni romanzi e un libro sul mondo delle cooperative agricole europee. Attualmente vive a Bologna

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