Vittorio Capecchi: La vita è un bianco puledro in corsa visto attraverso la fessura di una muraglia

| 25 Ottobre 2017 | Comments (0)

I temi considerati rilevanti da Zhuangzi

In precedenti editoriali ho raggruppato i testi arrivati in pubblicazione a “Inchiesta” tenendo conto del più antico libro della Cina: l’Yijing (I Ching).. Questa volta tengo presente le opere di Zhuangzi dove zi significa maestro e Zhuang (o Chuang) è il suo nome. Questo filosofo e narratore cinese è vissuto tra il 370 e il 300 a. C. ed è uno dei più straordinari protagonisti del pensiero antico cinese. Per conoscerlo consiglio la recente traduzione delle sue opere a cura di Augusto Shantena Sabbadini [Chuang Tzu (Zhuangzi), URRA, Feltrinelli, Milano 2012]. La sua visione della vita e della morte è coinvolgente perché Zhuangzi segue il pensiero taoista per il quale “la vita si trasforma nella morte e la morte è l’inizio della vita” essendo vita e morte “un succedersi di trasformazioni. Zhuangzi però ama la vita e, nei suoi racconti, vede la vita come “un bianco puledro in corsa” che “passa come un lampo” ed esprime l’umano “orrore della morte” pur ribadendo la sua fiducia nel Tao. Questo filosofo pieno di umanità cosa pensa del potere? Zhuangzi considera il potere nel suo insieme come “un male inevitabile” e per combatterlo propone tre vie di uscita: (a) Scenari ampi Immaginare scenari ampi perché, come scrive Zhuangzi “non puoi parlare dell’oceano con una rana che vive in fondo al pozzo” (b) Azioni e persone particolari Zhuangzi parla della importanza di fare attenzione alle “azioni puntuali” che non seguono le logiche del potere ma quelle della solidarietà e della saggezza valorizzando le “persone particolari” che si muovono contro corrente; (c) Punti di vista. Tenere conto dei diversi punti di vista con creatività e immaginazione. In uno dei sui brani più famosi Zhuangzi sogna di essere una farfalla e quando si sveglia “non sapeva più se era Zhou che aveva sognato una farfalla o se era una farfalla che stava sognando di essere Zhou”. Immaginare scenari ampi, documentare azioni e persone particolari, tenere conto dei punti di vista: ecco i tre temi di Zhuangzi con cui si possono raggruppare i testi pubblicati su Inchiesta.

 

Scenari ampi

In questo numero vi sono saggi che si propongono di collocare eventi sociali, economici e politici (in Italia e nel mondo globalizzato) all’interno di scenari ampi. Francesco Garibaldo ed Emilio Rebecchi nel loro saggio “L’avatar e l’originale” si interrogano sulla intelligenza artificiale e Michel Husson riflette sul bluff della robottizzazione. Antonio Lettieri ricostruisce la storia della coppia franco-tedesca per capire i futuri dei rapporti tra Macron e la Merkel e il suo scenario si interseca con quello di Umberto Romagnoli che analizza la storia dells crisi del diritto del lavoro mentre Matteo Rinaldini presenta lo scenario in cui emerge l’interrogativo di come rappresentare il lavoro nell’organizzazione reticolare dell’economia globale.

Azioni e persone particolari

Per documentare questo tipo di azioni “Inchiesta” analizza da tempo (ed è in preparazione un dossier) l’economia “collaborativa” e in questa direzione è l’intervento di Davide Arcidiacono e Cecilia Manzo che si pongono “quattro domande” su questa economia che cerca di allontanarsi dalle logiche del neoliberismo. Bisogna però fare attenzione perché, come scrive Francesca Coin, azioni utili alla collettività da parte di persone “particolari” (come i lavoratori “volontari “ della Biblioteca Nazionale di Roma) possono mascherare attacchi a politiche di occupazione. Azioni e persone particolari possono poi coesistere con situazioni lavorative che, come direbbe Zhuangzi, seguono le logiche del potere. Una persona “particolare” è il giovane torinese intervistato da Loris Campetti che mentre lavora come ciclo-fattorino per Foodora si sta laureando in legge con una tesi sui contratti atipici. Altra storia: una persona “particolare”, lo psichiatra bolognese Emilio Rebecchi, incontra nella sede della Fiom dello stabilimento di Pomigliano che produce la Panda delle persone “particolari”: operaie e operai che difendono la qualità del loro lavoro nonostante le vessazioni e i ritmi a cui sono sottoposti. Persone “particolari” sono anche i fotografi e le fotografe che hanno realizzato “la forza delle immagini “ dell’industria e del lavoro nella mostra tenuta al MAST di Bologna analizzata da Giuditta Alessandra Mottura. Infine viene ricordata una persona “particolare”, cara alla rivista “Inchiesta”, Claudio Sabattini, che nel 1977 su questa rivista ha pubblicato la sua analisi della vertenza Fiat.

Punti di vista

In questo numero l’analisi dei diversi punti di vista ha come tema principale lo scontro capitale/governo/lavoro. Il pessimismo di Zhuangzi sulle logiche di potere, espresso più di duemila anni fa, circola nelle valutazioni politiche di chi analizza gli scenari italiani. Francesca Re David, nuova segretaria nazionale della Fiom, traccia le linee della Fiom per le prossime scadenze; Aldo Tortorella e Luigi Vinci riflettono sulle difficoltà che incontra un processo politico unitario a sinistra del PD; Alessandro Somma riflette sull’attacco del governo alle pensioni; Matteo Gaddi e Nadia Garbellini vedono lo scontro capitale/governo/ lavoro, con relativi punti di vista, attraverso i trucchi della produttività e Sergio Bologna attraverso l’analisi di un particolare settore, quello della logistica, ricostruisce i diversi punti di vista e cerca di trovare vie di uscita per vincere la sfida di Industria 4.0 che potrebbe penalizzare chi lavora.

Category: Editoriali

About Vittorio Capecchi: Vittorio Capecchi (1938) è professore emerito dell’Università di Bologna. Laureatosi in Economia nel 1961 all’Università Bocconi di Milano con una tesi sperimentale dedicata a “I processi stocastici markoviani per studiare la mobilità sociale”, fu segnalato e ammesso al seminario coordinato da Lazarsfeld (sociologo ebreo viennese, direttore del Bureau of Applied Social Research all'interno del Dipartimento di Sociologia della Columbia University di New York) tenuto a Gosing dal 3 al 27 luglio 1962. Nel 1975 è diventato professore ordinario di Sociologia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università di Bologna. Negli ultimi anni ha diretto il Master “Tecnologie per la qualità della vita” dell’Università di Bologna, facendo ricerche comparate in Cina e Vietnam. Gli anni '60 a New York hanno significato per Capecchi non solo i rapporti con Lazarsfeld e la sociologia matematica, ma anche i rapporti con la radical sociology e la Montly Review, che si concretizzarono, nel 1970, in una presa di posizione radicale sulla metodologia sociologica [si veda a questo proposito Il ruolo del sociologo (a cura di P. Rossi), Il Mulino, 1972], e con la decisione di diventare direttore responsabile dell'Ufficio studi della Federazione Lavoratori Metalmeccanici (FLM), carica che manterrà fino allo scioglimento della FLM. La sua lunga e poliedrica storia intellettuale è comunque segnata da due costanti e fondamentali interessi, quello per le discipline economiche e sociali e quello per la matematica, passioni queste che si sono tradotte nella fondazione e direzione di due riviste tuttora attive: «Quality and Quantity» (rivista di modelli matematici fondata nel 1966) e «Inchiesta» (fondata nel 1971, alla quale si è aggiunta più di recente la sua versione online). Tra i suoi ultimi libri: La responsabilità sociale dell'impresa (Carocci, 2005), Valori e competizione (curato insieme a D. Bellotti, Il Mulino, 2007), Applications of Mathematics in Models, Artificial Neural Networks and Arts (con M. Buscema, P.Contucci, B. D'Amore, Springer, 2010).

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