Ricordando Bruno

| 7 Aprile 2017 | Comments (0)

 

Per ricordare Bruno Alvisi morto il  15 novembre 2010 si sono incontrati insieme a Roberto molti suoi amici e amiche. In quella occasione è stato letto il testo di uno degli ultimi blog di Bruno e alcune poesie scelte da Roberto.  Le illustrazioni sono di un fumetto che Bruno amava: Gli X men della Marvel. Bruno in quei fumetti vedeva la possibilità di entrare in uno spazio tempo in cui è  sempre possibile trasformarsi. Come nell’antico testo cinese Yijing (Il Libro dei Mutamenti) credeva che ognuno di noi può sempre trasformarsi e trasformare in meglio  la situazione in cui vive  in un mondo in continua trasformazione.

 

1. Bruno Alvisi: Ascolta, sono un disabile

 

Ascolta, sono un disabile

Non sono buono, non sono cattivo

Sono come tutti gli altri.

Disabile, normale, non importa…

Non ti piaccio? Non mi conosci.

Ti spavento? Be’, sono solo un disabile, non una malattia.

Sono io.

(dal blog di Bruno Alvisi, 2008)


 

2. Charles Pèguy : L’amore non svanisce mai

 

La morte non e’ niente,

io sono solo andato nella stanza accanto.

Io sono io.

Voi siete voi.

Ciò che ero per voi lo sono sempre.

Parlatemi come mi avete sempre parlato.

Non usate un tono diverso.

Non abbiate l’aria solenne o triste.

Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.

Sorridete, pensate a me, pregate per me.

Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo e’ sempre stato.

Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.

La vita ha il significato di sempre.

Il filo non e’ spezzato.

Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri ?

Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita ?

Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato del cammino.

 

3. David Grossman:  “Tanto è breve qui la primavera”

 

“Katsar po col cakh ha-aviv”

«Breve e veloce e spezza il cuore.

Eccitata e entusiasta e sprizzante,

Scintille.

Ma in un attimo sfiorisce e ingiallisce.

Perché ai margini già si accende l’estate.

Tanto è breve qui la primavera».

 

David Grossman – 8 marzo 2011

 

 

 

4. Johann Wolfgang von Goethe: Il re degli elfi

 

Chi cavalca così tardi attraverso notte e vento?

È il padre col suo bambino

Tiene il fanciullo tra le braccia

Lo regge sicuro, lo tiene al caldo

 

Figlio mio, perché nascondi così timoroso il tuo viso?

Non vedi, padre, il re degli elfi!

Il re degli elfi con la corona e lo strascico?

Figlio mio, è una striscia di nebbia

 

Caro bambino, su, vieni con me!

Bellissimi giochi, farò con te

Molti fiori colorati sono sulla riva

Mia madre ha molte vesti d’oro

 

Padre mio, padre mio, e non senti

Cosa mi promette sottovoce il re degli elfi?

Stai calmo, resta calmo, bambino mio

Il vento mormora tra le foglie secche

 

Bel fanciullo, vuoi venire con me?

Le mie figlie ti aspettano già graziosamente

Le mie figlie di notte conducono le danze

E ti cullano, ballano e cantano per te

 

Padre mio, padre mio, e non vedi là

Le figlie del re degli elfi in quel luogo tetro?

Figlio mio, figlio mio, vedo esattamente:

I vecchi salici sembrano così spaventosi

 

Ti amo, il tuo bell’aspetto mi eccita

E se non vuoi, userò la forza!

Padre mio, padre mio, adesso mi afferra!

Il re degli elfi mi ha fatto del male!

 

Il padre spaventato, cavalca veloce

Tiene tra le braccia il bambino che geme

Raggiunge la fattoria con fatica e difficoltà

Tra le sue braccia il bambino era morto

 

Traduzione ©2010 Daniele Benedetti

 

 

Category: Arte e Poesia, Guardare indietro per guardare avanti

About Roberto Alvisi: Riportiamo la Biografia di Roberto Alvisi (nato a Bologna nel 1938) per la lista "La rosa per Bologna". Per le elezioni 2016 Roberto Alvisi si è candidato sempre per "La rosa per Bologna" con la Lista Bologna viva. "Ho fatto il sindacalista per una vita. Dai picchetti davanti alla Sasib di Bologna, alla militanza nella Fiom-Cgil, poi l'esperienza unitaria con la Flm. Era il '68 quando ho compreso che la lotta o era dentro il sindacato, o non era per niente. Parole d'ordine come militanza, solidarietà, equità, eguaglianza, contrattazione divennero allora il mio pane quotidiano. Le stesse parole - poi - che vent'anni dopo ho messo in campo come presidente di una combattiva associazione, la Uildm di Bologna: la Unione per la lotta alla distrofia muscolare. Un altro “padrone” da combattere, una nuova problematica da affrontare, una dura esperienza nel settore socio-sanitario-assistenziale con uno strumento diverso : il volontariato. Per me la politica e l'impegno civile si mescolano sempre: una parola, una sola: solidarietà. Se dovessi riassumere i miei ultimi vent'anni da presidente della Uildm, non trovo altri termini. Solidarietà era la stessa parola che usavo spesso quando facevo il sindacalista, e che non ho smesso di usarla anche in una piccola ma ascoltata associazione che si occupa di disabilità”. Mio figlio Bruno ha di recente concluso la sua esperienza di vita di persona distrofica; anche nel suo ricordo continuerò ad operare nel volontariato, nel privato sociale e nella ampia rete delle strutture istituzionali che la città possiede per migliorare la qualità della vita delle persone".

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