Reggio Emilia: E’ giusto che sia il Vescovo a tenere la lezione sulla educazione al tricolore?
Oggi 7 gennaio 2014 si celebra a Reggio Emilia il 217 anniversario della nascita del primo tricolore che vide la luce proprio a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 quale bandiera della repubblica cispadana. In relazione a questa iniziativa viene diffusa la lettera del 5 gennaio spedita a Il fatto quotidiano da Tiziano Rinaldini e il testo diffuso, sempre nella stessa data dalla associazione Iniziativa Laica di Reggio Emilia (presidente Giorgio Salsi) a cui hanno aderito numerose associazioni e persone attive nelle politiche cittadine.
E la bandiera di tre colori
sempre è stata la più bella:
noi vogliamo sempre quella,
noi vogliam la libertà!
E la bandiera gialla e nera
qui ha finito di regnare,
la bandiera gialla e nera
qui ha finito di regnare
Tutti uniti in un sol patto,
stretti intorno alla bandiera,
griderem mattina e sera:
viva, viva i tre color!
(La bandiera tricolore, Francesco Dall’Ongaro, Musiche di Cordigliani, 1848)
1. Tiziano Rinaldini: E’ giusto che al Vescovo sia assegnata la celebrazione del primo tricolore della Repubblica Cispadana?
Lettera inviata a Il Fatto quotidiano 5 gennaio 2014
Il 7 Gennaio 1797, riuniti nella “Sala del Tricolore” di Reggio Emilia, i rappresentanti della Repubblica Cispadana (sorta sull’onda della Rivoluzione Francese e della cultura illuminista) si diedero come bandiera il Tricolore.
Lo Stato italiano ha assunto quella data e quel luogo come ricorrenza da celebrare come nascita del Tricolore. Tutti gli anni per quella data le istituzioni promuovono iniziative celebrative nella “Sala del Tricolore”.
Per quest’anno, accanto a quella della mattinata con la presenza del Ministro Gentiloni, nel pomeriggio nella Sala del Tricolore è indetta la “lectio magistralis” del Vescovo di Reggio Emilia Camisasca sul tema “l’educazione al Tricolore”. Ovviamente ciò che lascia sgomenti non è che Camisasca sia noto per il particolare posizionamento nel mondo cattolico, né che voglia comunicare la propria opinione, ma che che venga assegnata al Vescovo la celebrazione di quella data e in quel luogo.
Può darsi che per Camisasca vi sia qualche imbarazzo a svolgere il ruolo di fatto assegnatoli. Questi sono problemi suoi. E’ invece problema di tutti l’assurda confusione tra la natura dell’evento e la scelta di farlo celebrare al Vescovo.
Invio questa lettera per socializzare una notizia che anche a livello locale è quasi sconosciuta e sino ad ora priva di pubbliche critiche. Tiziano Rinaldini
2. Iniziativa laica: Educazione curiale al tricolore. Ossimoro o negazione della laicità delle istituzioni?
5 gennaio 2014
Stupisce che nella città di Reggio Emilia, che in virtù della sua tradizione storico-politica dovrebbe distinguersi per senso dell’autonomia degli organi di governo della res publica, proprio nella giornata in cui si celebra l’anniversario del primo tricolore – che ha sempre inteso riaffermare i valori della Costituzione e Repubblicani, si verifichi l’ennesimo scivolone sul cammino dell’affermazione della laicità delle istituzioni locali. È indubbio che questo cammino, soprattutto negli ultimi anni di gestione delle politiche amministrative, è stato accidentato e pieno di asperità e ostacoli; mai però avremmo pensato di arrivare a questo spiacevole punto di caduta.
Al vescovo Massimo Camisasca è stata affidata – su iniziativa del Comitato Primo Tricolore – la lectio magistralis su “L’educazione al Tricolore” che si svolgerà il pomeriggio del 7 gennaio nella referenziatissima Sala del Tricolore del Comune di Reggio Emilia. Scusate se è poco: si parla di un intervento “educativo”, da parte di un’autorità religiosa, intorno a problematiche che attengono la storia delle istituzioni laiche e dei principi fondativi stessi su cui si è costruita la laicità (fino a prova contraria) dello Stato italiano. In una occasione, tra l’altro, sempre dedicata a riaffermare i valori della Costituzione e Repubblicani tra i quali laicità, autodeterminazione, pluralismo, sempre negati dalla gerarchia ecclesiastica.
Dobbiamo forse ricordare che lo Stato italiano é nato contro la volontà della gerarchia ecclesiastica e della Chiesa? E che ogni passo in senso laico e moderno è stato dalle stesse sempre ostacolato?
– Dopo le pesanti interferenze nelle azioni di cittadinanza attiva che hanno portato all’istituzione nella nostra città del Registro dei testamenti biologici e in molte altre vicende legate all’affermazione del diritto all’autodeterminazione nella vita e nel fine vita, nella salute, negli orientamenti sessuali e nella maternità. Come nella pesante battaglia della gerarchia ecclesiastica contro una legge per l’autodeterminazione della donna, la 194, approvata anche dal referendum
– Dopo il perdurante silenzio, in un’epoca di pesantissimi sacrifici per tutti, sugli assurdi privilegi goduti nel nostro Paese dalla Chiesa cattolica. Vedi ad esempio la recente delibera della Corte dei Conti sul perverso meccanismo dell’8 per mille che assegna alla stessa più di 1 miliardo, cioè l’82% dei fondi assegnati, con soltanto il 38% delle preferenze dei contribuenti.
– E dopo che la dilagante confessionalizzazione dei servizi ai cittadini ha cambiato il volto del welfare pubblico reggiano
– ora le influenze curiali si estendono nientemeno che all’educazione storica e civica.
Il prossimo passo sarà l’istituzionalizzazione dell’educazione curiale in materia di laicità dello Stato, di autodeterminazione e libertà di scelta, di pluralismo?
la lettera è stata firmata da Amabile Carretti, Carla Ruffini, Danila Fabbi, Deliana Bertani, Dino Angelini, Fiorella Gobbi, Gianni Scaltriti, Ivette Balestrazzi, Luisa Ferrari, Stefania Friggeri, Simona Silvestri, Tiziana Salsi
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