Ivan Franceschini: Cina.net. Post dalla Cina del nuovo millennio
Da Linkiesta del 2 maggio 2012
Per chi scrive di Cina le accuse sono sempre due: o si è “anti-cinesi” o, sempre più spesso, si è “abbraccia-dittatori”. Ma come stare al passo con i tempi in un Paese che apparentemente cambia a ritmi vorticosi, dove ogni provincia, ogni città, ogni comune sembra costituire un mondo a sé? La domanda se la pone Ivan Franceschini, studioso attivo in Cina dal 2006, che prova a raccontare la Repubblica Popolare nel suo libro Cina.net. Post dalla Cina del nuovo millennio, Edizioni O barra O, 2012
«Nuovi concetti sono stati elaborati nel tentativo di coniugare la ricerca storica e letteraria con lʼattualità cinese, prima fra tutti lʼidea della “nuova sinologia” promossa da Geremie Barmé. In tutto questo, lʼItalia purtroppo rimane ancora molto indietro». Un’opera la sua che «non vuole dare risposte», «un tentativo di illustrare la complessità di questo Paese lasciando spazio il più possibile alle voci altre, quelle che raramente arrivano da noi».
Ma come afferrare una realtà sempre sfuggente? Come stare al passo con i tempi in un Paese che apparentemente cambia a ritmi vorticosi, dove ogni provincia, ogni città, ogni comune sembra costituire un mondo a sé? Il problema di come raccontare la Cina di oggi è reale e ognuno ha una propria personale risposta. Alcuni, scelgono di rifugiarsi nel passato, rinunciando del tutto allo sforzo di comprendere la contemporaneità; altri invece si concentrano sul dettaglio o sullʼimmediato, perdendo di vista il quadro generale. Si tratta di una differenza di prospettive che coincide largamente con quelle che sono le prerogative dellʼaccademia e del giornalismo italiano oggi, una frattura per molti versi inevitabile se si considera la profonda crisi dʼidentità che entrambi i mondi stanno attraversando in questa contemporaneità sempre più globalizzata e inondata dallʼinformazione in tempo reale.
Anche allʼestero, dove il dibattito sulla Cina è incomparabilmente più vivace che in Italia, ci si interroga da decenni su queste questioni e negli ultimi anni sono fiorite iniziative che si propongono di raccontare la Cina di oggi in maniera informata e non necessariamente superficiale. Un ruolo importante in questo fermento è stato giocato dai blog e dal web, con siti come il China Beat, il China Heritage Quarterly e il China Media Project che nel tempo sono riusciti a costruire un ponte tra le competenze dellʼaccademia e le esigenze di informazione del pubblico. Nuovi concetti sono stati elaborati nel tentativo di coniugare la ricerca storica e letteraria con lʼattualità cinese, prima fra tutti lʼidea della “nuova sinologia” promossa da Geremie Barmé. In tutto questo, lʼItalia purtroppo rimane ancora molto indietro.
Eppure anche nel nostro Paese ci sono degli spazi per sperimentare. Negli ultimi anni con alcuni colleghi e amici, anchʼessi motivati da un forte interesse per la Cina di oggi, ho cercato di servirmi della rete come strumento per esplorare nuove forme di linguaggio per raccontare la Cina contemporanea. Dal gennaio del 2009, in successione ho aperto tre blog: Il vecchio stolto sposta la montagna, Appunti Cinesi e Cineresie.info. Dopo tre anni, ho deciso di trarre le somme di questo esperimento e lʼho fatto con un libro, Cina.net – Post dalla Cina del nuovo millennio pubblicato in questi giorni dallʼeditore O Barra O.
Si tratta di un volume con cui mi propongo di offrire al lettore uno spaccato di quella che è la società cinese di oggi, nella sua infinità di paradossi e contraddizioni, senza troppe cornici teoriche o ideologiche. È un libro che, nato sul web, si sofferma sulle storie degli individui e sulle voci e sui dettagli più che sul quadro generale. In particolare, ho deciso di soffermarmi su quattro temi al centro del discorso pubblico sulla Cina contemporanea: lʼimpatto del web e dei nuovi media sulla società cinese, al di là di ogni retorica “cyber-utopica”; il mondo del lavoro, raccontato attraverso la lente di alcuni nuovi gruppi sociali emarginati rispetto allo sviluppo economico cinese; i traffici di ragazzi destinati alla schiavitù nelle fornaci clandestine, trattati come il sintomo di uno scollamento tra le politiche e la realtà; infine, la questione dei sempre più tesi rapporti tra Stato e società nella Cina post-olimpica.
Cina.net non vuole dare risposte, non è un libro che in poche pagine cerca di spiegare “cosʼè la Cina di oggi”. È solo un tentativo di illustrare la complessità di questo Paese lasciando spazio il più possibile alle voci altre, quelle che raramente arrivano da noi. È anche una piccola provocazione nei confronti di un certo modo italiano di intendere il giornalismo e la ricerca nei confronti della Cina contemporanea. Se abbia colto nel segno, resta da vedere.
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