Aulo Crisma: I lupi sui Lessini
I Monti Lessini si stendono come un ventaglio aperto a Nord di Verona. Verso la fine del Milleduecento vi si stabilirono dei coloni tedeschi provenienti dalla Baviera. Il vescovo Bartolomeo della Scala aveva concesso loro di insediarsi sul vasto territorio, che allora era coperto dalla boscaglia. I Cimbri, così sono stati definiti i nuovi venuti, nel corso dei secoli sradicarono gli alberi per ricavare i pascoli per allevare in un primo tempo ovini e in seguito bovini. Diedero vita ai Tredici Comuni Veronesi della Montagna Alta del Carbon, così definita nell’epoca della Serenissima. Parlavano il taucias gareida, un antico idioma alto tedesco, che è stato, ed è ancora, oggetto di studio di glottologi austriaci, germanici e italiani. Giazza, un paesino dell’alta Val d’Illasi, è stata l’ultima deutsche Sprahe Insel, isola della lingua tedesca, tuttora viva nella bocca degli ultimi discendenti dei coloni Zimbar.
Sui Lessini nella stagione estiva pascolano circa 7.000 vacche sparse nelle oltre due centinaia di malghe. Fino a dieci anni fa brucavano tranquille in santa pace l’erba profumata della montagna. E tranquilli erano i malghesi, che un tempo erano stanziali e il latte veniva lavorato in ogni baito, che comprendeva l’alloggio, quasi sempre nello stesso spazio in cui si produceva il formaggio, e la casara, disposta sul lato nord, perciò più fresca, dove venivano conservati il latte e i formaggi.
Ma ecco che arriva dai Balcani un lupo clandestino provvisto di collare. Un lupo sui Lessini! La notizia si sparge in Mezza Europa. E poi arriva anche una lupa. Gli animalisti vanno in brodo di giuggiole. Gli antichi Cimbri sicuramente conoscevano il lupo che per loro era il Bolf (Wolf per i Tedeschi). Ma nei tempi più recenti il lupo non era di casa sulla montagna veronese. Da un documento dell’archivio comunale di Selva di Progno si ha questa notizia: Nel 1817 “nella Selva così detta Perchiof” viene scoperto un lupo che sbrana una pecora e una capra. La fiera viene uccisa. La Deputazione Comunale partecipa alla R: Cancelleria di Badia Calavena l’uccisione di un lupo in questo comune, e “fa conoscere la lusinga degli uccisori di ottenere un premio”.
Oggi nessuno si lusingherebbe di ricevere un premio per l’uccisione di un lupo. Verrebbe immantinente sanzionato. Invece il lupo che uccide pecore, agnelli, giovenche innocenti non viene punito dalla legge. Anzi, è considerato non colpevole. Addirittura protetto. Speriamo non sia anche applaudito, dicono gli allevatori e i montanari della Lessinia.
Non basta ricevere un indennizzo dalla Regione o contributi per predisporre recinzioni, spesso non fattibili. Inutili si sono rivelate quelle approntate, perché i predatori scavano un passaggio sotto la rete e giungono inesorabili alla preda. Alcuni malghesi hanno … assoldato pastori maremmani per difendere le loro bestie. I grossi cani sono efficienti ma, dicono i turisti che attraversano la montagna, pericolosi per l’uomo. In una decina di anni nella Lessinia i lupi si sono moltiplicati.
Qualcuno parla di centocinquanta capi che hanno allargato il territorio di caccia nelle province limitrofe. Nei giorni scorsi sono scesi fino al fondo della valle a Selva di Progno.
In una contrada, violato il recinto, hanno azzannato due pecore. In un’altra contrada, verso le sei del mattino, sono penetrati nel giardino di una casa all’inizio del paese dove quattro agnelli di una pregiata razza autoctona, allevati per la riproduzione, avevano il compito di brucare l’erba. Ne hanno sgozzato tre. Forse fuggiti perché arrivava della gente per salire sulla corriera alla vicina fermata, sono stati costretti a risparmiare il quarto. Il fatto è avvenuto sul limitare inferiore della boscaglia del Perchiof (nome di derivazione cimbra nel significato di terreno selvatico dell’orso), nella quale duecento anni prima era stato ucciso il lupo nominato prima. Il proprietario degli agnelli non è sicuro di ricevere l’indennizzo.
Nel Libro dei simboli si legge che Marte aveva per compagni i lupi e pure Odino ne aveva due robusti: Geri e Freki. Anche gli allevatori hanno la compagnia, non desiderata, dei lupi. Potranno un giorno esserne liberati?
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