Aldo Ridolfi: Ricordo di Aulo Crisma
Qualcuno ha detto che il silenzio è un attributo della perfezione. Ma forse vale il rischio di sfidare la perfezione e raccontare, comunque vada.
Raccontare di Aulo.
Raccontare un lembo, un frammento di lui, ché afferrarne l’insieme per me è impossibile. E quel lembo, quel frammento è la sua semplicità, senza aggettivi, senza attributi. Essa è un imprinting, una cifra, un atteggiamento che attraversa tutta la sua figura. Non soltanto la sua scrittura, che sarebbe riduttivo crederlo. Il suo porsi avviene all’insegna di questa semplicità, sempre: nel tono della voce, nella scelta delle parole, nel loro accostamento, nello stesso modo di porle; nella sua gestualità, serena, signorile, partecipe, misurata; nel suo sguardo diretto, limpido, sorridente, affettuoso.
La sua semplicità, però, senza negare se stessa, esplora luoghi e persone, fa partecipi noi senza che ce ne accorgiamo. Aulo ti racconta – a voce o per iscrittto – di una persona, di un luogo, di un fatto: reali, realissimi, esperiti, vissuti. La sua missione, però, non si conclude lì perché quando leggi e ti appaiono davanti agli occhi uomini, donne, preti, contadini, pescatori, fornai, partenze e arrivi, la via Carducci, l’osteria “Tre Garofoli” … subito, senza avvedertene egli ti parla di qualcos’altro. L’uomo, la donna, il prete… sono lì, come dire, in carne e ossa, è di loro che Aulo si occupa, di persone concrete, di fatti reali, ma dentro di te succede qualcosa per cui vieni portato in un altrove che non cessa di essere governato dalla semplicità perché tutto e senza resto immerso nel senso umano della vita. E questo altrove contempla un universo etico che lui ti propone in silenzio, sommessamente, con la sola forza della sua disponibilità interiore, col solo strumento del raccontare, con l’enorme peso della testimonianza. Questo altrove è impastato di una silenziosa psicologia tanto più profonda quanto più resa con il linguaggio di tutti i giorni, quello che si usa con la gente comune: la sola psicologia possibile. E questo altrove è anche nella sottile ironia rispettosissima, mai pungente, intelligentissima. Umana, appunto.
Non c’è voluto molto: è bastata la lettura degli ultimi suoi due libri e degli articoli pubblicati su inchiestaonline. E alcuni pomeriggi estivi, lì a Selva, mentre il sole tramontava dietro i monti che nascondono Velo Veronese.
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