Cristina Biondi: 48. Nuovo dizionario delle parole italiane. Da “guerra fredda” a “dislessia”

| 22 Ottobre 2022 | Comments (0)

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Glossario 48

Dal «Nuovo dizionario delle parole italiane»

GUERRA FREDDA

Ho trascorso la mia giovinezza immersa nel clima della guerra fredda, ascoltando i racconti non molto rassicuranti di chi aveva vissuto la guerra calda. Nessuno avrebbe potuto riscrivere “Guerra e pace”, l’alternativa dei nostri tempi era tra caldo e freddo, tra la padella e la Siberia. Quando è caduto il muro di Berlino, ero molto impegnata a fare i fatti miei e di conseguenza quando, a seguire, venne annunciato il crollo dell’Unione sovietica nel mio spazio mentale non si affacciò la conclusione più ovvia: hanno vinto gli Americani. Ero talmente convinta che gli statunitensi, imperialisti e paranoici, fossero destinati a impantanarsi in conflitti dai quali, per logiche di Suprema Giustizia, sarebbero sempre usciti cornuti e mazziati, da non riflettere sulle differenze tra caldo e freddo, tra esercito e sevizi segreti, tra invadere e infiltrarsi. Probabilmente, pensando solo ai fatti miei, non mi sarei meravigliata se lo Xinjiang fosse entrato nella NATO e avrei continuato a dormire tranquilla nel bosco, se al risveglio, ogni mattina, non avessi ricevuto il bacio di un principe sinologo che se la ride quando passo dall’ignorare l’esistenza del Dombass al preoccuparmi per quello che potrebbe succedere nel Dombass.

Domanda per i politologi: debbo essere contenta o scontenta che Sebastopoli non sia diventata una base NATO? È ancora valido il proverbio: “meglio il morto in casa che un pisano all’uscio?”

INFLUENZA

Noi medici abbiamo un concetto scientifico, organicista dell’influenza e relativi vaccini. Influenza è un termine che ci è familiare, tanto che potremmo avvertire i politologi di tutto il mondo che l’influenza si trasmette per contagio. Chi si proclama democratico sbandiera il concetto di libertà come se una Nazione libera fosse un paese che si autodetermina. I nemici dell’autodeterminazione sono molti: confini troppo permeabili, confinanti fastidiosi, ignoranza epidemica, propaganda subdola, pubblicità pervasiva, ma il vero pericolo, micidiale e spesso invisibile, è quello di cadere sotto l’influenza di un organismo pronto a minare la salute dello stato: non siamo noi a scegliere il virus è il virus a scegliere noi per piegarci ai suoi scopi. La malattia che colpisce quanti subiscono l’influenza politica di una grande potenza reca danni permanenti al cervello e provoca perturbamenti del sistema nervoso anche ai soggetti che sviluppano anticorpi.

BANCOMAT

Purtroppo, o per fortuna, la notizia non mi ha colto di sorpresa. Medico in pensione, esentata dal fronte COVID e dimessasi dall’Ordine prima di venir radiata per mancato allineamento agli obblighi informatici, vaccinata sia per amore che per forza (forza maggiore), riceve (l’ex medico che è ancora in me) la posta rivolta alla Categoria. È una gioia cestinarla, ma a volte i titoli degli articoli mi catturano: MULTE AI PROFESSIONISTI CHE NON ACCETTANO IL BANCOMAT.

I medici no-vax non godono della mia simpatia, ma quelli no-bancomat mi ispirano una profonda tenerezza. Ringrazio mio marito che ha impedito che Bancomat entrasse in famiglia con un ruolo importante. Io non frequento né le Banche, né quegli aggeggi che permettono di prelevare soldi: trovo le banconote in casa, a bizzeffe. Ma lui ha sventato una congiura ancor più pericolosa del prelievo senza remore: mi ha impedito di comprare un cane, e di conseguenza ora non ho un Bancomat che mi scodinzola attorno. Bancomat vieni, Bancomat vai a cuccia, Bancomat! Bancomat! Se avessi avuto un Bancomat avrei coscienziosamente raccolto la sua cacca negli appositi sacchettini di cellophane, consapevole che i soldi sono l’escremento del Diavolo.

IL MESTIERE DELLE ARMI

 Capisco che i militari non concepiscano l’ipotesi di rinunciare ai loro arsenali, mi è meno agevole capire perché chi non appartiene all’esercito dia ancora spazio alle guerre guerreggiate. Se venisse interrotta l’erogazione dell’energia elettrica chi vive nei grattaceli, rimarrebbe prigioniero a casa o resterebbe fuori, idem chi frequenta labirinti costellati di ascensori, sbarre e cancellate. I deprivati di energia rimpiangerebbero il focolare, da tempo sostituito con le piastre a induzione, non riuscirebbero a ricavare il caffè dalle capsule nelle quale la polvere è stata richiusa, si troverebbero al freddo e al buio e, dramma nel dramma, non potrebbero ricaricare cellulari e computer. Un blackout totale renderebbe realtà virtuali o reali, come le comunicazioni, le banche e i soldi, le istituzioni e i certificati, ex realtà e gli esseri umani si troverebbero con una mano davanti e l’altra dietro. Forse per sadismo, forse per sete di dominio i militari continuano a fantasticare di armi micidiali e distruzioni di massa, quando basterebbe trovare il modo di staccare la spina e aspettare un attimino con pazienza. Certo, dopo s’imporrebbe la decisione se considerare gli inermi una risorsa umana o un inutile fardello.

AUT AUT

Immaginate che vi venga imposto (da me) un aut aut: o guardate il film giallo e silenziate la pubblicità, o guardate la pubblicità e silenziate il film. Nel primo caso voi non avrete alcuna necessità di identificarvi né con l’investigatore, né con l’assassino, brividi di paura, disgusto, disapprovazione si mescoleranno con la confortante certezza che il colpevole verrà assicurato alla giustizia, la società si ricomporrà escludendo dal suo consesso ciò che è eccessivo in termini di perversione, gelosia, avidità, odio e rancore. Tutti i personaggi sarebbero stati da considerarsi possibili assassini, ma la maggior parte di loro si rivelerà in grado di contenere le proprie passioni, di limitarsi. La curiosità sarà soddisfatta senza alcuna vostra partecipazione alla vicenda.

Finito il film sarete equidistanti dalla possibilità di essere criminali o investigatori e non vi passerà nemmeno per l’anticamera del cervello la possibilità di aggiungere una manciata di amanita falloide alla frittata.

Se avrete silenziato il film, sarete chiamati a identificarvi con chi mangerà il gelato, berrà la birra, guiderà il suv in Patagonia, si metterà il busto, indosserà il reggipetto, cambierà gestore telefonico, sarà felice nonostante le emorroidi, sconfiggerà le zanzare, i batteri e i virus. Finita la pubblicità sarete dominati dall’impulso di concretizzare i desideri indotti, vi sentirete pervasi dalla necessità di agire, ignorando ogni limite di spesa. Nessuno vi avrà suggerito di aggiungere una manciata di amanita falloide alla frittata, ma la vostra droga sarà rappresentata da innocui piselli surgelati.

Le pubblicità vi si presentano a grappoli, identici e martellanti, la sequenza piselli-reggipetti-schiuma da barba-panettone-lassativo scongiura la possibilità che voi finiate in overdose da piselli e vi conforta sapervi esentati dal tutto che stroppia: chi indosserà il reggipetto non si raderà la barba, chi sorseggerà il whisky, non avrà alcuna curiosità per la sorpresina degli ovetti Kinder.

Il film giallo vi dissuade dall’aggiungere una manciata di amanita falloide alla frittata per vostro marito, la pubblicità vi persuade che potete mangiare con gran soddisfazione la frittata di piselli senza correre rischi, quindi  rifiutando il mio aut-aut e alternando una scena del film con una decina di spot pubblicitari riceverete tutte le suggestioni e le indicazioni necessarie a percorrere la retta via.

 DISLESSIA

Potrei salvare molte vite, insegnando a non leggere, ma qualcuno deve averci già pensato, le cose stanno andando avanti velocemente, verso l’analfabetismo che, mutatis mutandis, è l’immunità di gregge che ci salverà da quell’epidemia denominata fake news. Bisogna sfuggire all’incomprensibilità dei consensi informati, dei contratti con le banche, delle clausole dell’assicurazione. Se non siete investitori, guardate sul giornale la pagina delle quotazioni azionarie, se non siete in lutto contemplate i necrologi. Anche al computer guardate e non leggete, poi eliminate. Se vi si dice di accettare i biscotti (cookies), potete accettare; firmate quando il commercialista di fiducia, l’avvocato scaltro, il medico competente vi dicono di firmare. Chiudete gli occhi e delegate, elargite, consentite, ma non leggete. Tutto quello che ci viene dato gratis è pagato dalla pubblicità e se vi rifiutate di sorbirvi gli spot dovete scegliere: o siete degli ingrati o siete diventati dislessici, onestamente analfabeti. Non vi preoccupate per il peso delle parole: il centinaio di cookies che accettate non fanno ingrassare.

 

 

Category: Guardare indietro per guardare avanti

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