Wisława Szymborska: Sulla morte senza esagerare
Il 1 febbraio di quest’anno è morta a ottantotto anni la poetessa polacca Wisława Szymborska premio Nobel per la letteratura nel 1986 e, poco tempo prima, il 29 novembre 2011, a sessantanove anni è morto il suo bravissimo traduttore Pietro Marchesani studioso di letteratura polacca e russa.
In ogni stagione della mia vita ho avuto sempre un pacchetto di poesie che mi sono state più vicine. In questi ultimi due/tre anni mi sono state vicine soprattutto le poesie di Wistava Szymborska.
La poesia che pubblichiamo in Inchiesta on line Sulla morte senza esagerare fa parte della raccolta, curata da Pietro Marchesani, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1915-2009), Aldephi, Milano 2009. È una poesia che rovescia l’idea tradizionale della morte presentandola, nella sua realtà, come maldestra, disordinata, senza metodo e abilità. Ma non è una poesia sulla morte.
Scrive la poetessa polacca: Dai semi spuntano le due prime foglioline/e spesso anche grandi alberi all’orizzonte e Non c’è vita/che almeno per un attimo/non sia immortale/la morte è sempre in ritardo di quell’attimo.
Quando si perde una persona molto cara questi versi ci fanno capire come gli attimi di immortalità che abbiamo condiviso con lei siano qualche cosa di prezioso e forte che rimane in noi. Inoltre questa immagine di morte maldestra occupata ad uccidere in modo disordinato ci fa ancora di più apprezzare, nel presente, gli attimi di immortalità che riusciamo a costruire con le persone che amiamo. Come tutte le altre sue poesie anche questa è una poesia d’amore.
Wisława Szymborska
Sulla morte senza esagerare
traduzione di Pietro Marchesani
Non s’intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata ad uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all’orizzonte.
Chi ne afferma l’onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c’è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell’attimo.
Invano scuote la maniglia
d’una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
Category: Arte e Poesia