Piazza Louise Michel a Marsiglia: Autorganizzata, Autocostruita, Autogestita
Louise Michel , 1871
J’appartiens tout entière a la révolution sociale et je déclare accepter la responsabilité de tous mes actes..Ce que je réclame de vous… c’est le champ de Satory ou sont déjà tombes nos frères..Puisque ‘il semble que tout cœur qui bat pour la liberté n’a droit qu’a un peu de plomb, j’en réclame ma part. Si vous me laissez vivre, je ne cesserai de crier vengeance, et je dénoncerai a la vengeance de mes frères les assassins de la Commission des Grâces…A ses juges du VI conseil de guerre.
Se cercate Place Louise Michel sulla pianta del comune di Marsiglia, non la troverete. Per le autorità amministrative e politiche della città questa piazza non esiste. C’è uno slargo all’incrocio di due strade nel cuore di Belsunce , il più “arabo” dei quartieri marsigliesi e fino a poco tempo fa, uno dei più malfamati. Uno spazio tra alcuni palazzi abbastanza vecchi, quasi fatiscenti, che doveva essere venduto a un qualche speculatore immobiliare, trovandosi in centro città a due passi dal Vieux Port, dove Marsiglia sbocca meravigliosamente sul mare, luogo del passeggio e dei ristoranti, del mercato del pesce e dell’Operà. Ma sia il Comune gestito dalla destra che gli speculatori immobiliari avevano fatto i conti senza l’oste. Cioè i cittadini. Per un verso è nata e si è mobilitata l’Associazione Commercianti del quartiere, Association des Commercants et des Artisans de Proximité Marseille Méditteranée, per l’altro è intervenuta una associazione cittadina Nouvelles Energies Citoyennes. Il loro lavoro congiunto ha, prima di tutto, ridotto fortemente il tasso di piccola criminalità, “ col dialogo, col dialogo” ripete il Presidente dell’Associazione commercianti e artigiani, Ali Tamizar spiegando come hanno convinto molti giovani a “comportarsi bene” attraverso una sorta di educazione sociale a cui prendevano parte attiva i cittadini adulti e/o anziani nei confronti dei giovani. In secondo luogo le associazioni insieme hanno deciso di inventare e costruire una agorà, un luogo aperto di pubblico dibattito e incontro e convivenza civile e anche per stare seduti al sole su una bella panchina a chiacchierare cogli amici. Ovvero di trasformare lo slargo in una Piazza, bella, comoda, accogliente. Une Place Citoyenne, dicono. Tutti gli abitanti partecipano a ripulirla e sistemarla, gli idraulici, i muratori, i falegnami, portano materiali, attrezzi, competenze fornendo lavoro, e contribuiscono a progettarla dicendo come la vorrebbero, arrivano anche artisti e architetti e urbanisti: nel progetto “ Renovation de la place Louise Michel” infine tutto questo lavoro si condensa anche in un nuovo piano per la mobilità, perché oggi la zona è ingorgata di automobili, e siamo in vie strette, quindi diventa rumorosa e molto inquinata, per non dire delle difficoltà che hanno le madri con bambini piccoli e i rischi che corrono quelli più grandicelli. Cioè la piazza e i suoi dintorni devono essere agibili per i pedoni, che la mobilità pedonale è un vettore di socialità. Insomma nasce, cresce , si autorganizza un movimento di cittadini senza distinzione di cultura, religione, origini, per costruire dal basso Place Louise Michel, che verrà inaugurata il 9 Dicembre, in Francia giornata della laicità,a cui tengono molto. Per avere la percezione della natura di questo movimento, vediamo in breve come nasce l’idea di chiamarla Place Louise Michel. Oggi è un luogo di ritrovo di anziani quasi tutti cittadini francesi di origine maghrebina, gli “chibanis” come sono chiamati a Marsiglia, e qualcuno proponeva di chiamarla piazza degli “Chibanis”, ma poi discutendo tutti sono stati d’accordo che avrebbe avuto così un connotato troppo chiuso, “etnico” e di “generazione”, insomma una agorà dove essere tale anche nel nome. Quindi una giovane donna dell’Associazione dei Commercianti scopre che , due strade più giù, ha vissuto per qualche tempo Louise Michel, “una donna, una grande figura della Repubblica, una Comunarda rivoluzionaria”, e propone di chiamare la piazza “Louise Michel” “perché la piazza vuol anche significare che noi siamo cittadini repubblicani, e per la libertà della donna”, e la proposta è passata, anzi ha trovato tutte/i entusiasti. Ricordiamoci: siamo nel cuore del quartiere più “arabo” di Marsiglia, la città più “araba” di Francia, probabilmente d’Europa. Leggiamo per un momento alcuni capitoli della prima pagina del progetto: Un quartier reconnu et vivant..meme le soir (un quartiere riconosciuto e vivente..anche di sera), Conserver notre identité populaire..et solidaire (conservare la nostra identità popolare..e solidale), Belsunce, culture pour tous à tous les étages (Belsunce, cultura per tutti a tutti i livelli), e infine Etre un quartier exemplaire en matière d’environnement (essere un quartiere esemplare in materia di ambiente). Ma non ci sono solo le associazioni e i cittadini del quartiere in ballo, entra in gioco anche l’IMéRA, Institut d’Etudes Avancées (IEA), un Istituto di Studi Avanzati in Sciences and Humanities, dove si sviluppa un progetto scientifico di ricerca delle Agorà di Marsiglia, e delle loro dinamiche, e che quindi del tutto naturalmente incontra il gruppo che discute e costruisce Place Louise Michel, e infatti il 2 Dicembre si tiene all’IMéRA un Atelier «Comment créer une agora ? Le cas de la place Louise Michel ». Ovvero i protagonisti di una esperienza di base, militante e autorganizzata, per l’autocostruzione e l’autogestione di uno spazio pubblico libero e aperto, si incontrano e discutono con ricercatori e accademici, artisti, architetti , sociologi urbani, storici, fisici, matematici, urbanisti , antropologi ecc.. per riflettere e collocare in un quadro teorico più ampio il proprio lavoro e impegno civile.
Il che significa anche che questa esperienza acquista un valore generale, diventando materia per un modello delle dinamiche sociali di agorà. Infine le autorità: per ora quelle centrali fanno come le tre scimmiette, non vedono, non sentono, non parlano, però il maire (sindaco, Marsiglia è organizzata su base metropolitana come Parigi e Londra) del quartiere ha convocato in Place Louise Michel una assemblea dei cittadini, e la lettera di convocazione è per ora l’unico documento ufficiale dove la Piazza autocostruita e autogestita viene nominata.
Place Louise Michel dopo i primi lavori autogestiti dei cittadini.
The Louise Michel Square in Marseille : selforganized, selfbuilding, self managing
ENGLISH ABSTRACT
In this paper for the Italian sociology and policy review Inchiestaonline.it we tell shortly the story of the Place Louise Michel in the Belsunce quarter, in our opinion the fundamental characteristics being the inhabitants selforganization. This means also a capability setting up a project of the space reconstruction and management. This capability was the result of the collective citizens participation at the project in two ways, firstly collecting the citizens demands and desires, secondly finding and organizing the citizens working abilities. Basic has been the presence and activity of the quarter Association des Commercants et des Artisans de Proximité Marseille Méditteranée, and the citizens association Nouvelles Energies Citoyennes, mixing a point of view deeply rooted in the quarter and another linking the quarter problems with the city network. So the Belsunce citizens have build up a project in order to construct a public place, the Louise Michel square, open to all people meeting and discussing, for the children and the old persons, for the women and the men, without distinction between cultures, religion, color, facing also the problem of the car congestion strongly present in the streets that boundary the space, by planning to reduce the private car mobility in order to leave the space free for the pedestrian friendly dynamics. A precise attention has been put for the place beauty and convivial arrangement, as for the safety and security because people must be sure and in a comfortable situation walking and/or sitting in the square. The dream and the goal will be to construct a “ Place Citoyenne”, i.e. an open space citizen agorà in the middle of a quarter that could be risk to become a ghetto and/or to be perceived as a ghetto. In this sense it has been important the collaboration at the project by artists, architects, urban planners, scientists of the city etc…For this the IMéRA, an Advanced Studies Institute in Sciences and Humanities, the 2 December organize an atelier «Comment créer une agora ? Le cas de la place Louise Michel », connecting the direct militant leaders of the project and construction with many scientific investigators, academic people, artists, opening a thinking field to enlighten the basic conceptual and operational structures of the Louise Michel agorà building. Not in view of a metaphysical theory , but for an agorà modeling as social, politics and scientific action and praxis, a sort of mixing between science(s) and democracy for the polis. Finally the history of the name “Louise Michel”. If you search in the official Marseille planning, you will not find a square with this name. The actually selforganized “Place Louise Michel” was an empty space designated to be filled constructing a building , i.e. a space in the center of the city for a classical building speculation. But the citizens action that we briefly have described, changed the situation, generating the Place. But what about the name? Firstly an idea was to call the square Place of the “Chibanis”, i.e. the old retired “Arabian” men which usually are in the place. Yet this call maybe was too much communitarian and not sufficiently open, so someone, a young woman, discovered that Louise Michel, a big personality of the French Republic, revolutionary and militant of the Paris Commune, lived for a time in the quarter, and the place became the “ Place Louise Michel”, a Place Citoyenne also for freedom of women.
Category: Movimenti