Vittorio Capecchi: Due esagrammi dell’Yijing (I Ching) per capire i mutamenti
Diffondiamo da “Inchiesta” gennaio-marzo 2016 l’editoriale scritto da Vittorio Capecchi
Per capire i cambiamenti analizzati in questo numero di Inchiesta sono considerati due esagrammi del libro più antico della Cina
1. Esagramma 24: Punto di svolta.
L’esagramma 24 (Fu) è formato da cinque linee spezzate yin (linee di buio) che iniziano a ritirarsi mentre in basso avanza una linea continua yang (linea di luce) . Il periodo è quello di questo primo numero di Inchiesta in cui c’è (tra dicembre e gennaio) il ritorno della luce nel solstizio di inverno (il ciclo si invertirà con l’esagramma 44 quando lo yin riprende ad avanzare e lo yang ad arretrare). L’esagramma è denominato “Punto di svolta” (o anche “Il ritorno”) ed è formato da due trigrammi: quello di sotto (formato da una linea continua con sopra due linee spezzate) è il trigramma Tuono , mentre quello di sopra (formato da tre linee spezzate) significa Terra. Quando si inizia a percepire il punto di svolta, si intravede una prima luce e si sente al proprio interno il rumore di un tuono, un rumore sotterraneo che indica l’avvicinarsi di un “punto di svolta” . Bisogna ascoltare questa voce interiore se si vuole che anche al livello collettivo avvenga una svolta. Sulla base di questo esagramma 24, Syd Barret (appassionato dell’Yijing) compose nel 1967 un brano per il primo album dei Pink Floyd The piper and the gates of down (“Il pifferaio alle soglie dell’alba” titolo del settimo capitolo del libro Il vento tra i salici di Kenneth Grahame). il testo si intitola “Esagramma 24” ed è un classico per chi ama le armonie psichedeliche di questo gruppo. Le parole scritte da Syd Barret per “Esagramma 24” sono le seguenti:
Un movimento si completa in sei fasi
e la settima porta il ritorno.
Il sette è il numero della giovane luce
che si forma quando si aggiunge uno all’oscurità.
Il mutamento restituisce successo
nell’andare e venire senza errore.
L’azione porta buona fortuna.
Tramonto.
Il tempo corrisponde al mese del solstizio invernale
quando il mutamento deve avvenire.
Tuono nell’altro corso del cielo
le cose non possono essere distrutte una volta per tutte.
Il mutamento restituisce successo
nell’andare e venire senza errore.
L’azione porta buona fortuna.
L’interrogativo che questo esagramma pone ai cambiamenti considerati in questo numero è: Si è di fronte a punti di svolta? S’intravede una luce?
2. Esagramma 61: La verità nascosta o La verità interiore.
L’esagramma 61 (Chung Fu) è formato da un trigramma sotto (formato da due linee continue e una spezzata) che significa lago (tui) e da un trigramma sopra (formato una linea spezzata e due linee continue) che significa vento (sun). Al di sopra del lago soffia il vento che muove la superficie dell’acqua e fa apparire la verità interiore, la verità nascosta. Questo esagramma conclude il bellissimo romanzo L’uomo nell’alto castello di Philip Dick, pubblicato nel 1962 e tradotto in Italia con il titolo La svastica sul sole. Juliana, la protagonista, alla fine del romanzo si chiede chi abbia vinto la Seconda guerra mondiale: i nazisti oppure le forze alleate (come ha scritto l’Uomo nell’alto castello)?. Juliana interroga l’YIjing che fornisce come risposta l’esagramma 61, la verità interiore. La verità è che la seconda guerra mondiale è stata vinta dagli alleati ma il nazismo, attraverso il maccartismo, è penetrato negli Stati Uniti. La verità, conclude Juliana, è “terribile come la morte. Ma più difficile da trovare”. L’interrogativo che questo esagramma pone ai cambiamenti considerati in questo numero è: Ci sono verità nascoste? Il vento che soffia sul lago fa capire la Verità che è “terribile come la morte”?
Ci sono punti di svolta? S’intravede una luce?
Gli articoli pubblicati nell’area “Osservatorio internazionale” complessivamente non indicano punti di svolta e non fanno intravedere una luce. Ci sono tre scenari che si intersecano: (a) quelli di guerra che provengono dal Medio Oriente e dall’Africa con i flussi migratori di chi cerca di sfuggire alla morte e alla povertà; (b) quelli internazionali del finanzcapitalismo che si addensano nelle posizioni della Troika europea; (c) quelli relativi alla questione ambientale con l’incapacità di accordo tra le nazioni per sradicare la povertà e affrontare le emissioni legate al clima. Questi tre scenari sembrano sovrapporsi in una posizione di stand-by , termine che significa letteralmente “attesa”. Se si leggono uno dopo l’altro gli interventi di Saveria Capecchi, Giordana Masotto, Riccardo Petrella, Francesco Garibaldo, Valeria Orazzini, Angelo Salento e Mario Agostinelli, l’impressione complessiva che se ne ricava è di un’assenza di punti di svolta. Amina Crisma ricordava, recensendo su Inchiesta il libro di Paolo Prodi Il tramonto della rivoluzione, le frasi di Hannah Arendt (“Libertà è immaginare un nuovo inizio”) e di Mencio (“Il Mandato Celeste non è irrevocabile”). Non bisogna perdere la speranza in un punto di svolta e quando dagli scenari internazionali si passa a lotte specifiche da quelle in Brasile (nel piccolo comune di Sao Bernardo di Campo, intervista a Luis Marinho dio Sabina Breviglieri e Sandra Pareschi) a quelle in Italia (interventi di Gianni Rinaldini, Matteo Gaddi, Loris Campetti. Bruno Papignani, Simonetta Ponzi) si è come stupiti dalla “volontà di continuare a battersi” di chi lotta contro le tendenze in atto nel mondo del lavoro e del welfare.
Ci sono verità nascoste?
Per preparare un’utopia del possibile e agire verso punti di svolta occorre fare “inchiesta”. L’esagramma 61 ci invita a trovare La verità interiore, la verità nascosta. L’articolo di Saveria Capecchi svela le competenze tecnologiche e di manipolazione della rete da parte dell’Isis e fa capire come sia necessaria una controffensiva che si muova nei mondi virtuali dei media. D’altra parte le riflessioni sul finanzcapitalismo, presentate nei testi sopra ricordati, mostrano che sarebbe necessario, come scrive Petrella, “mettere fine alle transazioni finanziarie algoritmiche al millesimo di secondo”. Ci sono lotte negli spazi virtuali che occorre imparare ad affrontare. Che tipi di inchieste fare ? In questo numero vengono proposte tre direzioni: (a) Emilio Rebecchi conduce una ricerca azione nelle scuole elementari per capire i “modelli” che sono trasmessi; (b) Bruno Giorgini si propone di investigare l’insorgenza del panico e le sue dinamiche in contesti economico e sociali, usando la Filosofia Naturale e i metodi fisico matematici; (c) Nel Dossier curato da Tommaso Cerusici, nel dibattito a tre voci su sociologia e marxismo, nell’analisi di Luigi Vinci del sociologo brasiliano Ricardo Antunes il metodo di “inchiesta” utilizzato è quello storico sociologico, con un forte impegno per capire i cambiamenti in atto e quali strategie nuove percorrere.
Category: Editoriali