Marina Montella: Via dei Bambinai a Palermo

| 7 Febbraio 2015 | Comments (0)

 

 

 

“Ci sono a Venezia tre luoghi magici e nascosti. Uno in calle dell’Amor degli Amici, un secondo vicino al ponte delle Meravegie, il terzo in calle dei Marrani, nei pressi di San Geremia nel Ghetto Vecchio. Quando i veneziani sono stanchi delle autorità costituite vanno in questi tre luoghi segreti e aprendo le porte che stanno nel fondo di quelle corti se ne vanno per sempre in posti bellissimi e in altre storie.” Questo è il celebre inizio di Corte Sconta detta Arcana di Hugo Pratt.

Mi sono chiesta se questi luoghi magici e nascosti si trovassero in tutte le città e, con mia grande sorpresa ho scoperto di sì. A Palermo una porta per accedervi è posta dietro alla barocca chiesa di San Domenico, proprio accanto alla Vucciria, nella via che una scritta ormai sbiadita e quasi illeggibile denomina come “Via dei Bambinai”, qui, dopo lo splendido Oratorio del Rosario, ci sono delle botteguzze dalle saracinesche abbassate da anni, qui c’ è la sede dell’ Associazione amici del Serpotta, dalla cui vetrina polverosa si intravvede un busto in argilla del grande maestro, qui si costeggia il muro di Palazzo Pantelleria, ma qui può anche accadere che, entrando per l’ uscio segreto, si incontrino Angelo e Giuseppina due fratelli, gli ultimi esecutori di un mestiere che non esiste più: gli aggiustatori di bambole e i costruttori di Bambinelli perfetti che i devoti compravano per il loro presepe in ceroplastica, semplici o meccanici.

Via Roma è lì a due passi ricca di negozi con cellulari di ultima generazione, ma qui si formano tra le mani operose e precise di Giuseppina e Angelo, piccoli capolavori artistici e di meccanica, i cui materiali e i cui meccanismi sono ancora quelli che si usavano, in questa stessa via, sin dal1600.

I due fratelli mi hanno fatto l’ onore di farmi accedere nel loro laboratorio: mi si è parato davanti uno scenario incredibile: accatastati in un disordine polveroso e senza tempo si trovavano bambole ottocentesche aggiustate, pezzi di gambe, di braccia, teste, ex voto in argento finemente cesellati, presepi di ogni dimensione in cera curati in maniera maniacale, carillon con Bambinelli che aprono e chiudono gli occhi, Madonne bellissime avvolte in trine preziose… Non ci potevo credere. So che è tutto improbabile, che le leggi di mercato impediranno a questa nicchia di artigianato di continuare ad esistere, ma sono una incorreggibile sognatrice e spero che questo passato così lontano di operosità quasi alchemica (perché non è solo la cera che compone i Bambinelli, ma un miscuglio segreto mai scritto e che è ormai riposto solo nella mente di questi due ultimi depositari, che lo hanno ricevuto dalle loro ave e che lo custodiscono gelosamente) possa convivere e prosperare con tutti i cellulari di ultima generazione.

L’ uscio segreto ci si chiude alle spalle saluto con baci e abbracci Angelo e Giuseppina che ci accompagnano sino alla trafficata via Roma e che improvvisamente scompaiono in un vicoletto buio: io e Vilma, l’ amica che spesso mi accompagna in queste improbabili scorribande, rimaniamo sole. Le domando allora stupita se quello che abbiamo appena vissuto sia stato davvero un incontro reale.


Category: Arte e Poesia, Osservatorio Sicilia, Osservatorio sulle città

About Marina Montella: Marina Montella è nata a Palermo nel 1953 . Insegnante di italiano in Italia, ad Asmara a Bogotà e a Madrid in questi paesi esteri ha svolto anche attività di volontariato presso le Missioni dei Padri Pavoniani, occupandosi dei ragazzi di strada, in pensione dal 2010 attualmente vive a Mestre.

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