Sergio Bologna: La logistica del profitto. Un commento sull’operaio egiziano investito e ucciso a Piacenza durante un picchetto

| 16 Settembre 2016 | Comments (0)

Diffondiamo da Il Manifesto del 16 settembre il commento di Sergio Bologna all’uccisione dell’opera o egiziano travolto da un tir durante un picchetto notturno a Piacenza davanti alla società di logistica Gls.

 

1. Sergio Bologna: La logistica del profitto

da Il Manifesto del 16 settembre 2016

Il gravissimo episodio avvenuto davanti ai magazzini di una società di logistica a Piacenza ha riportato l’attenzione sui rapporti di lavoro e sulle relazioni industriali in questo settore. Un’azienda di logistica conto terzi è composta da una struttura piuttosto snella, lo staff, la struttura amministrativa e operativa, la struttura commerciale e la mano d’opera di facchinaggio. Quest’ultima lavora esclusivamente nei magazzini ed è composta in massima parte da cooperative di soci-lavoratori, reclutati tra la forza lavoro extracomunitaria. Queste cooperative spesso non hanno un rapporto stabile, partecipano a delle gare d’appalto e, finito l’appalto, possono essere sostituite da altre.

Per una ventina d’anni questo sistema è andato avanti consentendo una serie infinita di abusi e di illegalità che i pubblici poteri e gli uffici preposti al controllo delle condizioni di lavoro hanno talvolta ignorato, altre volte tollerato, altre volte tentato di contrastare ma in maniera talmente debole che la situazione rischiava di incancrenirsi. Lo stesso si può dire dei sindacati confederali e del mondo delle Coop. Poi è successo qualcosa e da qui inizia la nuova storia. Che è una storia di lento ma sicuro riscatto di questa forza lavoro.

Mobilitati e poi organizzati dai sindacati di base, in particolare nel Veneto e in Emilia Romagna, ma poi anche in Lombardia, Piemonte, Lazio, i lavoratori delle cooperative hanno iniziato quello che sarebbe un normale cammino sindacale se non fosse che, dato il contesto, esso acquista il valore e il sapore di una battaglia di civiltà, per la dignità umana e per l’inclusione. Malgrado siano facilmente ricattabili, i lavoratori extracomunitari hanno risposto massicciamente, sono cominciati gli scioperi e le trattative, perché le aziende, dapprima incredule, hanno capito chi rappresentava i lavoratori e chi no.

Sono stati firmati decine di accordi. Allora hanno cominciato a muoversi anche i sindacati e il mondo cooperativo.

I risultati si sono visti, in alcune zone, e Piacenza è una di queste, sia i rapporti contrattuali che i salari oggi sono dignitosi. Purtroppo però quando lo scontro è su terreni così delicati, quando la catena logistica «a flusso teso» è di una fragilità incredibile, quando la redditività delle aziende è in calo, malgrado l’aumento dei volumi, pensare di stabilizzare i rapporti sindacali è difficile.

La battaglia va avanti quindi e può diventare assai dura, si spera che non venga complicata da rivalità tra sigle sindacali, perché in mezzo a questa forza lavoro è inevitabile che passino anche linee di divisione per etnie, che talvolta agiscono positivamente creando forza identitaria, altre volte possono portare a spaccature. Il sindacalismo della globalizzazione postfordista ricorda molto quello dei wobblies, al di là delle leggende e dei miti che magari noi stessi abbiamo contribuito a creare, o quello dei Teamsters americani, Anni 30, che per primi capirono che in un sistema a rete c’è sempre un hub, bloccato quello si blocca tutto.

Oggi le aziende di logistica, sotto la pressione dei costi e la richiesta continua di sconti da parte dei clienti, hanno un bisogno enorme di stabilità dei rapporti sindacali. Anche nel sindacalismo di base l’ideologia della «conflittualità permanente» è tramontata da un pezzo. La morte di questo padre di 5 figli rischia di rimettere in gioco molte cose.

 

 

 

2. Piacenza, operaio travolto e ucciso da un tir durante picchetto davanti a un’azienda

15 settembre 2016, Repubblica, Bologna. it

La polizia salva camionista dal linciaggio dei colleghi della vittima. L’uomo fermato con l’accusa di omicidio stradale. L’Usb parla di “assassinio padronale”. Guerra di versioni pm-sindacato:  “Nessuna protesta in corso”, “Abbiamo testimoni del fatto”

PIACENZA Abd Elsalam Ahmed Eldanf (nella foto in alto) è stato travolto e ucciso da un camion durante il picchetto notturno davanti a un’azienda di Piacenza. Un operaio egiziano di 53 anni, padre di cinque figli, che la scorsa notte stava manifestando all’esterno della Seam, azienda di logistica in appalto della Gls, è stato travolto e ucciso dall’autista di un tir il quale poi è sfuggito per un soffio al linciaggio dei colleghi della vittima prima di essere fermato dalla polizia con l’accusa di omicidio stradale. La notizia è stata resa nota nella notte dal sindacato Usb, al quale apparteneva l’operaio ucciso, che non esita a parlare di “assassinio padronale”. Gli agenti erano presenti allo sciopero per motivi di ordine pubblico e la scena si è svolta sotto i loro occhi. Ma è già guerra di versioni con la Procura di Piacenza, che dichiara: “Quando è avvenuto l’incidente non era in atto alcuna manifestazione”.

Il racconto dei colleghi: Così hanno ammazzato Salam

La vittima si chiamava Abd Elsalam Ahmed Eldanf; un altro facchino è rimasto lievemente ferito: “Pur non essendo un precario – riferisce il sindacato, che ha deciso immediatamente lo sciopero fino alle 5 di domani mattina – lottava contro la precarietà e per il rispetto degli accordi sottoscritti, a prezzo di dure lotte, tra l’Usb e la Gls costantemente messi in discussione dall’azienda”. In merito alla dinamica dell’incidente secondo il sindacalista Riccardo Germani “il conducente del camion è stato incitato a forzare il picchetto da un addetto vicino all’azienda. Gli urlavano parti, vai!, e quello è partito investendo il nostro aderente”.

Ma la prima ricostruzione degli inquirenti, resa possibile anche dalla presenza nottetempo degli agenti, è diversa. “Quando il Tir è uscito dalla ditta – spiega il capo della Procura Salvatore Cappelleri – dopo le regolari operazioni di carico, ha effettuato una manovra di svolta a destra. Inoltre escludiamo categoricamente che qualche preposto della Gls abbia incitato l’autista a partire. Davanti ai cancelli in quel momento non vi era alcuna manifestazione di protesta o alcun blocco da parte degli operai, che erano ancora in attesa di conoscere l’esito dell’incontro tra la rappresentanza sindacale e l’azienda. Allo stato attuale delle indagini riteniamo che l’autista non si sia accorto di aver investito l’uomo che è stato visto correre da solo incontro al camion che stava facendo manovra. Per questo si è deciso di rilasciare l’autista che, tra l’altro, è anche risultato negativo ai test di accertamento per le sostanze stupefacenti e l’alcol”. Replica l’Usb di avere testimoni e che “lo staff legale sta già lavorando per confutare la versione del Pm”.

Usb: “Ammazzateci tutti”. “Ammazzateci tutti’ è il grido dei lavoratori della logistica di Piacenza. Il gravissimo fatto – scrive il sindacato (che ha indetto una manifestazione per sabato 17) – è l’epilogo di una serata di gravi tensioni, la Usb aveva indetto una assemblea dei lavoratori per discutere del mancato rispetto degli accordi sottoscritti sulle assunzioni dei precari a tempo determinato”. “Di fronte al comportamento dell’azienda i lavoratori, che erano rimasti in presidio davanti ai cancelli, hanno iniziato lo sciopero immediato – prosegue la ricostruzione di Usb -. Proprio durante l’azione di sciopero, un lavoratore, padre di 5 figli e impiegato nell’azienda dal 2003, è stato assassinato, sotto lo sguardo degli agenti di polizia da un camion in corsa che ha forzato il blocco. La testimonianza dei ricatti e dei soprusi che subiscono i lavoratori della logistica”, denuncia la sigla sindacale, che per le 11 ha indetto una conferenza stampa sul posto, in via Riva località Montale di Piacenza

La Regione teme tensioni. “Non nascondiamo la preoccupazione per il rischio che si creino situazioni di tensione che possano sfuggire alle civili relazioni che sempre devono esserci nei casi di vertenze aziendali, anche nelle più difficili”, dichiarano sull’episodio gli assessori regionali Palma Costi (Attività produttive) e Patrizio Bianchi (Lavoro). Cordoglio da viale Aldo Moro “per la scomparsa di una persona che stava tutelando il proprio e l’altrui posto di lavoro”. “Come Regione- sottolineano i due assessori- operiamo affinché prevalga sempre il senso di responsabilita’ di ogni parte in causa, e continueremo a farlo. Il nostro appello – concludono – è che si assuma tutti un forte e coerente atteggiamento di responsabilità sociale, perché nessuna ragione può mai portare alla perdita di vite umane”.

Category: Lavoro e Sindacato, Migrazioni, Osservatorio Emilia Romagna

About Sergio Bologna: Sergio Bologna (Trieste 1937) ha insegnato storia del movimento operaio e della società industriale in varie università. Dal 1985 svolge attività di consulenza. Fa parte del comitato scientifico della Fondazione di Amburgo per la storia sociale del XX secolo e della Fondazione "Luigi Micheletti" di Brescia. E' presidente della Libera Università di Milano e del suo Hinterland "Franco Fortini". Tra i suoi libri: La new workforce. Il movimento dei freelance 2015; Banche e crisi. Dal petrolio alle navi portacontainer 2013; Maggio '68 in Francia (Biblioteca dell'operaismo) 2011; Le multinazionali del mare. Letture sul sistema marittimo-portuale (Cultura e società) 2010; Quattro parole noiose (Poesia) 2008; Ceti medi senza futuro? Scritti, appunti sul lavoro e altro (DeriveApprodi) 2007; Die Zerstörung der Mittelschichten: Thesen zur Neuen Selbstständigkeit;2006; Nazismo e classe operaia 1933-1993 (Le clessidre)1996; Uomini usciti di pianto in ragione. Saggi su Franco Fortini (Le clessidre), 1972

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