Ricordando Bruno
Per ricordare Bruno Alvisi morto il 15 novembre 2010 si sono incontrati insieme a Roberto molti suoi amici e amiche. In quella occasione è stato letto il testo di uno degli ultimi blog di Bruno e alcune poesie scelte da Roberto. Le illustrazioni sono di un fumetto che Bruno amava: Gli X men della Marvel. Bruno in quei fumetti vedeva la possibilità di entrare in uno spazio tempo in cui è sempre possibile trasformarsi. Come nell’antico testo cinese Yijing (Il Libro dei Mutamenti) credeva che ognuno di noi può sempre trasformarsi e trasformare in meglio la situazione in cui vive in un mondo in continua trasformazione.
1. Bruno Alvisi: Ascolta, sono un disabile
Ascolta, sono un disabile
Non sono buono, non sono cattivo
Sono come tutti gli altri.
Disabile, normale, non importa…
Non ti piaccio? Non mi conosci.
Ti spavento? Be’, sono solo un disabile, non una malattia.
Sono io.
(dal blog di Bruno Alvisi, 2008)
2. Charles Pèguy : L’amore non svanisce mai
La morte non e’ niente,
io sono solo andato nella stanza accanto.
Io sono io.
Voi siete voi.
Ciò che ero per voi lo sono sempre.
Parlatemi come mi avete sempre parlato.
Non usate un tono diverso.
Non abbiate l’aria solenne o triste.
Continuate a ridere di ciò che ci faceva ridere insieme.
Sorridete, pensate a me, pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo e’ sempre stato.
Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza.
La vita ha il significato di sempre.
Il filo non e’ spezzato.
Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri ?
Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita ?
Io non sono lontano, sono solo dall’altro lato del cammino.
3. David Grossman: “Tanto è breve qui la primavera”
“Katsar po col cakh ha-aviv”
«Breve e veloce e spezza il cuore.
Eccitata e entusiasta e sprizzante,
Scintille.
Ma in un attimo sfiorisce e ingiallisce.
Perché ai margini già si accende l’estate.
Tanto è breve qui la primavera».
David Grossman – 8 marzo 2011
4. Johann Wolfgang von Goethe: Il re degli elfi
Chi cavalca così tardi attraverso notte e vento?
È il padre col suo bambino
Tiene il fanciullo tra le braccia
Lo regge sicuro, lo tiene al caldo
Figlio mio, perché nascondi così timoroso il tuo viso?
Non vedi, padre, il re degli elfi!
Il re degli elfi con la corona e lo strascico?
Figlio mio, è una striscia di nebbia
Caro bambino, su, vieni con me!
Bellissimi giochi, farò con te
Molti fiori colorati sono sulla riva
Mia madre ha molte vesti d’oro
Padre mio, padre mio, e non senti
Cosa mi promette sottovoce il re degli elfi?
Stai calmo, resta calmo, bambino mio
Il vento mormora tra le foglie secche
Bel fanciullo, vuoi venire con me?
Le mie figlie ti aspettano già graziosamente
Le mie figlie di notte conducono le danze
E ti cullano, ballano e cantano per te
Padre mio, padre mio, e non vedi là
Le figlie del re degli elfi in quel luogo tetro?
Figlio mio, figlio mio, vedo esattamente:
I vecchi salici sembrano così spaventosi
Ti amo, il tuo bell’aspetto mi eccita
E se non vuoi, userò la forza!
Padre mio, padre mio, adesso mi afferra!
Il re degli elfi mi ha fatto del male!
Il padre spaventato, cavalca veloce
Tiene tra le braccia il bambino che geme
Raggiunge la fattoria con fatica e difficoltà
Tra le sue braccia il bambino era morto
Traduzione ©2010 Daniele Benedetti
Category: Arte e Poesia, Guardare indietro per guardare avanti