Luisa Muraro: Chiusura delle rivista “Via Dogana”. Noi femministe distanti dalle donne

| 7 Dicembre 2014 | Comments (0)

 

 

Diffondiamo da  www. 27esimaora.corriere.it del 7 dicembre questo intervista di Giovanna Pezzuoli a Luisa Muraro

 

Non è da tutti. Chiudere dopo 25 anni una rivista di qualità, che gode di una costante attenzione, ha un bilancio in attivo e soprattutto è un punto di riferimento per il femminismo della differenza — corrente di pensiero che smonta la pretesa neutralità e universalità del linguaggio, ponendo l’accento sulla realtà incontrovertibile della differenza più radicale, ovvero la differenza sessuale — in Italia e non solo. Eppure accade, sceglie di fare un passo indietro la filosofa Luisa Muraro, classe 1940, fondatrice della rivista Via Dogana e da sempre tra le sue ispiratrici. «Non è da tutti. La indicibile fortuna di nascere donna» era il titolo di uno dei tanti libri che ha scritto. «Era una frase di un’operaia romena immigrata — ricorda Luisa Muraro nella Libreria delle donne di via Calvi 29 —, ribaltava il malheur, la sventura di cui parla Simone Weil. E invece la sua inquietudine nutrirà il XX secolo trasformandosi in bonheur per tutte noi».

Come mai questa decisione di chiudere «Via Dogana»?
«La mia esigenza è di fare vuoto, fare silenzio. La ragione principale emersa durante un’affollata assemblea è la mancata rispondenza tra la rivista e quello che siamo oggi. Ecco perché ci siamo fermate, per pensare. Siamo consapevoli di avere lanciato idee buone, dobbiamo aspettare che si radichino. Lia Cigarini, donna di grande autorità, ha detto: “Non siamo rimaste indietro, siamo andate troppo avanti”. Ha ragione, ci sono idee incarnate nelle nostre esperienze che non si sono diffuse».

Per esempio?
«L’idea che con l’autorità si possano sgretolare certe istituzioni del potere politico, religioso, massmediatico. Come dice Vita Cosentino, che firma l’editoriale dell’ultimo numero, “massima autorità con minimo di potere”. O l’idea che l’equiparazione all’uomo non salva la ricchezza potenziale delle donne. O ancora, l’idea della potenza simbolica: non ci sono solo soldi, armi, successo. Non sono spiritualista ma conta l’efficacia di certe parole, si vede con papa Francesco, non è certo femminista, ma ha forza spirituale, il Vangelo nel cuore».

«Le donne sono ovunque» si intitola il numero 111, l’ultimo. Che cosa significa?
«Che c’è bisogno di ascoltare, di capire. Un mese fa sono stata a Rabat, a un convegno internazionale di donne nel cuore dei monoteismi, ebraico, cristiano e musulmano. Queste donne si trovano nella stretta tra l’emancipazionismo occidentale, spesso pretesto per portare la guerra in quei Paesi, e il fanatismo armato. A loro corrisponde e dà parola il femminismo della differenza».

E le giovani donne che oggi vanno avanti, acquistano visibilità, potere?
«Danno lustro a una baracca che sta crollando. Manca in loro una vera volontà di affermarsi se non come puntelli, riflessi, eterne seconde, manca un protagonismo di qualità. Nilde Iotti o Tina Anselmi erano un’altra cosa. Oggi prevale l’accontentarsi, sei ministra, sottosegretaria, ti basta. Del resto il criterio per gli uomini è scegliere le più “addomesticabili”. La domanda è: siamo noi a mancare di fiducia e aspettative nei confronti di queste donne o sono loro davvero deludenti? Certo, noi nate tra il 1935 e il 1955 siamo una “generazione fortunata”, come ha scritto Serena Zoli. Quelle venute dopo hanno davanti un cammino in salita. A loro cerchiamo di dare sostegno e incoraggiamento, lo ha fatto Renzi in quel modo lì, noi abbiamo altri mezzi e altri orizzonti».

Un passo indietro al 1991: come nasce «Via Dogana»?
«Nasce perché un’amica romana, Rosetta Stella, mi dà 20 milioni di lire per un’impresa politica. La Libreria era già consolidata, esisteva dal ‘75, così proviamo a mettere insieme le nuove idee e le nostre pratiche. Da quella dell’affidamento, che superava l’idea logora della sorellanza, alla riscoperta della relazione con le madri biologiche o all’esplorazione del passato e delle grandi madri simboliche, scrittrici e mistiche. Sempre avendo in testa che se c’è una politica è la politica delle donne».

Ma gli uomini?
«Non li abbiamo mai esclusi, né abbiamo mai creduto nel separatismo. Il primo uomo a comparire su Via Dogana è stato uno storico del Medioevo, Paolo Golinelli, che ha scritto un articolo sulla genealogia femminile di Matilde di Canossa. È importante che gli uomini prendano coscienza della differenza sessuale. Solo così viene meno quella sorda omosessualità mentale che poi sfocia nel politically correct verso le donne, quanto mai fastidioso».

 

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Category: Donne, lavoro, femminismi, Libri e librerie

About Luisa Muraro: Luisa Muraro nasce a Montecchio Maggiore (in provincia di Vicenza) nel 1940. Si laurea in Filosofia all'Università Cattolica di Milano, presso la quale inizia la carriera accademica. Come racconta lei stessa, il suo docente di riferimento era Gustavo Bontadini, mentre si è poi laureata in filosofia della scienza con Evandro Agazzi. Nella sua formazione universitaria, un ruolo centrale ha lo studio della linguistica ed in particolare di Ferdinand de Saussure cui dedica anche alcuni saggi pubblicati sulla "Rivista di Filosofia Neo-Scolastica", tra il 1967 e il 1969. Durante gli anni settanta inizia ad insegnare nella scuola dell'obbligo. Qui dà vita insieme a Elvio Fachinelli e ad altri a un esperimento didattico di scuola "antiautoritaria": l'esperienza è documentata e fatta oggetto di riflessione nel libro L' Erba voglio: pratica non autoritaria nella scuola. In quegli stessi anni, con Fachinelli, Lea Melandri e altri, scrive sulla rivista che ha preso il nome dal libro citato, «L'Erba voglio». A cavallo tra gli anni sessanta e gli anni settanta accade anche il suo incontro con i gruppi femministi di Milano e con Lia Cigarini e altre fonda nel 1975 la Libreria delle Donne di Milano, che diventerà una delle istituzioni storiche del femminismo italiano . Dal 1976 vive a Milano, ma lavora nel dipartimento di Filosofia dell'Università degli Studi di Verona dove, tra il 1983 e il 1984 è stata tra le fondatrici, insieme a Chiara Zamboni, Wanda Tommasi, Adriana Cavarero e altre della comunità filosofica femminile "Diotima" . Nel 1995 e nel 2001 pubblica, nella collana La dracma diretta da Adriana Valerio, i due volumi Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete e Le amiche di Dio dando, in questo modo, un importante contributo all'approfondimento del pensiero della differenza in ambito religioso. Tra i suoi ultimi libri: Non è da tutti.L'indicibile fortuna di essere donna, Carocci 2011; Dio è violent, Nottetempo 2012; Autorità , Rosenberg e Sellier 2013; Le amiche di Dio. Margherita e le altre, Orthotes editrice Napoli 2014

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