Hubert Bost: Il professor Tiyip Taspholat, presidente dell’Università del Xinjiang, scomparso nel 2016 a Pechino, è stato condannato a morte dal governo cinese.
Luca Crisma, che sta seguendo a Parigi un Dottorato di ricerca in filosofia medievale, ci segnala e invia la traduzione di questo testo scritto in data 10 ottobre 2018 da Hubert Bost, Presidente dell’École Pratique des Hautes Etudes
Il professor Tiyip Taspholat, presidente dell’università del Xinjiang, scomparso nel febbraio del 2016 a Pechino, è stato in questi giorni condannato a morte dal governo cinese.
Tiyip Taspholat, cinese di origine uigura, dottore in scienze dell’ingegneria, è professore di geografia all’università del Xinjiang. Studia l’ambiente, in particolare le zone aride, per il telerilevamento satellitare. È stato vicepresidente (1996-2010) e poi presidente dell’università di Xinjiang (2010-2017). Il suo alto valore accademico è stato riconosciuto da parecchie istituzioni scientifiche cinesi ed è membro del partito comunista cinese.
Egli è anche uno dei principali artefici del programma scientifico interdisciplinare Water, Ecosystems and Sustenable Developement in Arid and Semi-arid Zones (WATARID) nel quale l’École Pratique des Hautes Études (EPHE) è stata molto coinvolta (2006-2017) grazie all’incitamento di Marie-Françoise Courel. Gli è stato conferito il titolo di doctor honoris causa dall’EPHE alla Sorbona il 14 novembre 2008 (vedi foto in alto).
Il professor Taspholat è stato visto per l’ultima volta dai suoi colleghi francesi nel febbraio 2016. È scomparso nell’aereoporto di Pechino. Il suo arresto è stato reso pubblico della stampa internazionale. Il pretesto avanzato è quello di “doppio gioco”: si accusano gli intellettuali e i funzionari uiguri di nutrire un segreto attaccamento per la loro cultura locale e musulmana, anche se hanno aderito al partito comunista cinese. Si è da poco scoperto che è stato condannato e che è agli arresti.
Oltre alla cerimonia dei dottorati honoris causa di quest’anno di 150° anniversario dell’EPHE, a cui avevo invitato il professor Taspholat, ho manifestato la nostra viva inquietudine nel mio discorso ufficiale alla Sorbona il 21 giugno 2018.
Questa scomparsa non è isolata. Altri colleghi dell’università di Xinjiang – di cui alcuni avevano partecipato al programma Watarid – hanno conosciuto la stessa sorte. L’idrologo Hamit Himit, direttore del dipartimento del turismo, è morto in circostanze poco chiare, dopo che era stato respinto dall’università. Il presidente dell’università di medicina, Hahmurat Ghopur, amico del professor Taspholat, è stato condannato alla pena capitale. Quest’onda si è estesa fino al governo cinese. Così è sparito anche Nur Bekri, ministro delle risorse energetiche, di origine uigura.
Quest’onda di repressione cinese, poco conosciuta in Europa, deve allertarci e mobilitarci. Agiamo affinché le nostre autorità richiedano la liberazione del professor Taspholat e dei suoi colleghi.
Hubert Bost, Presidente dell’École Pratique des Hautes Etudes, Paris
Category: Ambiente, Carceri, Osservatorio Cina, Osservatorio internazionale
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Giulia Casellato
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