Riccardo Cesari: Test Invalsi, molte ombre e qualche luce dalla scuola

| 18 Novembre 2023 | Comments (0)

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Riccardo Cesari, Università di Bologna

Test Invalsi: molte ombre e qualche luce dalla scuola

In molta pubblicistica corrente, il “disastro” della scuola italiana è considerato talmente evidente che sembra quasi non valga la pena documentarlo, quantificarlo e seguirne l’evoluzione.

I recenti dati Invalsi (https://invalsi-areaprove.cineca.it/index.php?get=static&pag=rapporti_invalsi ), fortunatamente, consentono di valutare, per i vari gradi dell’istruzione primaria e secondaria, sia il livello raggiunto dagli studenti sia l’evoluzione dell’apprendimento nel tempo.

Fatta eccezione per il 2020, anno drammatico di pandemia che non ha consentito lo svolgimento della rilevazione, è possibile seguire l’evoluzione per le tre grandi aree dell’Italiano, della Matematica e dell’Inglese. (Si noti che per la II media superiore manca anche la rilevazione del 2021).

Sia per l’Italiano (Fig. 1) che per la Matematica (Fig. 2) si nota una caduta progressiva degli apprendimenti.

FIG. 1 Andamento del punteggio medio in Italiano (2019=200)

 

FIG. 2 Andamento del punteggio medio in Matematica (2019=200)

In particolare:

  • L’effetto negativo della pandemia è stato molto forte nelle scuole medie e in particolare nelle superiori, con un picco verso il basso al V anno.
  • Viceversa nella scuola primaria si è avuto un impatto più lieve (Matematica) o persino un recupero (Italiano) nel 2021
  • Il trend complessivo 2019-2023 è di una riduzione tendenziale, molto forte nella primaria ma presente anche nella secondaria, soprattutto di II grado (medie superiori)

Una riprova si ha nella percentuale di studenti con un punteggio pari o superiore al livello “sufficiente” (3 su una scala di 5).

Come si vede chiaramente dal grafico (Fig. 3), sia per Italiano che per Matematica tale percentuale va tendenzialmente scendendo ed è intorno al 61% per l’Italiano e al 56% per la Matematica.

Ciò significa che una quota tra il 40 e il 45% degli studenti di III media non raggiunge il livello minimo di conoscenze tanto in Italiano che in Matematica.

FIG. 3

Tra le motivazioni della bassa resa scolastica, continua a pesare lo status socio-economico-culturale (ESCS) della famiglia d’origine (Fig. 4). Gli studenti eccellenti in V Superiore provengono, per percentuali più che doppie (20% contro 8.5%), da famiglie di status elevato rispetto a quelle di origine disagiata, a riprova che la scuola fa ancora troppo poco contro le disuguaglianze: gli ostacoli “di ordine economico e sociale”, di cui all’art. 3 della Costituzione, continuano a limitare di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, “impedendo il pieno sviluppo della persona umana”.

FIG. 4

Il rapporto Invalsi pubblicato la scorsa estate presenta anche un’analisi longitudinale degli studenti poiché per la prima volta indaga l’evoluzione temporale della coorte (oltre mezzo milione di studenti) che nel 2018 partecipò al test Invalsi di III media e nel 2023, cioè 5 anni dopo, era presente al test di V Superiore.

Si ricava, sia per Italiano che per Matematica, un forte effetto di trascinamento dei livelli bassi (1 e 2), indicativi di una preparazione “insufficiente”, che per circa il 95% e l’80% rispettivamente, rimangono, dopo 5 anni, allo stesso livello insufficiente.

Come magra consolazione, tali percentuali sono lievemente migliori per la Matematica che per l’Italiano.

Tale fenomeno di inadeguatezza di istruzione, che Invalsi chiama “dispersione implicita”, si aggiunge alla “dispersone esplicita” costituita da ritardi e abbandoni, per valori sopra il 20% della coorte iniziale, di cui 10% di ELET (Early Leavers from Education and Training) e 11% di bocciati almeno una volta.

Da notare che, mentre nella scuola elementare e media inferiore la dispersione implicita, che arriva a coinvolgere il 15% degli studenti, può, nel gruppo degli immigrati di prima generazione, quasi raddoppiare, viceversa nella scuola media superiore non mostra differenze tra immigrati e non immigrati e segnala persino una minore incidenza presso gli immigrati di II generazione.

Un altro dato nettamente positivo che emerge dai test è il sensibile miglioramento nell’apprendimento dell’Inglese (Reading e Listening), riscontrabile in tutti i gradi scolastici, dalle elementari alle superiori (Fig. 5).

FIG. 5 Andamento del punteggio medio in Inglese (2019=200)

L’uso dei “social media” e forse della stessa DAD hanno contribuito al miglioramento sia nella lettura che nell’ascolto. Tuttavia questa nota positiva sulla lingua straniera non può compensare i risultati deludenti sulle due materie di base della formazione scolastica.

Category: Scuola e Università

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