Francesco Sylos Labini: Università. Cosa fare per il sud?

 

 

 

Diffondiamo da Il fatto quotidiano del 16 agosto 2015  questo intervento di  

 

 

Una semplice e efficace proposta per non far morire gli ateni del Sud: seguire il modello di ripartizione dei fondi utilizzato del Regno Unito prendendo le mosse dai risultati della RAE.

L’esercizio di valutazione della ricerca (VQR 2004-10), realizzato dall’Agenzia Nazionale di Valutazione dell’Università e la Ricerca ha inciso in maniera ampia, crescente nel tempo, sui meccanismi di finanziamento delle università. Questo a dispetto del fatto che i metodi usati per la valutazionela trasparenza della gestione dei datii percorsi seguiti per la nomina dei valutatori, ecc. ecc., sono oggetto di innumerevoli controversieIl nuovo esercizio di valutazione sta per essere lanciato, e a quanto pare da un punto di vista tecnico la situazione non è destinata a migliorare. D’altronde molti sostengono che  chi dirige l’agenzia non debba essere un “tecnocrate” esperto di valutazione: e, infatti, i risultati si sono visti.

Chi scrive non riesce a trovare una risposta a una domanda semplice: perché non iniziare a disegnare un esercizio di valutazione partendo dalle esperienze di altri paesi? Perché non sfruttare a vantaggio del paese il fatto di essere arrivati in ritardo a implementare la valutazione ex-post su scala nazionale? Chi scrive ha anche grandi perplessità che un esercizio di valutazione di questo tipo sia necessario e serva a migliorare la qualità della ricerca di un paese; ma comunque una volta deciso di farlo almeno bisognerebbe rispettare degli standard tecnici minimali. Invece si preferisce ripartire da zero, magari per andare a esplorare i numeri negativi o magari i numeri complessi. D’altronde questo è un paese di navigatori, allenatori di calcio e valutatori della domenica, dunque i candidati ai prossimi disastri abbondano sempre.

I risultati della valutazione stanno iniziando ad avere un impatto significativo (e lo avranno ancora maggiore nel tempo) sulla distribuzione del finanziamento alle università. L’aumento del peso della cosiddetta quota premiale (si tratta del nome orwelliano dato a una parte del fondo ordinario e non di risorse aggiuntivo) ha penalizzato i grandi atenei del Centro-Sud. Molti atenei del Centro Sud si trovano ora in condizioni molto critiche e, per com’è utilizzata la valutazione dal decisore politico, nel futuro questo squilibrio è chiaramente destinato ad ampliarsi. In pratica la valutazione equivale a una deresponsabilizzazione del decisore politico che, mascherandosi dietro dei risultati apparentemente tecnici, delega alla valutazione scelte prettamente politiche.

Questo accade perché gli atenei di tutta Italia sono messi in competizione tra loro, fatto che sta generando un vantaggio cumulativo di alcuni a discapito di altri. Nel Regno Unito, in genere preso a modello per la politica universitaria, non accade lo stesso: università che appartengono a diverse macroregioni – Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Galles – non competono tra loro per i fondi associati alla valutazione. Un minimo di buon senso dovrebbe indurre il Ministro a fare altrettanto: dividere la quota premiale in tre parti, assegnare ognuna a tre aree geografiche (Nord, Centro, Sud e Isole) e all’interno di ciascun’area ripartire i fondi sulla base dei risultati della valutazione. Sarebbe un primo passo per evitare l’inutile e dannoso accentramento delle risorse su pochi (al Nord) con conseguente impoverimento d’intere aree geografiche (al Sud): questo è (sarabbe) il compito della politica, piuttosto che quello di implementare il risultato di classifiche basate su pseudo-analisi tecniche.

 

 

Category: Osservatorio Sud Italia, Scuola e Università

About Francesco Sylos Labini: Francesco Sylos Labini astrofisica. Viene ripreso il suo auto profilo scritto per Il fatto quotidiano: "Sono un fisico e, dopo aver lavorato 8 anni tra Svizzera e Francia, sono ora ricercatore presso il Centro Enrico Fermi di Roma e svolgo le mie attività presso l’Istituto dei Sistemi Complessi del Cnr. Mi occupo di problemi di astrofisica, cosmologia e fisica teorica in cui il filo conduttore e' rappresentato dai sistemi complessi. Da quando sono tornato in Italia mi sono occupato di politica relativa ai problemi della ricerca e della situazione dell'università. Sono coautore del saggio I ricercatori non crescono sugli alberi (Laterza, 2010) poi diventanto un blog e co-fondatore dell'Associazione Paolo Sylos Labini, costituita in memoria di mio padre per promuovere l'impegno civile e la ricerca in campo economico. Sono tra i redattori del sito Return on Academic Research dedicato alla discussione di temi della politica dell'università e della ricerca. Altre informazioni nella mia pagina web."

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