In Italia per Gianmarco De Pieri esiste ancora il confine politico

| 3 Settembre 2015 | Comments (0)

 

 

In www.inchiestaonline.it abbiamo preso posizione il 31 agosto 2015  (sezione ” movimenti”). Aggiorniamo la situazione pubblicando il Manifesto che può essere sottoscritto e un articolo del corriere di Bologna che aggiorna la situazione

 

1. Manifesto contro il divieto di dimora a Bologna di Gianmarco De Pieri: In Italia esiste ancora il confino politico
Venerdì 28 agosto la Magistratura bolognese ha disposto la misura del ” divieto di dimora” nella sua città per Gianmarco De Pieri.
Gianmarco risiede da vent’anni a Bologna,dove è un cittadino socialmente,economicamente,culturalmente attivo.Lì vive la sua famiglia con Gloria e il piccolo Leonardo che proprio in questi giorni dovrebbe fare il suo ingresso in asilo.
I suoi più elementari diritti di cittadinanza sono negati perché il 18 giugno scorso,insieme a molti altri,si è opposto allo sgombero forzato di decine di donne,uomini e bambini.
Gianmarco è stato mandato al “confino”,nè più né meno.
Gianmarco De Pieri deve poter tornare subito a Bologna da cittadino libero.
Primi firmatari:
Luciana Casellina
Francesca Chiavacci (pres.naz. Arci)
Maurizio Landini
Stefano Rodotà
Luigi Manconi
Eleonora Forenza
Nicola Fratoianni
Elly Schlein
email per ulteriori adesioni: tpo@gmail.com

 

 

2. L’allontanamento dell’antagonista . De Pieri, confermato il divieto di dimora. Il Gip: «Può tornare solo per lavorare». Il sindaco interviene sull’allontanamento del leader del Tpo. L’Anm regionale attacca la politica: «Basta intimidazioni contro i giudici»

Il Corriere di Bologna 2 settembre 2015

BOLOGNA – Conferma del divieto di dimora, ma con permesso di recarsi a Bologna esclusivamente per lavorare. È questa la decisione del Gip Letizio Magliaro sull’istanza di Gianmarco De Pieri, leader del Tpo che in mattinata è stato interrogato a seguito della misura. Il giudice avrebbe quindi accolto l’esigenza dell’indagato, che ha un’attività a Bologna, dove però non potrà fare altro: dopo aver lavorato dovrà tornare nella residenza fuori città.

 

PARLA MEROLA«Le interpretazioni delle iniziative della magistratura potremmo sicuramente risparmiarcele. La magistratura opera in piena autonomia e applica le leggi». Così il sindaco di Bologna, Virginio Merola, che dopo giorni di silenzio alla fine ha deciso di intervenire nel dibattito seguito al divieto di dimora emesso contro Gianmarco de Pieri del centro sociale Tpo.

L’INTERVENTO – Merola ha toccato il tema a margine della cerimonia di avvicendamento tra Antonio Li Gobbi e Cesare Alimenti al comando dell’Esercito in Emilia-Romagna. «Come sindaco non vorrei più trovarmi in una discussione “se il provvedimento di un magistrato è buono o cattivo”. C’è la Repubblica — dichiara il primo cittadino — ci sono le istituzioni e abbiamo bisogno di costruire insieme un rispetto per le reciproche autonomie, che si fa senza commentare questa o quella iniziativa anche perché l’iter della magistratura é noto in un Paese democratico e quindi ci saranno i relativi processi». Parole da interpretare come un richiamo agli assessori che, come nel caso di Amelia Frascaroli e Riccardo Malagoli, hanno solidarizzato con De Pieri? Si tratta di «un richiamo a tutti a comprendere che non aiuta la formazione di un’opinione pubblica il fatto che le forze politiche commentino o si dividono sui provvedimenti della magistratura», è la risposta di Merola.

 

L’AFFONDO«Da troppo tempo la politica non è in grado di prendere decisioni — continua il sindaco — che costringono oggettivamente la magistratura a prendere spazi che non le competono». Gli esempi di Merola: «Vogliamo parlare delle unioni civili e le leggi sui gay? È colpa della magistratura se non c’è ancora una legge sulle unioni civili? Vogliamo parlare del tema delle occupazioni e dell’emergenza casa? È colpa della magistratura se non ci sono alloggi per tutti in questo Paese?». Detto questo, «ogni opinione è legittima, ma che addirittura si faccia un dibattito pro o contro all’iniziativa di un magistrato…», manda a dire il primo cittadino. «Io sono pienamente d’accordo con il mio giovane segretario Francesco Critelli», aggiunge Merola, evocando la nota diffusa ieri dal leader provinciale del Pd: «Ognuno ha il suo compito in uno Stato democratico, perché siamo in uno Stato democratico — dichiara Merola — e quindi non commentiamo repressioni che non esistono in uno Stato democratico, nè commentiamo iniziative della magistratura nel senso di pensare che si vogliono sostituire alla politica. Un bel tacer non fu mai scritto e sarebbe una bella azione di tutti», conclude il primo cittadino.

 

LA MAGISTRATURALa giunta distrettuale dell’Anm dell’Emilia-Romagna «censura l’uso di espressioni ingiuriose e intimidatorie da parte di esponenti politici nei confronti della magistratura bolognese, impegnata nel rispetto della legge a reprimere le condotte che ledono e minacciano l’incolumità personale dei cittadini e delle forze dell’ordine preposte a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza della città». L’associazione dei magistrati interviene così, con una nota, «in relazione alle «critiche espresse da alcuni consiglieri comunali, assessori e parlamentari, riportate in questi giorni dagli organi della stampa, circa i provvedimenti cautelari assunti dagli uffici giudiziari di Bologna nei confronti di persone ritenute responsabili di reati di oltraggio, resistenza a pubblico ufficiale e di altri gravi delitti». Il riferimento è al `caso De Pieri´, attivista del Tpo colpito da divieto di dimora. Per la giunta «l’esercizio legittimo del diritto di critica nei confronti dei provvedimenti giurisdizionali non può e non deve diventare fonte di delegittimazione e di travisamento dei fatti, oltre a disinformazione pericolosa con riguardo al corretto esercizio della democrazia». Quanto poi «alla raccolta di firme in solidarietà della persona colpita da misura cautelare (non custodiale)», l’Anm sottolinea che «la pluralità di forme di impegno sociale e la manifestazione di pubblico dissenso costituiscono l’anima e lo spirito di ogni società democratica, ma nemmeno queste libertà essenziali debbono mai prescindere, nel loro concreto esercizio, dal rispetto della legalità e del ruolo dell’attività giurisdizionale correttamente svolta secondo le regole dettate dall’ordinamento, quale presupposto di ogni società civile».

Category: Carceri, Movimenti

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