Maurizio Matteuzzi: Le radici d’Europa. Viva Tsipras

| 22 Maggio 2014 | Comments (0)

 

Oggi, con un incontro L’altra Europa – Cultura, scuola, università, si conclude in piazza San Francesco,l la campagna elettorale della lista Tsipras. Parleranno, oltre ai candidati locali, esponenti del mondo dell’università e della cultura. Anticipiamo qui l’intervento di Maurizio Matteuzzi, dell’Università di Bologna

 

Quante cose abbiamo sentito. Abbiamo la testa piena di cose. Ma, ecco, ora io vorrei proporvi una metafora: l’Europa come un albero. Si può? Sì, si può, il pensiero può, può questo e molto altro. E allora il discorso che segue potrà essere tecnicamente e direttamente compreso dai matematici, ma anche da tutti nessuno escluso: chi non ha mai visto un albero? E allora il succo è questo: inutile rincorrere le migliaia di foglie, in un albero che, come tale, non può che avere crescita esponenziale. Vi invito così a cambiare prospettiva, a guardare alle radici, poche, solide, fondanti, condizione di vita, di ogni ulteriore esistenza.

Le radici: il dono dell’alfabeto, fatto da Cadmo, fratello di Europa. Da lì in poi, l’infinita ricchezza della teoresi greca. C’è stato chi ha detto: la filosofia nasce e muore con Platone; tutto il resto sono note a pie’ di pagina.

The safest general characterization of the European philosophical tradition is that it consists of a series of footnotes to Plato.

Non sono completamente d’accordo con Whitehead, ma se ci avesse aggiunto Aristotele non avrei imbarazzo: è così.

Al di là della teoresi, o, se vogliamo, conseguentemente, abbiamo la prassi, il fare. E qui non si può non pensare alla cultura latina, concreta, fatta di diritto più che di speculazione etica, e di strade, di strade infinite, sconfinate, che non finiscono mai… La genialità platonico-aristotelica del mondo greco dove e come avrebbe potuto trovare viatico e diffusore più potenti della latinità?

Su questo impianto radicale, originario, genetico, ancestrale si innesta poi la civiltà giudaico cristiana, oltre un millennio dopo, che impregna di sé tutto il seguito, ma si abbevera, quanto a teoresi, alle stesse fonti: Agostino è erede di Platone quanto Tommaso lo è di Aristotele.

Ecco allora, le radici. Qualcuno ha preteso che la costituzione europea recepisse le sue radici cristiane. Il discorso è difficile, perché la civiltà cristiana, proprio per il suo dichiarato ecumenismo, è assai dubbio che sia “europea”; ma quand’anche, non è che buona terza, dopo le matrici greca e latina, che l’hanno preceduta di un millennio.

Comunque sia, ecco il punctum dolens. Si leggeva, sulla porta dell’accademia, medèn eireto ageometricòs, nessuno entri se non sa la geometria. Il Liceo di Aristotele era forse ancora più aperto. Libero insegnamento.

Ora, noi dobbiamo qui parlare di istruzione, di scuola. E allora, ecco una citazione che balza all’attenzione per la sua indubbia rilevanza:

Lo Stato ‘non può e non deve avere’ compiti e responsabilità educative, perché altrimenti ‘sarebbe la dittatura’”

Strana, singolare questa affermazione. Strana, singolare, questa idea di “Stato”, di civitas insensibile, scollata, disinteressata alla cultura dei suoi membri. Ma chi può avere mai detto una st.ranezza del genere? Ma che sia un’idea antiquata, pronunciata secoli fa?

Be’, ecco disvelato l’arcano. Il Cardinale Arcivescovo di Bologna, Mons. Carlo Caffarra, nell’omelia del 3 Maggio 2014. Alla quale non fanno difetto altre perle, come “lo Stato ha solo un ruolo sussidiario”, et similia.

E allora io voglio citare da un libro, che probabilmente ho solo io, a Bologna. Le conversazioni segrete del vaticano.

Siamo nel 1946, Pio XII interloquisce spesso con De Gasperi, in vista del referendum Monarchia/Repubblica. Pio XII è per la monarchia, De Gasperi per la repubblica, o quanto meno per lasciare ai cattolici libertà di coscienza. Tanti i colloqui, tanta la pazienza di De Gasperi, che, per nostra e universale fortuna, alla fine prevale. Avremmo un Vittorio Emanuele, ancorché magari ai servizi sociali, come si usa oggi, al posto di Matteo Renzi; be’, non so, facciamo finta che sia meglio com’è andata…

Ma ecco le parole del pontefice:

E’ assolutamente necessario che Togliatti abbandoni il ministero della giustizia, che deve essere affidato a un democristiano, come deve essere in mani democristiane il Ministero dell’Istruzione e quello degli interni. Su questi tre Ministeri, oltre la Presidenza, la D.C. non deve assolutamente cedere”.

Ma come, Caffarra dice che lo Stato non s’impicci, e il suo capo (Santo?) dice che l’istruzione va tenuta a guinzaglio. Non c’è qualcosa che tocca?

Nell’attesa che un accordo si trovi, e che la cultura greco-latina sia magari ricordata, quanto meno, da chi le è cresciuto addosso, chi le ha succhiato ogni nettare vitale, la conclusione che mi viene da trarre è di un’ovvietà sconvolgente: domenica voterò Tsipras; forse non è la cosa più intelligente, ma certamente farò la cosa più giusta!!!

 

Category: Elezioni europee 2014

About Maurizio Matteuzzi: Maurizio Matteuzzi (1947) insegna Filosofia del linguaggio (Teoria e sistemi dell'Intelligenza Artificiale) e Filosofia della Scienza presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna. Studioso poliedrico, ha rivolto la propria attenzione alla corrente logicista rappresentata da Leibniz e dagli esponenti della tradizione leibniziana, maturando un profondo interesse per gli autori della scuola di logica polacca (in particolare Lukasiewicz, Lesniewski e Tarski). Lo studio delle categorie semantiche e delle grammatiche categoriali rappresenta uno dei temi centrali della sua attività di ricerca. Tra le sue ultime pubblicazioni: L'occhio della mosca e il ponte di Brooklyn – Quali regole per gli oggetti del second'ordine? (in «La regola linguistica», Palermo, 2000), Why Artificial Intelligence is not a science (in Stefano Franchi and Güven Güzeldere, eds., Mechanical Bodies, Computational Minds. Artificial Intelligence from Automata to Cyborgs, M.I.T. Press, 2005). Ha svolto il ruolo di coordinatore di numerosi programmi di ricerca di importanza nazionale con le Università di Pisa, Salerno e Palermo. Fra il 1983 e il 1985 ha collaborato con la IBM e, a partire dal 1997, ha diretto diversi progetti di ricerca per conto della società FST (Fabbrica Servizi Telematici, un polo di ricerca avanzata controllato da BNL e Gruppo Moratti) riguardo alle tecniche di sicurezza in informatica, alla firma digitale e alla tecniche di crittografia. È tra i promotori del gruppo «Docenti Preoccupati» e della raccolta firme per abrogare la riforma Gelmini.

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