Don Maurizio Patriciello: La mia terra soffre e la gente sta male e muore.
A Bologna il 16 aprile 2015 nella Cappella Farnese a Palazzo d’ Accursio alle 17 è stato proiettato il documentario di Thomas Wild Turolo “Ogni singolo giorno” che ha raccontata la vita vita degli abitanti in provincia di Napoli che quotidianamente lottano contro il disastro ambientale del biocidio. Dopo la proiezione del documentario è stato fatto un dibattito coordinato dal giornalista Alessandro de Lisi con il regista, Don Maurizio Patriciello, lo scrittore e attore Alessandro Bergonzoni (che è impegnato in iniziative sociali importanti come La casa dei risvegli di Luca De Nigris), l’Assessore Nadia Monti (Assessore alla sicurezza, giovani e legalità del Comune di Bologna) e Dante Colombetti della segreteria della Cgil di Bologna.
Il documentario è fatto molto bene e mostra la complessità e la tragicità dei problemi e gli interventi sono stati tutti molto partecipati. Su tutti è emersa la personalità di Don Maurizio Patriciello che ha espresso il dolore e la voglia di continuare a battersi di una terra e delle persone che abitano nella terra dei fuochi. I punti sottolineati da Don Maurizio Patriciello sono:
1. C’è la degradazione di una campagna che diventa la discarica dei rifiuti urbani “locali” dai pezzi di frigorifero ai copertoni che vengono bruciati e che fanno parlare della “terra dei fuochi”
2. Questa discarica urbana “locale” è però un alibi per nascondere la discarica industriale tossica che viene da tutte le parti d’Italia e anche da nazioni come la Svizzera e che è molto più “fruttuosa” veicolata da mafie e speculatori. Una discarica pericolosa perché si tratta di rifiuti tossici radioattivi che producono tumori nella popolazione che respira nell’aria questi veleni.
3. Come è stato scritto dall’Istituto superiore di Sanità nella ricerca fatta in 55 comuni nelle province di Napoli e Caserta c’è un “Eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori. Nella provincia di Napoli si è osservato un eccesso di incidenza per tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita”. Nella Terra dei Fuochi si muore di tumore allo stomaco, al fegato, al polmone, alla vescica, al pancreas, alla laringe, ai reni, alla mammella. L’Istituto superiore di sanità ammette che fra i “fattori di rischio accertati o sospetti” c’è “l’esposizione a un insieme di inquinanti ambientali che possono essere emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi o di combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani”. I morti per tumore non cessano e Don Patriciello ha visto morire per tumore suo fratello quattro mesi fa e sua nipote ha un tumore al seno. Nel suo blog del 15 aprile 2015 riferisce di due giovani madri di 44 e di 46 anni, due cugine stroncate dal cancro in soli 3 mesi all’interno di una stessa famiglia di Marcianese
4. La mappatura delle zone inquinate non è stata fatta in modo accurato e così viene gettato un cono d’ombra su tutti i prodotti agricoli della provincia di Napoli e Caserta e della Campania con gravi danni per gli agricoltori che continuano a lavorare la terra ma non possono dimostrare che i loro prodotti sono sani. Una mappatura delle zone inquinate accurate (vedi la lettera inviata da Patriciello al pentito Carmine Schiavone e riportata in ww.inchiestaonline del 24 agosto 2013; Schiavone è morto “per arresto cardiaco” il 23 febbraio 2015 in circostanze misteriose ) è una delle richiesta più pressanti che vengono espresse insieme all’urgenza di un ddl sugli ecoreati (vedi Patriciello riportato in www.inchiestaonline.it)
5. Lo Stato è del tutto assente per cui la gente sta male ed ha paura.
In questa situazione che continua da anni senza mutamenti un documentario come quello di Turolo e testimonianze come quella di Don Maurizio Patriciello indicano la volontà di resistere e lottare da parte degli abitanti di quella terra che hanno creato associazioni di donne, di cittadini abitanti e di medici che vanno in giro anche nelle regioni del nord per denunciare questo ecocidio che viene dalle industrie del nord e del sud e in cui la politica è assente perché quanto accade nella terra dei fuochi sembra un accadere lontano.
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