Riccardo Petrella: L’acqua bene comune a partire da Reggio Emilia
Intervento di Riccardo Petrella alla iniziativa a Reggio Emilia del 13 settembre 2015 organizzata dal Movimento 5 Stelle, con altre associazioni in lotta per la ripubblicizzazione dell’acqua a Reggio Emilia.
1. Il contesto
Il mondo è abitato da una umanità sbriciolata, all’era di una globalizzazione tecno-produttiva e finanziaria predatrice della vita.
I popoli della Terra sono in marcia o nelle strade per difendere o far riconoscere i loro diritti universali ad una vita degna e decente, nel mentre i dominanti si chiudono nelle loro “città private” e bruciano centinaia di miliardi di euro in guerre finanziarie.
In Europa, l’obiettivo dell’Europa unità nella giustizia, la democrazia e la pace è stato infranto sull’altare della TUC (Teologia Universale Capitalista) promossa dai crociati della Troika. Noi Europei, siamo al momento condannati a rallegrarci della buona disponibilità caritatevole della cancelliera tedesca.
In Italia, al berlusconismo corrotto e fradicio è subentrato il renzismo scaltro e despotico del fare , del leader “nuovo” che sblocca tutti i tubi rinforzando la circolazione di quelli delle oligarchie “moderne”, nel mentre i deboli, i non ri-adattabili, i non resilienti sono abbandonati all’oblio quando non sono nemmeno titolarizzabili al “dono” di 80 euro. II rispetto della volontà espressa da 27 milioni di cittadini in occasione dei due referendum abrogativi sull’acqua , ed in particolare quello che abrogava l’inclusione del profitto nella tariffa del metro cubo d’acqua potabile e per i servizi igienico-sanitari, non fa parte del modernità del governo Renzi. Clamorosamente ( ?), anche il governo Renzi gode, in proposito, del silenzio complice dei due ultimi presidenti della Repubblica ( il dimissionario ed il nuovo eletto) che probabilmente non ritengono che, nel campo dell’acqua, sia loro compito di garantire il rispetto della Costituzione italiana.
Nei nostri comuni e collettività locali, domina una classe politica, e socio-economica che, salvo eccezioni di rilievo, ha svenduto ed é pronta a completare la svendita dei beni comuni, trasformando così le giunte comunali in collegi composti da consiglieri di amministrazione di società private o miste, o addirittura pubbliche SpA (in house o quotate in borse). ( vedasi HERA, per tutte).
2. Proposte. L’utopia è la forza di coloro che hanno fiducia nell’umanità e nella vita
Non tutto è nero e, fortunatamente, numerosissimi sono i cittadini, i movimenti sociali, le associazioni di ogni genere, che nei nostri comuni, a livello nazionale, europeo ( e degli altri continenti) e mondiale, inventano nuove soluzioni concrete, cercano di costruire modi di vita alternativi, vogliono liberare l’umanità dal grande furto della vita e del futuro.
Abolire la povertà mettendo fuori legge i fattori strutturali (leggi, istituzioni, pratiche sociali collettive) ed, in particolare, il sistema finanziario attuale, è il primo e maggiore compito umano che ci aspetta.
Le iniziative in favore del reddito di cittadinanza, a livello italiano, vanno nella buona direzione . Bisognerebbe altresì continuare e rafforzare la battaglia per il reddito di cittadinanza a livello europeo, specie in questi anni per i quali si prevedono un ulteriore aumento della pressione migratoria.
E’ altresì evidente che la concretizzazione del reddito di cittadinanza diventerebbe più “agevole” (se così si può’ dire) se essa fosse inquadrata ed accompagnata da una duplice serie di azioni trasformatrici, indispensabili per promuovere una cittadinanza inclusiva ed attiva per tutti:
– la prima , relativa alla ripubblicizzazione e responsabilità collettiva dei beni e servizi comuni quali l’acqua, l’alloggio, l’energia, la salute, le sementi, l’educazione. In questo caso, la soluzione diventerebbe: “più servizi pubblici con aggiuntiva distribuzione di reddito “. Il reddito di cittadinanza è difficile se tutti i beni e servizi comuni sono privatizzati, sul mercato, e, quindi, devono essere ‘comprati”, pagati, in un contesto economico generale sottomesso alle logiche dei briganti della finanza;
– la seconda, relativa alla ripubblicizzazione delle attività bancarie e assicurative (in particolare delle banche di credito, delle casse di risparmio, delle banche cooperative e mutualiste), non per farne dei nuovi carrozzoni al servizio di un pubblico oligarchico e corrotto ma per liberare la finanza ed i cittadini dal dominio dei grandi e potenti colossi finanziari privati mondiali, altrettanto abituati e tendenti all’illegalità, alla corruzione, all’economia criminale.Il finanziamento dei beni comuni, delle infrastrutture e dei servizi pubblici non può’ essere lasciato ai mercati speculativi internazionali, ma ad una nuova e solida finanza pubblica fondata sulla partecipazione e la trasparenza e sui partenariati internazionali pubblico-pubblico.
In questa prospettiva, è efficace e saggio partire dall’acqua.
Come dimostrato dalla recente risoluzione del Parlamento europeo (relazione Boylan) approvata l’8 settembre 2015, l’acqua (e di servizi idrici) è al cuore delle grandi scelte dell’agenda politica europea , ed anche mondiale a partire dai livelli locali (vedi i dibattiti suscitati attorno alla nuova legge regionale sull’acqua della Sicilia ). L’acqua è fondamentale (essenziale ed insostituibile) per la salute, per l’alimentazione, per l’alloggio, per il vivere insieme ed un ben vivere insieme nella e con la natura. L’acqua è determinante per tutte le attività economiche e la stragrande maggioranza dei servizi. L’acqua è pertanto un diritto umano universale, a condividere con le altre specie viventi, ed è un bene comune pubblico mondiale, non privatizzabile , non sottomesso ai meccanismi nefasti del mercato.
Tanti e numerosi sono i passi avanti compiuti in questi anni sul piano della preservazione e protezione della qualità delle risorse idriche, del loro uso, dell’accesso all’acqua potabile e dei servizi igienico-sanitari, ed anche della ripubblicizzazione della loro gestione in diversi paesi del mondo.. Cio’ nonostante, sono ancora, secondo l’OMS e l’UNICEF, tra 2 e 3 miliardi le persone prive di accesso all’acqua potabile sana ed ai servizi igienico-sanitari. I prelevamenti eccessivi , l’inquinamento e gli abusi dell’acqua sono fatti quotidiani non solo fuori del nostro Paese. Anzi, in Italia sono a livello elevato. Inoltre, è stato introdotto dappertutto, anche in Italia (legge Galli 1994), il principio che l’accesso all’acqua per la vita (come diritto) deve essere pagante (secondo un prezzo fissato ai costi di mercato) . Questo principio ha creato un muro dell’acqua – l’obbligo assoluto per tutti del pagamento dell’acqua in funzione della quantità usata – oggi invalicabile, nemmeno in caso di “tariffazione sociale per i poveri”. Cosi, sia la citata risoluzione del Parlamento europeo che i processi di ripubblicizzazione della gestione non hanno messo in questione detto principio.Chi vuoile accesso all’acqua in quanto diritto deve pagare.
E’ urgente (ri)lanciare una campagna europea ( e mondiale) per il diritto all’acqua (50 litri per persona al giorno) i cui costi devono essere a carico della collettività. Il diritto all’acqua a condizione di pagare un prezzo abbordabile (più basso per i poveri) è un diritto monco. Deve essere vietato di fare profitto con l’acqua per la vita come lo si fa con la Coca-cola per il feeling! In tanti paesi del mondo, l’obbligo del pagamento di una fattura per l’acqua della rete “pubblica” esclude centinaia di milioni di persone dall’accesso all’acqua e li obbliga, addirittura, a far ricorso azgli ambulanti privati dell’acqua tanto che i poveri pagano da 5 a 6 voltre più cara un’’zcuq di minor quualità! Il finanziamento delle infrastrutture e dei costi di gestione per il diritto all’acqua deve essere di responsabilità della collettività, coperto dal bilancio pubblico, come è il caso delle spese militari (che, peraltro, debbono essere eliminate e tramutate in spese per la sicurezza cvile).
Liberiamo il diritto dal muro del prezzo dell’acqua e dalla schiavitù della povertà. L’abolizione della povertà ed il diritto umano universale all’acqua/bene comune pubblico mondiale sono le due facce della stessa lotta per la grande utopia umana del XXI° secolo. Perché no,? Facciamola iniziare da Reggio Emilia, città della resistenza contro il dominio, la violenza e l’ingiustizia.
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