Le due Coree e l’Italia
Da quel che si capisce dai giornali, la Corea del Nord ha il quarto esercito del mondo. Da quel che so, la Corea del Sud è tra i paesi più avanzati in diversi settori industriali, dalle automobili alla Computer Science.
Ecco il punto. Può la piccola Corea del Nord, Paese tra i più poveri del mondo, avere il quarto esercito del mondo? Pensiamo a mente fredda: spazzerebbe via l’Italia senza troppi problemi, salvo il solito ombrello americano. Può la Corea del Sud fare meglio dei nostri politecnici, della nostra “storica” tecnologia? Nei primi anni cinquanta noi producemmo l’ELEA, uno dei primi computer elettronici, solo poco in ritardo con gli Stati Uniti e l’Inghilterra, pionieri in tutti i sensi.
Qui al filosofo si impone la domanda sull’essere e il dover essere, su ciò che siamo e su ciò che vogliamo diventare. Come fa un Paese tra i più poveri ad avere un esercito così imponente? Semplice, affama la gente e investe una quota di PIL stratosferica per le armi. Può un Paese sostanzialmente marginale diventare leader nelle nuove tecnologie? Ebbene sì, investe il 6% del PIL in ricerca. Le controprove empiriche sono sotto gli occhi di tutti, fatta pure la tara alle interpretazioni giornalistiche.
Allora il punto è: che tipo di Corea si attaglia all’Italia? Il nostro futuro è fatto di otto milioni di baionette, e di qualche jet scartato già a priori anche dagli USA per la sua incomparabilità con gli analoghi della concorrenza? Rubando, per averli, i diritti acquisiti dei pensionati?
Che Corea siamo, o vorremmo essere, cosa siamo capaci di fare noi?
Mah, il Paese di Leonardo e di Galileo forse dovrebbe far altro; per il futuro dei nostri giovani, non certo per noi
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