Cristina Bondi: 15 Nuovo dizionario delle parole italiane. Da “Pietre e pulsanti” a “Comprensione”

| 9 Giugno 2019 | Comments (0)

PIETRE E PULSANTI

Se ci sarà una terza guerra mondiale, la quarta la combatteremo con le pietre. Ovvero, la volpe perde l’atomica e tutte le tecnologie annesse e connesse, ma non il vizio: si riparte dall’età della pietra con le peggiori intenzioni. A proposito, anche in era tecnologica c’è chi ha sempre preferito lo scontro fisico e non vede l’ora di battersi all’arma bianca.

Oggi è presente nell’immaginario di tutti l’idea che premendo un bottone sia possibile polverizzare milioni di persone dall’altra parte del globo. È del tutto superato chiedersi (il quesito era un tempo filosofico) se, per un vantaggio minimo, saremmo disposti a schiacciare un pulsante eliminando un perfetto estraneo: c’è nel mondo un tal numero di teste di cavolo che qualcuno disposto a farlo lo si troverà sempre all’interno delle forze armate.

Però si è insinuato un dubbio, dove i dubbi non dovrebbero venir ammessi, nella catena di comando militare, struttura basata su una ferrea obbedienza, che ora presenta anelli deboli: gli uomini dotati di coscienza. Sono sempre esistiti tradimenti, vigliaccherie, insubordinazioni, obiezioni, fraintendimenti e contrattempi di tutti i tipi, mentre l’educazione ha a lungo imposto una gerarchia di doveri dettati da entità superiori: Dio, Patria e Famiglia. Il rischio è che della Famiglia resti ben poco se i figli muoiono per la Patria e le figlie e le madri periscono sotto i bombardamenti, rendendo l’anima a Dio. Il sistema gerarchico e valoriale è stato messo in discussione durante il processo ad Adolf Eichman. Se lui fosse stato ucciso senza alcun procedimento legale, tutto sarebbe tornato, secondo la logica della vendetta: dente per dente e, nemmeno se fosse stato un coccodrillo o uno squalo, la sua morte sarebbe bastata a pareggiare i conti. Ma la logica della Giustizia è un’altra: ricerca e sanziona le responsabilità individuali.

Heichman è stato privato dello scudo costituito da Dio e dalla Patria, non condividendo con i suoi giudici né Dio, né patria, e la testimonianza della famiglia non poteva che essere irrilevante, essendo difficile ammettere che chi ha concorso a sterminare milioni di persone potesse essere stato un bravo padre e un marito sollecito.

Sta di fatto che la coscienza è stata sdoganata e responsabilizzata, a lei spetta sempre l’ultima decisione: obbedisco o disobbedisco? Il quesito andrebbe moltiplicato per il numero di individui in divisa. Schiaccio o non schiaccio il pulsante? Cosa faccio se il mio presidente, che ha l’accesso diretto al bottone rosso, è diventato completamente pazzo? (oltre ai chiamati alla leva esistono gli eletti che hanno accesso alle stanze del potere, ovali o quadrate che siano)

Quello che è veramente scomodo è che la coscienza non ammette risposte automatiche, buone per ogni occasione.

LA VERITÀ E BABBO NATALE

Rispetto alle verità fattuali, a come sono andate veramente le cose, o ci troviamo presenti e siamo testimoni o dobbiamo ammettere di non saperne nulla. I testimoni vedono e ascoltano, occhi e orecchi fanno pervenire le informazioni al cervello, che immagazzina immagini e suoni e ci mette del suo: intreccia e confonde i ricordi, aggiunge a figure più o meno a fuoco didascalie e commenti, interpreta ed elabora. Se tutto ciò fosse semplice non esisterebbero la filosofia e la psicologia, nata con l’uomo moderno che invece di avere un 100% di coscienza, come aveva l’uomo di fede medioevale, ha un 20% di attività consapevole e un 80% d’inconscio.

Verità e politica sono inconciliabili, tra i mestieri impossibili – psicanalizzare, educare e governare – il terzo è quello che richiede le maggiori capacità di accontentare tutti, di realizzare i desideri ed esorcizzare le paure. Come Babbo Natale il politico condivide una finzione con i suoi elettori: tutti sanno che lui non è quello che pretenderebbe di essere, ma sperano che porti bei doni. Lui finge di aver costruito i regali e trovato le soluzioni nel paese della neve (che non coincide col paese reale) e anche i bambini sanno che c’è di mezzo il denaro, uscito dalle tasche di chi l’ha incaricato di svolgere il suo ruolo. Lui è grasso e vecchio, incontrarlo non è un’esperienza particolarmente piacevole, ma nemmeno i più piccoli si sottraggono ai suoi goffi approcci e accettano le sue caramelle, sapendo quanto sia necessaria la sua presenza.

AMORE VERO

L’amore vero è il miraggio di tutti, ma pochi sono disposti a sobbarcarsi l’onere di esserne all’altezza. Se pensiamo che entrambi gli innamorati riescano a non deludere, a non tradire, a non mentire entriamo nel regno dell’utopia, tramontata nei sogni collettivi e pericolosa per i progetti di coppia. Amore libero o amore vero? La libertà promette rapporti facili, perdita delle inibizioni, rispetto dei sentimenti altrui nella misura in cui questi non creano problemi. L’accesso al piacere è semplice come bere un bicchier d’acqua e al momento giusto, con la persona giusta (concetto duro a morire), s’incontrerà anche il vero amore: suoneranno i campanellini, verranno le farfalle nello stomaco, torneranno i deliziosi rossori del pudore. Al risveglio della bella addormentata nel bosco, rispetto e discrezione risorgeranno da un lungo sonno per mettere al riparo la coppia dai battitori liberi e dalle zoccole più o meno etiche (La zoccola etica: ossimoro e titolo di un bel libro).

L’amore vero è per sempre, quindi ogni delusione comporta una revisione totale della propria storia e l’apertura di un nuovo capitolo della vita su una pagina bianca, ancora tutta da riempire.

Affidiamo agli scrittori le cronache degli amori, sperando che la letteratura ci permetta di ritrovare le contraddizioni, le crudeltà, gli slanci, gli egoismi, i sogni e gli smarrimenti che potrebbero rendere grandi anche i personaggi del nostro tempo.

FEDELTÀ

Il vostro cane non fa la dichiarazione dei redditi, non sceglie i cibi al supermercato e non verrà menzionato nel vostro testamento. Voi comprate le sue crocchette preferite e quando passeggiate sull’argine del canale e lui impazzisce di gioia, inseguendo le anatre nel canneto, siete colmi di una felicità pacata, la mente leggera, liberata dal peso delle parole.

Lui è fedele, inconsapevole che voi, come un dio, gli imponete la castità: il guinzaglio e il recinto gli impediscono la fuga. Potete decidere di farlo accoppiare, ma scegliete voi il compagno o la compagna dei suoi amori, finalizzati alla riproduzione.

Pensate com’era più facile la vita quando le mogli non facevano le dichiarazioni dei redditi e non potevano ereditare i beni di famiglia, quando sceglievate voi il marito di vostra figlia il cui compito era di dare al suo coniuge una prole e a voi dei nipoti.

Vi siete rallegrati quando vostra moglie ha iniziato a disinteressarsi ai gioielli e, diventata ecologista, non ha più voluto acquistare una pelliccia. Siete ancora contenti, adesso che lei si mette i jeans con i buchi e le toppe, mentre le nutrie, liberate dalle loro gabbie, distruggono gli argini dei canali? Vi dà sollievo frequentare altre donne interessate solo ai vostri soldi?

CAVE CANEM

Esistono gli stati di grazia: passeggiate lungo l’argine con vostra moglie, il cane, impazzito di gioia, insegue le anatre nel canneto, voi condividete una felicità pacata e leggera. Un tempo il cane sarebbe stato il vostro, quello di vostra moglie, un barboncino nano tutto infiocchettato, non sarebbe mai uscito dal salotto. Oggi esistono più possibilità:

  1. il cane lo avete voluto voi, quindi siete consapevole che, giunti a casa, dovrete lavarlo con la pompa del giardino e asciugarlo per bene (“non con quell’asciugamano, sai bene che Fido ha i suoi!”) accettando che per ore non potrà salire sul divano;
  2. il cane lo ha voluto lei, quindi sarà lei a lavarlo in lavanderia, profumandolo e asciugandolo con il phon, permettendo poi che lui, ancora umido, salga sul divano e faccia le coccole a tutti;
  3. il cane lo ha voluto il figlio che ora vive a Dublino, lo laverà la madre in lavanderia, brontolando per mezz’ora e impedendo a Fido di salire sul divano sino a quando lui, abbaiando e scodinzolando, investirà tutti con la sua irruenza, distribuendo leccate a destra e a manca;
  4. il cane è della figlia che vive in casa. Al rientro lei, senza uscire dalla sua stanza, urlerà di non avere il tempo di lavarlo, voi lo porterete in giardino mentre vostra moglie vi seguirà brontolando perché avrebbe voluto tener duro e non avere il cane. Nel bel mezzo della discussione, che rischierà di degenerare in lite quando avrete perso il controllo del getto della pompa, Fido entrerà dalla porta socchiusa e si piazzerà, bagnato fradicio, sul divano.

Sull’argine la vista è meravigliosa, la brezza vi accarezza i capelli, le anatre volano alto. Fido, al colmo della felicità vi raggiunge: è appagato dall’inseguimento e si scrolla di dosso la delusione per non aver acchiappato nulla. Il vostro maglione e l’impermeabile di vostra moglie ora sono punteggiati da un’infinità di goccioline di acqua verdastra, mista a fango di palude. Per magia vi sorridete, uniti dall’orgoglio, siete entrambi fieri che lui sia esattamente quello che è e per un attimo anche voi potete accettarvi esattamente come siete: questo è amore.

RELIGIONE

La psicoanalisi è giunta al momento opportuno, permettendo di collocare in un’idonea struttura psichica l’eredità di due millenni di cristianesimo: chi esalta le radici cristiane dell’Europa non è lontano da farle coincidere, sotterranee e capillarmente ramificate, con l’inconscio collettivo, contenitore di tutto lo scibile dimenticato che, anche qualora venisse completamente rimosso, non mancherebbe di produrre effetti sul presente. Oggi essere credenti è meno ovvio di un tempo ed è sempre più difficile identificare la Gerusalemme Celeste con l’omonima città mediorientale, mentre Roma, che ha la fortuna di non dover coincidere con una perfettibile Roma celeste, è anch’essa divisa tra due stati e con buona pace di tutti ospita le salme dei primi due re d’Italia. Nessuno si sogna di teorizzare che, stando al Panteon, i nostri regnanti abbiano partecipato di quelle prerogative divine attribuite dai pagani ai loro imperatori.

COMPRENSIONE

In tempi recenti si è sopravvalutata l’importanza della comprensione reciproca. Ciò deriva dal fatto che è sempre più difficile mettersi d’accordo in famiglia su chi fa cosa e il più piccolo problema, la più piccola divergenza rischia di diventare motivo di discussioni estenuanti. Il consumismo promette di semplificare la vita: i piatti li lava la lavapiatti, il bucato lo fa la lavatrice, il microonde rende i surgelati pronti per il consumo, la plastica permette lunga vita a merendine, biscotti e crackers, i barattoli di pomodoro, piselli e fagioli possono nutrirvi anche nei sette anni di vacche magre. Dov’è allora il problema? Perché i letti restano sfatti, i portacenere pieni e le ceste traboccanti di biancheria? Lo stile di vita tipico un tempo degli scapoli e degli studenti si sta diffondendo a gran parte della popolazione; il disordine è giustificato dalla mancanza di tempo e la confusione viene arginata portando scatoloni pieni in cantina e in soffitta o organizzando mercatini di beneficienza dove si acquista più di quello che si riesca a vendere (la paccottiglia del vicino è sempre più verde). In questo contesto, invece di rimboccarsi le maniche, si passa il tempo davanti alla televisione o allo schermo del computer (e se fosse tutta colpa sua?), guardandosi negli occhi solo per rivolgersi accuse reciproche: “Tu non mi capisci!”. I genitori, la cui pazienza probabilmente è regolata da un ormone rilasciato dall’ipofisi e non ancora identificato, compiono sforzi immani per capire gli adolescenti, le donne che desiderano essere capite sanno di doversi rivolgersi ai professionisti dell’ascolto, gli uomini, eccezion fatta per gli psicoanalisti, sono stanchi di donne che pretendono di essere capite. Chi ammette: “Non ti capisco” compie un passo falso che potrebbe benissimo evitare, limitandosi a dichiarare che non capisce un tubo della teoria della relatività, della filosofia di Hegel e che non è in grado di comprendere un infinto numero di lingue straniere. Anche la donna più esigente, eccezion fatta per le vostre professoresse del liceo, accetterebbe questi limiti e si accontenterebbero di manifestazioni di vicinanza emotiva non verbali (utili fino a un certo punto, oltrepassato il quale si rischia di venir respinti come insensibili e indelicati, in balia di ormoni ben conosciuti da chi si occupa di fisiologia umana o di demoni attivi sin dalla notte dei tempi).

Category: Animali e piante, Arte e Poesia, Guerre, torture, attentati, Libri e librerie

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