Luce Irigaray: Il mistero di Maria. Lei ascoltava il respiro del cuore.
Diffondiamo da 27esimaora. corriere .it questa intervista di Filomena Pucci a Luce Irigaray pubblicata il 28 maggio 2015
Ho conosciuto Luce Irigaray solo pochi mesi fa. Era il 25 marzo, giorno dell’Annunciazione per noi moderni, ma già primo giorno della primavera per il calendario solare (equinozio di primavera). Data non casuale, scelta dall’autrice, per la presentazione in Italia del suo nuovo libro Il mistero di Maria. Sono rimasta stregata e commossa da questa saggia donna, filosofa di ottantaquattro anni, che non prende l’aereo «per non inquinare il cielo» e che rifiuta le riprese delle televisioni perché «Chi è interessato ad ascoltare viene qua, d’altronde io sono venuta da Parigi in treno per essere con voi. No?».
Filosofa, pensatrice, oggi direttrice del CNRS. Attiva e prolifera fin dagli anni ’70, autrice come prima opera del saggio Speculum (sua tesi di laurea) opera fondamentale per il ribaltamento del punto di vista da cui erano viste fino allora (ma forse ancora oggi) le donne. Lo speculum si oppone allo specchio, che per Freud definisce la donna e la sua sessualità, donna specchio dell’uomo. Lo specchio piatto, riflette senza contrasto l’immagine dell’uomo, il sesso della donna come specchio si plasma, si adatta al sesso maschile che quindi le dà forma. Luce Irigaray in quell’opera parlò di speculum, che sì è accolto nell’intimità della donna, ma non riflette in nessun modo l’immagine dell’uomo, che così non si ritrova, non si riconosce e si perde. Fu un lavoro che le valse l’espulsione dall’università di Vincennes e la rottura professionale con Lacan, ma non l’interruzione del suo pensiero e delle sue opere.
Da sempre la ricerca della definizione di donna, di un’altra donna, si è sviluppata intorno allo studio della sessualità, come unica possibilità di condivisione della propria identità. La diversità può essere condivisa solo se prima conosciuta. Il suo ultimo lavoro, Il mistero di Maria è l’ennesimo tassello di questa ricerca, lo svelamento dell’ennesima diversità tra uomo e donna. Il respiro. Il mistero di Maria è il respiro, che passa per il cuore e lì trova il silenzio per esistere. Il silenzio non come mancanza di cosa dire ma come essenza dell’essere. Quando si è non servono parole per dirsi. Maria, Madonna, ritratta con le mani incrociate sul petto, protegge e al contempo indica il cuore.
Luce Irigaray non poteva scegliere giorno migliore per condurci dentro il cuore delle donne e aiutarci ad ascoltarne il silenzio. La redenzione del genere umano, annunciata dall’Arcangelo, non poteva che passare per il cuore. Il peccato originale, che ha fatto meritare agli uomini la perdita della felicità eterna, lontano dalle influenze bibliche di mele e serpenti, è la pretesa dell’umanità di dimenticare il cuore a favore della mente, il femminile a favore del maschile. L’unica redenzione possibile per il genere umano è da sempre, e ancora oggi, il respiro del cuore.
Il silenzio di Maria alla proposta dell’Arcangelo di essere colei che avrebbe dato vita al nuovo uomo, non è inibizione davanti al divino, ma è consapevolezza della propria divinità, che è consapevolezza della propria essenza. È solo nel silenzio, nel luogo interiore delle donne che c’è lo spazio per l’altro. È solo nel suo grembo che il feto (il mondo) troverà l’ossigeno (il respiro) per vivere e conoscere di nuovo il cuore.
“La bambina nasce divina, l’uomo lo diventa invecchiando” Luce Irigaray
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