E’ morto Raimondo Coga che ha fondato le Edizioni Dedalo e stampa “Inchiesta”
Ci sono notizie che non si voterebbero mai avere. Poche ore fa mi hanno telefonato che è morto il mio caro amico Raimondo Coga, fondatore e attuale Presidente delle Edizioni Dedalo di Bari. Raimondo è stato sia un imprenditore appassionato di tecnologie che un editore impegnato politicamente a sinistra. Come imprenditore ha fondato a Bari nei primi anni ’60 la Dedalo Litostampa che si è caratterizzata subito per l’introduzione di tecnologie avanzate arrivando nel 1986 a stampare su rotativa l’edizione del quotidiano la Repubblica per la Puglia e la Basilicata. Come editore (aveva lavorato prima di mettersi in proprio per la casa editrice Einaudi) inizia le Edizioni Dedalo nel 1965 e si impegna politicamente a sinistra pubblicando sia libri importanti di saggistica che un numero elevato di riviste tra le quali “Inchiesta”. Come libri ha sempre pubblicato testi di filosofia, storia, sociologia, architettura introducendo in Italia autori come Jean-François Lyotard, Gaston Bachelard, Georges Bataille, Maurice Duverger, Karl Mannheim, Louis Althusser, Henry Lefebvre e tra gli italiani Luciano Canfora, Giuseppe Vacca, Carlo Aymonimo, Vittorio lanternari, Giulio Carlo Argan.
La prima rivista edita da Raimondo è Sapere che viene pubblicata dalle Edizioni Dedalo nel 1967 . Seguirà poi Il manifesto mensile pubblicato da Dedalo nel 1969 e poi la Monthly Review, Controspazio (fondata da Paolo Portoghesi), Prisma (che si occupava di libri), Critica marxista, Critica Liberale , le riviste del movimento femminista Effe e Compagna e tante altre.
Inchiesta nacque nel 1970 a Milano in un caffè vicino al grattacielo Pirelli dove mi incontrai con Raimondo Coga delle Edizioni Dedalo di Bari che mi era stato presentato da Mario Spinella. Raimondo aveva stampato l’edizione italiana della Monthly Review e il gruppo dirigente della rivista mensile Il Manifesto aveva già deciso che nel 1971 sarebbe stata trasformata in un quotidiano. C’era quindi un format libero e Inchiesta lo occupò. Raimondo mi disse soltanto: la rivista Il Manifesto ha la copertina in cui i titoli degli articoli sono suddivisi in spazi orizzontali; la vostra rivista potrebbe suddividere i titoli in copertina in spazi verticali.
Da allora sono passati quarantacinque anni, con Raimondo ci sentivamo telefonicamente e si deve ai suoi consigli se Inchiesta cinque anni fa passò da una rivista che pubblicava solo numeri monografici (con un crollo negli abbonamenti) a una rivista molto più valida nella grafica e impegnata politicamente con il sostegno della Fiom, che ha aumentato notevolmente il numero degli abbonamenti e la qualità degli articoli anche per la presenza di questa rivista on line che la sostiene.
Che cosa dire di fronte a questa notizia? Ci sono dei vuoti che non si possono colmare. Posso solo inviare un abbraccio affettuoso a sua figlia Claudia, l’attuale Direttore editoriale della Casa Editrice, che ricordo bambina quando Raimondo era capace di viaggiare tutta notte in macchina per “non perdere tempo”. Ciao Raimondo.
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