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Confucio incontra Socrate ad Atene: i paradossi del presente
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E’ un formidabile coup de theatre quello che si è messo in scena ad Atene il 16 settembre, nella solenne cerimonia inaugurale dell’Anno del Turismo e della Cultura Cina-Grecia: i ministri greci della Cultura e del Turismo, Lina Mendoni e Vassilios Kikilias, insieme a Wang Qiang, incaricato ad interim dell’ambasciata cinese in Grecia, hanno svelato due imponenti sculture di bronzo raffiguranti il dialogo/incontro di Confucio e Socrate, opera del celebre artista Wu Weishan, direttore del Museo Nazionale della Cina.
Si rimane, una volta di più, stupiti e ammirati dalla straordinaria capacità della leadership della RPC – superbamente incurante della “fine delle Grandi Narrazioni” proclamata forse un po’ troppo affrettatamente un po’ di tempo fa da ben note retoriche post-moderne – di mettere sapientemente in scena la propria trionfale Grande Narrazione imperiale intorno alla gloria spirituale della Sinità Millenaria, e di farvi risonare intorno intense suggestioni dialogiche e universalistiche, echi della jaspersiana età assiale, proprio nel luogo in cui l’acquisto del Pireo rappresenta l’ennesimo successo materiale nella strategia cinese di espansione economica e geopolitica planetaria.
Paradossi del presente: c’è chi i monumenti li erige fieramente, e chi invece li rovescia o li distrugge; e chi li erige, dichiarando perenne devozione al passato, è al contempo promotore di una trasformazione turbocapitalistica che equivale a un vertiginoso sconvolgimento tellurico del tianxia, ossia di tutto quanto sotto il cielo. E, paradosso ulteriore, coloro che oggi erigono fieramente i monumenti sono gli eredi di coloro che cinquant’anni fa preconizzavano la distruzione di ogni “detestabile residuo feudale”….
Ci vorrebbe un cantastorie come Bertolt Brecht per raccontare questi paradossi, e magari per proporci, anziché un inno sonoro, o una marcia trionfale e magniloquente, un’altra musica possibile, una ballata picaresca del tipo di quella di “Jenny dei pirati”: insomma una canzoncina sottovoce, certo meno eclatante e suggestiva ma forse più imprevedibile, che ci narri le avventure di un Confucio errante, un po’ alla maniera di Don Chisciotte, profeta disarmato, “re senza corona” e senza piedistallo.
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Category: Arte e Poesia, Culture e Religioni, Guardare indietro per guardare avanti, Osservatorio Cina, Osservatorio internazionale, Storia della scienza e filosofia
About Amina Crisma: Amina Crisma ha studiato all’Università di Venezia conseguendovi le lauree in Filosofia, in Lingua e Letteratura Cinese, e il PhD in Studi sull’Asia Orientale. Insegna Filosofie dell’Asia Orientale all’Università di Bologna; ha insegnato Sinologia e Storia delle religioni della Cina alle Università di Padova e di Urbino. Fa parte dell’Associazione Italiana Studi Cinesi (AISC) e, come socia aggregata, del Coordinamento Teologhe Italiane (CTI). Ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore di seconda fascia per l’insegnamento di Culture dell’Asia.
Tra le sue pubblicazioni: Il Cielo, gli uomini (Venezia 2000); Conflitto e armonia nel pensiero cinese (Padova 2004); Neiye, Il Tao dell'armonia interiore (Garzanti, Milano 2015), Confucianesimo e taoismo (EMI, Bologna 2016), Meditazione taoista (RCS Milano 2020).
Ha contribuito a varie opere collettanee quali La Cina (Torino 2009), Per una filosofia interculturale (Milano 2008), Réformes (Berlin 2007), In the Image of God (Berlin 2010), Dizionario del sapere storico-religioso del Novecento (Bologna 2010), Confucio re senza corona (Milano 2011), Le graphie della cicogna: la scrittura delle donne come ri-velazione (Padova 2012), Pensare il Sé a Oriente e a Occidente (Milano 2012), La diversità feconda, dialogo etico fra religioni (Bologna 2021). Fra le riviste a cui collabora, oltre a Inchiesta, vi sono Asiatica Venetiana, Cosmopolis, Giornale Critico di Storia delle Idee, Ėtudes interculturelles, Mediterranean Journal of Human Rights, Prometeo, Paradoxa, Parolechiave, Sinosfere. Fra le sue traduzioni e curatele, la Storia del pensiero cinese di A. Cheng (Torino 2000), La via della bellezza di Li Zehou (Torino 2004), Grecia e Cina di G.E.R. Lloyd (Milano 2008).
Tra i suoi saggi: Il confucianesimo: essenza della sinità o costruzione interculturale?(Prometeo 119, 2012), Attualità di Mencio (Inchiesta online 2013), Passato e presente nella Cina d’oggi (Inchiesta 181, 2013), Taoismo, confucianesimo e questione di genere nelle ricerche e nei dibattiti contemporanei (2014), La Cina su Inchiesta (Inchiesta 210/2020), Quale ruolo per la Cina nello spazio pubblico? fragore di silenzi e clamore di grandi narrazioni (Sinosfere 14 marzo 2021).
I suoi ambiti di ricerca sono: il confucianesimo classico e contemporaneo, le fonti taoiste, le relazioni interculturali Cina/Occidente, il rapporto passato/presente, tradizione/modernità nella Cina d’oggi, i diritti umani e le minoranze in Cina, le culture della diaspora cinese, le questioni di genere nelle tradizioni del pensiero cinese.
Ha partecipato a vari convegni internazionali sul dialogo interculturale e interreligioso promossi dalle Chaires UNESCO for Religious Pluralism and Peace di Bologna, di Tunisi, di Lione, dalla Konrad Adenauer Stiftung di Amman, da Religions for Peace, dalla Fondazione Scienze Religiose di Bologna. Coordina l’Osservatorio Cina di Inchiesta e di valorelavoro ( www.valorelavoro.com ).
Cv dettagliato con elenco completo delle pubblicazioni: al sito web docente www.unibo.it