Renzo Cavalieri: “Maonomics” di Loretta Napoleoni

| 30 Giugno 2010 | Comments (0)

 

 

 

 

Questo articolo di Renzo Cavalieri è stato pubblicato in “Inchiesta”  168, aprile giugno 2010, pp. 44-46. Renzo cavalieri è docente di Istituzioni giuridiche comparate dell’Asia Orientale all’Università di Venezia Ca Foscari.

 

Loretta Napoleoni non è una sinologa, ma un’economista e una giornalista. E il suo libro più recente, Maonomics, non è propriamente un libro “sulla” Cina. Tuttavia la tesi che vi è contenuta riveste un’importanza fondamentale per chiunque si interessi di come la società cinese contemporanea stia cambiando e si stia integrando con il resto del mondo e merita dunque di essere segnalata su queste pagine.

Maonomics tratta della trasformazione della Cina, facendone uno specchio di quella dell’Occidente. L’Autrice muove dalla considerazione che, dopo il crollo del muro di Berlino, mentre il capitalismo occidentale si infilava nel vortice euforico e instabile del “libero mercato”, che avrebbe condotto alle crisi finanziarie e all’impoverimento di settori sempre più ampi della società, il comunismo cinese ha saputo rinnovarsi, garantendo al Paese prosperità e stabilità. Lo ha fatto con grandi sacrifici, accettando, almeno nella lunga prima fase della riforma post-maoista, che larghe fasce della popolazione soffrissero condizioni di vita e di lavoro durissime, che molte libertà individuali fossero negate, che l’ambiente naturale venisse avvelenato. Ma ha coerentemente perseguito un progetto di sviluppo che, dopo aver condotto la Cina a un benessere e a una stabilità economica che non hanno precedenti, oggi le consente di intervenire efficacemente per migliorare la vita e il lavoro dei cittadini, accrescere le loro libertà e i loro diritti, incrementare la tutela dell’ambiente umano e di quello naturale.

Così, mentre noi continuiamo miopi a recitare il mantra della democrazia e delle libertà individuali, rifiutando di prendere atto dell’effetto dirompente della concentrazione dei poteri politici, finanziari e mediatici in termini di instabilità economica, manipolazione delle opinioni e decadimento dei diritti, i dirigenti cinesi creano, tassello dopo tassello, un mosaico sociale e politico diverso da quello delle democrazie occidentali, nel quale la legittimazione del potere non discende da libere elezioni o dalla centralità delle libertà personali, ma dalla capacità di chi governa di garantire alla società intesa nel suo complesso un crescente benessere materiale e spirituale.

Il libro affronta questi complessi argomenti con lucidità e chiarezza e ha soprattutto due grandi meriti. Il primo è quello di rivelare al grande pubblico una realtà che tutti coloro che vivono e lavorano in contatto con la Cina conoscono bene e che invece troppo spesso i nostri media non raccontano. Ossia che l’immagine monolitica, inumana e totalitaria della Cina comunista è falsa, e che anzi in quel Paese, oggi così più vicino a noi di quanto non fosse ieri, il progresso economico non sta generando solo ricchezza, ma anche una società civile aperta, plurale e partecipativa, composta da cittadini sempre più liberi e autonomi, i cui diritti soggettivi, patrimoniali ma anche personali, vengono tutelati come mai prima. E spiega in modo molto convincente perché questa trasformazione epocale sia un fenomeno da guardare non solo con la massima attenzione, ma anche con grande ammirazione.

Ammirazione non significa mancanza di senso critico. Chi conosce e ama la Cina ne conosce i difetti; sa bene che l’elenco dei soggetti esclusi da questo progresso civile è ancora lungo e comprende, per fare qualche esempio, dissidenti politici e sindacali, religiosi, giornalisti e semplici cittadini schiacciati dal supremo interesse della crescita nazionale, ma sa anche che si sta riscontrando un rapidissimo progresso in ciascuna di queste situazioni. Per ogni giornalista che viene messo ingiustamente in carcere, vi sono ormai cento cronisti free lance che iniziano a svolgere in modo indipendente il loro lavoro; per ogni lavoratore sfruttato ve ne sono dieci che hanno accesso alle garanzie offerte dalla nuova legislazione sul lavoro; al severo divieto di ogni forma di pluripartitismo o di sindacalismo indipendente corrisponde una crescente partecipazione della società civile alla formazione delle scelte politiche e l’affermazione sempre più netta del principio di legalità.

Della medaglia cinese l’Occidente ha guardato troppo spesso solo la faccia oscura, mentre della propria vedeva soltanto quella illuminata dai fari della libertà e dalla democrazia. Ora però è l’incedere stesso della Storia a smascherare le declamazioni retoriche in cui ci rifugiamo e a dimostrare l’anacronismo delle nostre pretese di superiorità. Dobbiamo prendere atto che anche noi abbiamo i nostri emarginati, i nostri sfruttati, i migranti, coloro a cui sono negati i diritti fondamentali, che anche noi abbiamo i nostri Abu Ghraib e il nostro razzismo, e che incontriamo grandi difficoltà a gestire il rapporto tra politica e informazione, a tutelare le componenti deboli della società, e a garantire la giustizia, l’equità, la prosperità, la solidarietà o la tutela dell’ambiente.

E’ proprio questo il secondo e forse più importante merito di Maonomics: quello di utilizzare l’analisi sulla Cina per interpretare la crisi della democrazia occidentale.

Non è naturalmente questa la sede per descrivere come Loretta Napoleoni tratti questi complessi argomenti nelle oltre trecento pagine del libro. Ciò che è importante qui segnalare è che quelle pagine testimoniano in modo pregevole quanto sia mutato il ruolo della Cina nella circolazione globale dei modelli sociali, politici e giuridici e quanto noi, che a dispetto dei fatti pretendiamo di essere ancora i depositari della formula della felicità, possiamo imparare dall’esperienza cinese. E nel farlo ci ricorda anche che la difesa dei valori più profondi della democrazia e della libertà non si conduce con la retorica e la manipolazione delle informazioni, ma con un’analisi attenta e senza pregiudizi della realtà che ci circonda.

 

 


Category: Osservatorio Cina

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