Rosi Braidotti

Rosi Braidotti è nata a Latisana (Udine) nel 1954 nella bassa friulana. Ha un fratello e una sorella più piccoli e compie i primi anni di studi al Liceo Classico di Udine. Nel 1970 la sua famiglia decide di emigrare in Australia e Rosi lascia nonni, cugini e amici con grande dolore per affrontare un lungo viaggio in nave per non si sa dove. Non conosce una parola di inglese, comincia a studiarlo durante i quaranta giorni di traversata; dopo molti scali e avventure, arriva in un poco accogliente sobborgo per emigrati italiani di Melbourne dove cercherà faticosamente di ambientarsi e ricucire un nuovo modo di vivere. Questo sradicamento procura un grande dolore nella adolescente Rosi, ma porrà i fruttuosi semi di una promettente carriera di “filosofa del nomadismo”. Si laurea all’Università di Canberra nel 1977 conseguendo immediatamente due importanti riconoscimenti: la University Medal in Philosophy e l’University Tillyard Prize. Con una borsa di studio si trasferisce a Parigi per il Dottorato in Filosofia alla Sorbona, che ottiene nel 1981. Parigi è un crogiuolo di avvenimenti e occasioni e gli anni trascorsi lì sono cruciali per la sua formazione filosofica ed esistenziale: conosce infatti Foucault, Barthes, Simone de Beauvoir e Luce Irigary, ma soprattutto Gilles Deleuze con il quale darà vita a un duraturo sodalizio teorico. A Parigi incontra anche il femminismo e la psicoanalisi che imprimeranno un’ulteriore svolta al suo pensiero.
Nel 1988, a soli 34 anni, ottiene la prestigiosa cattedra - la prima in Europa - di Women’s Studies nell’antica e blasonata Università di Utrecht, in Olanda, mentre nel 1995 fonda e dirige la Netherland Research School of Women’s Studies, incarico che manterrà fino al 2005. In questo volgere di anni Rosi si può considerare una delle fondatrici degli studi di genere in Europa, l’iniziatrice di network europei come ATHENA e NOISE e una delle femministe teoriche più significative. Fondamentali, in questo senso, le sue opere: Patterns of Dissonance, Nomadic Subjects: Embodiment and Sexual Difference in Contemporary Feminist Theory, Metamorphoses: Towards a Materialist Theory of Becoming, Transpositions: On Nomadic Ethics.
Nel 2005 diviene Distinguished Professor in the Humanities e direttore del nuovo Centre for the Humanities dell’Università di Utrecht.
L’8 marzo 1998 grazie ad una nuova legge del governo olandese ha potuto sposare la sua compagna di vita Anneke Smelik docente di Visual Art all’Università di Nijmegen, con una cerimonia toccante, seguita da una bellissima festa con famiglie e amici arrivati da ogni angolo del mondo.
Rosi è cittadina italiana e australiana ma risiede stabilmente in Olanda; figura fondamentale nella scena culturale europea e internazionale a cavallo dei due secoli, è una pensatrice originale ed eccentrica nell’ambito della filosofia femminista, dell’epistemologia, del post strutturalismo e della psicoanalisi, ed ha saputo coniugare un grande rigore di studio con una intensa generosità nelle relazioni d’amicizia.

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Rosi Braidotti e l’interpretazione del deleuziano “soggetto nomade”

| 1 Giugno 2015 | Comments (0)
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      Diffondiamo in occasione della festa della Repubblica del 2 giugno dalla Enciclopedia Treccani, www.treccani.it questa lezione su Rosi Braidotti (le altre tre voci diffuse in questa rivista on line nella rubrica “Donne, lavoro, femminismi” sono su Luce Irigaray, Luisa Muraro e Adriana Cavarero)   Rosi Braidotti è certamente una delle esponenti più […]

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Rosi Braidotti: Il femminismo post umano

| 18 Maggio 2015 | Comments (0)
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Diffondiamo due recensioni del libro di Rosi Braidotti 1. Claudia Landolfi: Il femminismo postumano di Braidotti nel capitalismo avanzato: con o senza genere? da www.noidonne.org 18 maggio 2015 Il postumano di Braidotti  (edito da Derive Approdi, 2014) è un libro di etica. Un libro che può risultare, di primo acchito, difficile. Per conquistare delle chiavi di […]

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