Bruno Giorgini: Insalata greca e viva Tsipras

| 26 Aprile 2014 | Comments (1)

 

 

 

 

Bruno Giorgini ci ha inviato questo patchwork di versi dei classici greci con qualche innesto di moderni (pubblicato nel 2012 su eilmensile) perché “ci sono molti spiritosi che ironizzano sulla scelta di Tsipras greco come leader della sinistra europea nonchè italica dimenticandosi tutto quel che dobbiamo alla Grecia, democrazia in primis”

 

 

 

 

 

Il testo che segue è composto essenzialmente con stralci di testi poetici della Grecia Classica, e qualche raro verso dei moderni con una introduzione dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino approvata dall’Assemblea Nazionale Francese (1793), una citazione di Spinoza e una di Muraro.

 

 

 

Introduzione. Quando il governo viola i diritti del popolo, l’insurrezione è per il popolo, e per ciascuna parte del popolo, il più sacro dei diritti, e il più necessario dei doveri


 

Saggezze. La volpe la sa lunga/ mentre il riccio sa una cosa sola/ ma molto importante/serrarsi in se stesso/ con tutti gli aculei puntati

Sulla lancia è il mio pezzo di pane/ sulla lancia/ è il mio vino/ e appoggiato alla lancia/ bevo

Non dimenticare/ di quel che si deve all’ospite/ non chiacchiere ma un pasto caldo/ né puoi trattarmi/ come un qualunque mendicante

Bada! Evita sempre di indebitarti con un malvagio/ affinché questi non pretenda il suo inaspettatamente

Se uno chiudesse in una stanza tanto oro e umili fichi e assieme/ due o tre uomini allora/ capirebbe quanto valgono i fichi più dell’oro

Non chiedere uomo quanto/ durerà domani la tua gioia/ domani/ è il misterioso volo di una mosca/ che sparisce a ali tese

La sorte degli umani/ il saggio di Chio non aveva dubbi/ noi siamo come foglie sopra i rami/ si sta come d’autunno sugli alberi le foglie/ scrisse secoli dopo il poeta nilotico

Tu fatti signore di questa terra/ e darai ascolto al tuo cuore/ anche quando ti troverai davanti ai nemici/ perché per il bene della propria città/ certo non si può venir meno

 

 

La città. Crisi e democrazia. La città plasma l’uomo

A Taso accorse la miseria di tutta la Grecia/ un uomo oppresso dalla povertà/ non può più dire né fare/ ha la lingua imprigionata

La città è ancora la città/ ma la gente è cambiata e coloro/ che ignari di ogni legge logoravano/ pelli di capra attorno ai fianchi/ e come cervi erano fuori al pascolo/ adesso sono i nobili, e i nobili/ di allora sono ormai gente da poco/ e’ insopportabile senza nessuna idea di bene o male/ ma per avidità di guadagno/ provocarono  la sventura del popolo

Sono loro i cittadini impazziti per la fame dell’oro/ a distruggere pietra su pietra la forza della città/ si fanno ricchi con le truffe e i raggiri dato che sono sicuri/ rubano nelle case nei templi non risparmiano niente/ buttando alle spalle i sacrosanti insegnamenti di Dike/ così la città è in preda a un terribile male/ perde la libertà

La ricchezza rubata costringe a una torbida vita/ non dà gioia e alla fine regala solo rovina/ prepotenza e ricchezza durano solo un mattino

Tali disgrazie affannose imperversano in mezzo alla gente/ mentre in catene molti poveri sono venduti lontano

Così la città va in rovina a causa dei potenti/ non è facile poi riprendersi quando si è andati/ troppo oltre, è adesso che bisogna pensarci

Apollo signore/scova i colpevoli/ e annientali/ come li sai annientare tu

Anche quando tutto se ne vada in malora/ nelle avverse vicende di un destino malvagio/ sempre bisogna tenere il campo/ con l’animo forte e un cuore amaro nel petto/ allontanando quanto più è possibile/ l’angoscia e la voglia di abbattersi/ è cadendo che si scaglia l’ultima lancia

Il popolo deve combattere per le mura della città come per la legge/ la città vuole essere composta il più possibile da cittadini uguali/ ma fino a quando i giovani/saranno inerti/e quando il loro animo diventerà più forte/ e’ vergognoso starsene seduti/ come se ci fosse la pace/ tutto è stretto dalla guerra/ ed è cadendo che si scaglia/ l’ultima lancia

Il conflitto è padre di tutte le cose/ bisogna avere alla mente che il conflitto è comune a ambo le parti e giustizia è contesa/ il gesto che inaugura la politica è il riconoscimento del conflitto nella società/ la politica ovvero la città in pace

Democrazia si ha là dove nessun sapere viene disperso/ la città che pensa

 

 

L’invenzione di Eros mi scuote la mente/ come il vento sbatte le querce sul monte/ quella chioma profumata e quel seno/ avrebbero acceso l’amore anche in un vecchio

Venerata Saffo dai capelli di viola e il dolcissimo sorriso/ sopra un cuscino morbido adagerò le tue membra

Ti ho amata Attide un tempo una ragazzina minuta mi apparivi, acerba/ una delicata fanciulla che andava cogliendo fiori

Voglia di lei che strema la carne/ di lei con occhi di malìa più forte/ del sonno e della morte/ che non è azzardo dire/ tutta dolce

Come la mela dolce in cima al ramo s’invermiglia/ in cima alla sua cima: l’obliarono i coglitori/ no, non l’obliarono/ non poterono arrivarci

E fruscio di piedi di vergini/ che accorrono ridendo a te, carezzando/ le tenere cosce con mani leggere/ corta veste vestendo sessuosa /era nuda dalla parte del sesso

Con un pallone purpureo/ eros dai capelli dorati/ mi colpisce e mi invita/ a giocare con la ragazza/ dai sandali multicolori/ ma lei i miei capelli bianchi/ disprezza ormai e ne guarda altri/ piena di voglia

I piaceri in rapporto a bei colori, a figure, alla maggior parte dei profumi/ i piaceri che provengono dal suono dalla voce/ in genere quelle impressioni che comportano un bisogno non doloroso e inavvertito

Eros che sottrae il mondo al caos e lo rende armonia/ un demone che unisce terra e cielo/ l’amore è essenzialmente un atteggiamento che l’infinito assume verso il finito.

 

 

 

Il menù A primavera la cosa migliore è l’ombrina e il serrano d’inverno/ ma il meglio del buon cibo di mare sono i gamberetti su una foglia di fico/ dolce è poi il mangiare di primo autunno carne di capretto/ riservando il maiale a quando si pigia e ripigia l’uva/ insieme a carni di pesce spada/ di lepre e di volpe di mare/ carne di pecora d’estate infine quando stridono le cicale/ né è un cattivo cibo di mare il tonno ma quello anzi eccelle fra tutti i pesci con una salsina all’aglio e formaggio/ il bue grasso ritengo infine squisito tanto a notte fonda/ quanto durante il giorno

 

 

La filosofa uccisa. Ipazia, scienziata e filosofa neoplatonica, maestra e direttrice/ la prima donna a esserlo/ del Museo di Alessandria d’Egitto/non un museo, ma un centro di studi superiori/ fu trucidata in modo atroce nel 415/ per mano di un gruppo di fanatici cristiani/ ispirati dal vescovo Cirillo/consideriamo che la nascente religione cristiana/ a differenza di quella grecoromana e di quella egizia/ non rendeva pensabile e accettabile una donna con le prerogative di Ipazia/ libera di sé, non subordinata a partiti o fazioni/presente e parlante in luoghi pubblici/ sapiente/ maestra dotata di una parola autorevole per donne e uomini/ Questa considerazione ci porta ai nostri tempi per/ constatare che il tipo umano femminile/incarnato da Ipazia/ non ha corso nella nostra cultura, forse perché essa deriva dalla versione/cristiana del patriarcato.

 

 

Guardiamo il volto della fame i nostri sogni sono stati umiliati/ è nella pietas che ci metteremo a nudo/ piangi Europa aspettando una carta d’imbarco/ per la democrazia/

 

 

Una società che esercita collegialmente il potere/ in modo tale che tutti siano tenuti a obbedire a se stessi/ senza che nessuno sia costretto a obbedire a un proprio simile.

 


 

 

Category: Elezioni europee 2014, Politica

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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  1. Cristiano ha detto:

    Real brain power on dilsapy. Thanks for that answer!

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