Roberto Dall’Olio, Max Horkheimer: Il grattacielo
1. Roberto Dall’Olio: Il grattacielo
Il mondo di oggi…
…appare un grattacielo…
ai piani alti
la meglio società
finanzieri magmati
lobbisti chiese
banchieri industriali
potenti politici
sedicenti intellettuali
imbonitori di vario genere
poi a scendere
polvere e cenere
di stelle
uomini dello spettacolo
dello sporti
dell’elite militare
alta borghesia degli affari
e poi poi
locali vuoti
da affittare
a studi specializzati
in grovigli formali
questioni legali
e tassazioni
vessazioni mascherate
la sera se ne vanno
costoro
imprese interinali
di pulizia riassettano
i locali
per
weekend esclusivi
massaggi incontri
vite notturne
altri sono
appartamenti sfitti
svuotati
dal ceto medio
rimasto
con il cerino in mano
della pubblica opinione
sceso ai piani bassi
lasciati liberi
dai nuovi poveri
della globalizzazione
impiegati operai
piccoli artigiani
giù ancora
al piano terra
disoccupati
lavoratori occasionali
precari
ancora stanno
sulla soglia ufficiale
dell’edificio
splendido
monumentale
nel cui scantinato
si agitano
i dannati della Terra
immigrati
sbandati
violenti
affamati
rifugiati
asociali
malati mentali
tutti insonorizzati
per non udire
ciò che sotto di loro
accade
sperimenti su animali
mattatoio del mondo
naturale
senza limiti…
genocidi di ogni colore
domina il grigio
l’uniforme della guerra…
ma lassù
al terrazzo
dell’ultimo piano
cocktails drinks
aperitivi
festini
teoretiche discussioni
del rifare il mondo
regali
regalie
qualcuno che non c’entra
paga
ma
nessuna camera
con vista
il cielo è offuscato
forse
paralizzato
inquinato
e la legge morale
dentro di noi?
Siamo soli
atomi di vite offese
la legge morale
ci viene
chirurgicamente estratta
per la lotteria
laggiù
ai discount delle sorprese
2. Max Horkheimer : Il grattacielo
Vista in sezione, la struttura sociale del presente dovrebbe configurarsi all’incirca così: su in alto i grandi magnati dei trust dei diversi gruppi di potere capitalistici che però sono in lotta tra loro; sotto di essi i magnati minori, i grandi proprietari terrieri e tutto lo staff dei collaboratori importanti; sotto di essi – suddivise in singoli strati – le masse dei liberi professionisti e degli impiegati di grado inferiore, della manovalanza politica, dei militari e dei professori, degli ingegneri e dei capufficio fino alle dattilografe; ancora più giù i residui delle piccole esistenze autonome, gli artigiani, i bottegai, i contadini e tutti quanti, poi il proletariato, dagli strati operai qualificati meglio retribuiti, passando attraverso i manovali fino ad arrivare ai disoccupati cronici, ai poveri, ai vecchi e ai malati.
Solo sotto tutto questo comincia quello che è il vero e proprio fondamento della miseria, sul quale si innalza questa costruzione, giacché finora abbiamo parlato solo dei paesi capitalistici sviluppati, e tutta la loro vita è sorretta dall’orribile apparato di sfruttamento che funziona nei territori semi-coloniali e coloniali, ossia in quella che è di gran lunga la parte più grande del mondo.
Larghi territori dei Balcani sono una camera di tortura, in India, in Cina, in Africa la miseria di massa supera ogni immaginazione.
Sotto gli ambiti in cui crepano a milioni i coolie della terra, andrebbe poi rappresentata l’indescrivibile, inimmaginabile sofferenza degli animali, l’inferno animale nella società umana, il sudore, il sangue, la disperazione degli animali.
Questo edificio, la cui cantina è un mattatoio e il cui tetto è una cattedrale, dalle finestre dei piani superiori assicura effettivamente una bella vista sul cielo stellato.
Max Horkheimer, «Il grattacielo», da Crepuscolo. Appunti presi in Germania 1926-1931, Einaudi 1977, pp. 68-70
Category: Arte e Poesia, Economia