Bruno Giorgini: La guerra jihadista di Daesh invade Parigi

| 14 Novembre 2015 | Comments (0)

 

 

Bruno Giorgini, nella notte tra il 13 e 14 Novembre 2015

Parigi, alle ore 23.53. L a prefettura di polizia invita a restare chiusi in casa. Chi sia in strada è invitato a trovare rifugio nelle vicinanze chiedendo ospitalità, e i cittadini a aprire le loro case a chi si trovasse in difficoltà. Chi si trovi in una locale pubblico ci rimanga. Subito dopo parla Hollande tesissimo. Non dice il Presidente quante siano le vittime e neppure precisamente in quali luoghi, forse non lo sa, annuncia lo stato d’assedio su tutto il territorio nazionale, l’arrivo di rinforzi  sulla capitale, pare siano tremila soldati, e la chiusura delle frontiere, mentre ancora l’attacco terrorista è in corso, in particolare con una presa d’ostaggi al Bataclan dove si svolgeva un concerto di una band californiana, ma in modo confuso giungono notizie di sparatorie in vari luoghi. Sui social media arriva un drammatico messaggio rilanciato da Radio Popolare e firmato con nome e cognome: “Sono ancora al Bataclan primo piano ferito gravemente, che diano al più presto l’assalto. Ci sono dei sopravvissuti all’interno. Stanno uccidendo tutti. Uno per uno. Al primo piano, in fretta.”

Quando circa un’ora e mezzo avanti ascolto le prime notizie che parlano di una sparatoria nel centro di Parigi, quasi non ci faccio caso, poi s’accumulano i morti e telefono ai miei figli,  che mi raccontano brandelli di fatti, e parlo con uno dei miei nipoti quindicenne. Inutile dire quanto e come scossi, certamente il trauma è grande per tutti. La città è stata sottoposta a una pluralità di attacchi, si dice sette, condotti a mano armata e all’esplosivo contro tutto quel che si muoveva, praticando un terrorismo totale. A Parigi era in vigore il piano antiterrorismo Vigie pirate al suo massimo livello, e qualche giorno fa Le Monde scriveva che le forze di sicurezza erano sulle tracce dei complici dei fratelli Kouachi e Amedy Coulibaly, i terroristi che il il 7 gennaio di quest’anno avevano attaccato la redazione di Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone, quindi una poliziotta e poi altre quattro persone tra gli ostaggi presi dentro un supermercato kosher, con undici feriti.

Eppure dallo Stade de France pieno per la partita Francia Germania, presente lo stesso Presidente della Repubblica, dove si sono fatti esplodere alcuni kamikaze, fino al centro di Parigi tra Republique e Bastille sparando all’impazzata sugli avventori di bistrot, ristoranti, bar, passanti, chiunque, ogni uomo o donna, e prendendo in ostaggio centinaia di persone, i terroristi sono apparsi padroni del terreno.

Intanto a mezzanotte e cinquantadue minuti le forze di sicurezza hanno liberato gli ostaggi trattenuti al Bataclan, uccidendo due o tre terroristi, mentre per ora non si sa quante siano le vittime, soltanto le televisioni trasmettono una fila impressionante di barelle che escono dall’immobile, e si parla di molti corpi riversi sul pavimento, qualcuno dice un centinaio. Sono anche chiuse le linee 3, 5, 8, 9, 11 del metrò e l’area è completamente circondata.

Si può dire che in questo momento Parigi è sotto coprifuoco e in stato d’assedio, tanto più che all’una del 14 non si sa se e quanti terroristi armati siano ancora in azione e/o in ritirata. Nel mentre mi raggiunge un sms della madre di uno dei miei figli, che non avevo trovato in casa preoccupandomi e recita, secco: siamo interi.

All’ una e 16 minuti una televisione annuncia che i morti al Bataclan sono un centinaio (fonte della polizia) un altra fonte dichiara di avere contato settanta cadaveri, e c’è chi racconta come siano stati uccisi uno per uno, fucilati: un’orribile strage. I testimoni oculari contano almeno 300 ambulanze nella zona, e in loco si aspetta il Presidente Hollande. Il Consiglio dei Ministri convocato d’urgenza ha appena decretato la chiusura domani delle scuole di ogni ordine e grado, nonchè la chiusura dei luoghi pubblici e di riunione di massa, fino a livelli molto fini, per esempio il raduno di scout dove il più piccolo dei miei nipoti avrebbe dovuto andare stamattina, è stato annullato con un sms inviato nella notte. Altre più specifiche misure saranno prese stamane dal Consiglio di Difesa, mentre i partiti hanno sospeso la campagna elettorale – in Francia ci saranno tra pochi mesi le elezioni locali – e alle forze di polizia sono stati attribuiti poteri eccezionali.

Vedo in questo momento scorrere sullo schermo una ragazzo e una ragazza che portano le biciclette a mano in mezzo a un nugolo di poliziotti, e l’immagine apre il cuore, almeno un poco. Perchè da domani la vita parigina non sarà più la stessa. Dopo la strage a Charlie Hebdò per quanto il rischio terrorismo fosse evidente, non incideva però sulla vita associata della generalità dei cittadini. Pareva a molti un attacco sì violentissimo e odioso ma limitato, rivolto a un gruppo sociale, gli intellettuali satirici verso l’Islam, tanto che alcuni, ahimè, discussero a lungo se per caso i redattori di Charlie non se la fossero cercata. Quindi ciascuno continuò a frequentare i bistrot e a passeggiare sul lungosenna, con qualche occhio in più quando stavi in metrò o prendevi un treno. Ma stavolta è stata attaccata la gente comune per strada, un attacco indiscriminato e totale che Daesh – o Isis che dir si voglia – ha già rivendicato  dalle pagine della sua rivista online, coi toni di una dichiarazione di guerra ufficiale. Da questa notte sedersi a un caffè, andare alla partita o a un concerto diventa pericoloso, e nel contempo la presenza di forze di polizia e esercito sarà capillare e invasiva quanto mai prima, almeno negli ultimi cinquantanni. Ovvero la stessa abitabilità e convivialità – quindi la convivenza civile -vengono messe in discussione e a rischio, Parigi diventando una città di prima linea nella guerra totalitaria di Daesh e del jihad contro “i crociati”, e viceversa. Perchè anche la Francia dovrà indurire, accentuare e estendere la sua iniziativa strategica contro Daesh, non solo in Nord Africa e in Siria, anche per la Francia, per il governo francese, Parigi stando in prima linea. E penso per l’intera Europa, perchè Parigi appartiene un po’ a tutti noi europei, e la sua civiltà va preservata, la città assediata difesa col contributo di ciascuno, magari andando a sedersi ai tavolini di un caffè, il che è niente, ne sono consapevole.  Se mai ce ne fosse stato bisogno, il totalitario attacco terrorista di stanotte, conferma e ribadisce che I fascisti di Daesh vanno sconfitti, ovunque.

Adesso i miei nipoti sono finalmente andati a letto sperando che non abbiano degli incubi, comunque non si può altro che essere molto tristi stamane 14 novembre alle 3.50 e nei giorni a venire, mentre ancora il numero dei morti varia secondo le fonti tra 120 e 142, con l’uccisione degli ostaggi particolarmente odiosa e ignobile. L’ennesimo crimine contro l’umanità, come è pratica corrente per gli uomini del califfato nero.

Ricordando che tra pochi giorni Parigi sarà teatro della conferenza mondiale sul cambiamento climatico COP21, e la città si riempirà di capi di stato e di governo, nonchè altre autorità, ma pure con migliaia di persone  a vario titolo mobilitate su questo fronte e già sono programmate manifestazioni e incontri.  Nella Parigi assediata, per rompere l’assedio.

 

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Category: Culture e Religioni, Guerre, torture, attentati, Osservatorio internazionale

About Bruno Giorgini: Bruno Giorgini è attualmente ricercatore senior associato all'INFN (Iatitutp Nazionale di Fisica Nucleare) e direttore resposnsabile di Radio Popolare di Milano in precedenza ha studiato i buchi neri,le onde gravitazionali e il cosmo, scendendo poi dal cielo sulla terra con la teoria delle fratture, i sistemi complessi e la fisica della città. Da giovane ha praticato molti stravizi rivoluzionari, ha scritto per Lotta Continua quotidiano e parlato dai microfoni di Radio Alice e Radio Città. I due arcobaleni - viaggio di un fisico teorico nella costellazione del cancro - Aracne è il suo ultimo libro.

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