CoNPAss : Bersani e il “Sapere” nella carta di intenti del PD

| 12 Gennaio 2013 | Comments (0)

 

 

 

Su segnalazione di Maurizio Matteuzzi riprendiamo la Lettera del Coordinamento Nazionale Professori Associati (CoNPAss) scritta nel settembre del 2013

 

Lettera aperta del Coordinamento Nazionale Professori Associati a Pierluigi Bersani, segretario del Partito

Caro Bersani,

ci risolviamo a scriverTi perché speriamo che Tu possa aiutarci a capire. Il punto è: cosa pensa il PD nell’ambito “ricerca, istruzione, università, scuola”? Noi riteniamo di avere capito abbastanza bene i punti salienti, in merito, praticamente di tutte le forze politiche: IDV, SEL, con cui volentieri e con profitto dialoghiamo, Lega, UDC, PDL, con cui con altrettanta soddisfazione non dialoghiamo; ma pensiamo in tutta onestà di avere capito come la pensano e cosa vorrebbero.

Con il PD è diverso. Proprio non capiamo, non abbiamo difficoltà a prendercene la responsabilità. Come si sa, e come ampiamente documentato in aula dai nostri colti politici, l’Università è disastrata, è addirittura uno scandalo, e di conseguenza Ti preghiamo di essere il più possibile semplice e chiaro, perché noi non siamo molto dotati.

Abbiamo letto avidamente la nuova carta di intenti, e abbiamo subito notato, con grande soddisfazione, l’inserimento di un punto specifico, il punto 6, intitolato al “Sapere”. Ma al di là dei generici proclami. Non certo nuovi, e sopra tutto tanto ovvi da essere condivisi da chiunque, abbiamo constatato che sempre sono seguite, tutte le volte che ne avete avuto l’occasione, pratiche e appoggi ultra-liberisti. Vi leggiamo: “Non c’è futuro per l’Italia senza un contrasto alla caduta drammatica della domanda d’istruzione registrata negli ultimi anni. E’ qualcosa che trova espressione nell’abbandono scolastico, nella flessione delle iscrizioni alle nostre università, nella sfiducia dei ricercatori e nella demotivazione di un corpo insegnante sottopagato e sempre meno riconosciuto nella sua funzione sociale e culturale.” Onorevole carissimo, quanto quelle idee ultra-liberiste che hanno creato questa situazione hanno di diverso dalle tesi degli Ichino, dei Meloni, dei Letta, dei Fioroni?

Vi leggiamo ancora: “La scuola e l’università italiane, già fiaccate da un quindicennio di riforme inconcludenti e contraddittorie, hanno ricevuto nell’ultima stagione un colpo quasi letale”. Da chi, Bersani, da chi è stato inferto un colpo così nefasto? Con i voti di chi si stanno assumendo i decreti che attuano l’ideologia aziendalistica, che realizzano la 240/10, che “va oliata”, che aumentano indiscriminatamente le tasse per gli studenti, che minano alla base la ricerca, la cultura, il diritto allo studio? Con i voti di chi stiamo comprando degli F35 che ci costeranno quasi il doppio del bilancio annuale di tutto il MIUR?

Guarda caso, le uniche posizioni che hanno la dignità della notizia sulla stampa di regime sono quelle ultra liberiste, che se il PD avesse veramente una linea democratica sarebbero voci dissonanti e non invece, qual sono, cori all’unisono. Facciamo una grande fatica a capire parecchie cose. Riducendoci al minimo, per brevità:

1) Il segretario politico del PD va sui tetti della Sapienza, e assicura che la prima cosa che farà sarà di abolire la legge 240/10 “Gelmini”. Dopo pochi mesi, un governo che ha l’appoggio del PD esprime il successore della Gelmini medesima, come Ministro dell’Istruzione, e questi subito dichiara che “La Gelmini non va abolita, ma oliata”, e “nella continuità”.

2) L’applicazione della legge in questione presuppone l’adozione di parecchi DL. Vengono emanati a firma di un ministro quanto meno “vicino” al PD.

3) Il Sen. Ichino (del PD), con buon seguito di replicanti, propone il meccanismo del prestito d’onore, e l’aumento drastico delle tasse per gli studenti. Marco Meloni (responsabile Università del PD), dichiara che questa ipotesi è fuori dalla linea del Partito.

4) La CGIL si proclama totalmente avversa al DM 76, che nella sostanza liberalizza le tasse per gli studenti (il discorso sarebbe lungo, fidaTi), e all’emendamento parzialmente correttivo sulle tasse ai fuori corso. Marco Meloni dichiara che è un buon emendamento, e che così va fatto.

5) Una pletora di Rettori, del PD, o diciamo così, di “area”, si allinea completamente alla legge 240/10, applicandola con furore, sfruttando tutte le pieghe del nuovo enorme potere monocratico della propria carica.

Sì, proprio quella legge che tu giuravi di volere abolire. Si arriva a leggere, da parte di un rettore (del PD), che “il segretario del PD Pierluigi Bersani racconta balle pazzesche sulla riforma dell’Università” (La Repubblica, Genova, 1/04/2011). Gigi, ma davvero racconti balle pazzesche? Ma se Tu racconti balle addirittura pazzesche, Ichino la pensa come Valditara, a Meloni vanno bene gli aumenti delle tasse, a Manuela Ghizzoni assolutamente no, Modica ha inventato quel mostro “meritocratico” di emanazione governativa, come nel ventennio, che ora si chiama ANVUR, su cui stendiamo un velo pietoso, la Carrozza si è ampiamente spesa, almeno per un lungo periodo, a favore della 240/10, be’, con chi possiamo parlare? Che fa il nesci, Eccellenza, o gelmineggia: NON possiamo parlare!

Pazienza, parleremo con altri, magari anche con Grillo, almeno è un caos più chiaro. Noi non saremo molto perspicaci, ma, credimi, Pierluigi, voi avete un problema.

 

Il direttivo nazionale del Coordinamento Nazionale Professori Associati

PS – Ma vogliamo, malgrado tutto, essere collaborativi. Un solo consiglio, anche se dal basso: prendi sul serio la cultura, è la sopravvivenza del Paese; prendi sul serio la ricerca, lascia perdere i Rettori, che appena in carica si inebriano del loro ego e dimenticano ogni valore etico, lascia perdere i ragazzini rampanti, che dell’Università capiscono il giusto: fra cento anni, di cose che forse ora paiono cogenti, come per dirne una la legge elettorale, non si parlerà più. Della cultura italiana invece sì.

Per ulteriori informazioni www.conpass.it

 

 

Category: Scuola e Università

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